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Biodiversità sempre più a rischio

Nuovi dati confermano lo stress degli ecosistemi mentre Coldiretti avverte: “75% in meno di varietà di frutta italiana”

Si è appena conclusa la giornata mondiale (22 maggio) dedicata alla biodiversità istituita dall’ONU che, per l’occasione, ha lanciato un nuovo allarme sulla condizione di stress in cui versano i nostri ecosistemi. Nonostante il patrimonio naturale del Pianeta sia ancora in parte inesplorato, la perdita di biodiversità è ad un livello tale da minacciare le risorse di cibo, la produzione di medicine, il libero accesso all’energia e la protezione delle aree ricreative.
Il depauperamento delle risorse non è imputabile al singolo fattore ma alla combinazione di diverse cause, capaci di alterare definitivamente l’equilibrio naturale (cambiamenti climatici, distruzione degli habitat, inquinamento, specie aliene e sovra-sfruttamento delle risorse).
Le Nazioni Unite fanno sapere che tra il 1970 ed il 2000 l’abbondanza delle specie è calata del 40%. I continui consumi basati sulla quantità produttiva piuttosto che sulla sostenibilità, hanno risucchiato un’area pari ai due terzi dell’Australia e attualmente più di un terzo degli habitat terrestri sono in pericolo. Habitat da cui dipendono oltre i tre quarti dei pascoli mondiali e circa la metà di praterie, laghi, fiumi e coste europee.
Preservare il capitale naturale attraverso la via della sostenibilità è fondamentale anche per quelle popolazioni che vogliono sottrarsi dalla condizione di povertà: la sopravvivenza del 70% dei poveri nel mondo che vive in zone rurali dipende dalla conservazione e la tutela dei servizi ecosistemici.

Lo stato della biodiversità in Italia
Il nostro Paese è tra i più ricchi in termini di biodiversità (sia marina che terrestre) d’Europa, come confermano gli ultimi dati forniti dall’ISPRA. Ma, anche per l’Italia, si continua a registrare il calo del capitale naturale. Si stima, infatti, una diminuzione pari allo 0,5% del totale delle risorse ogni anno.
Dal dossier “biodiversità a rischio” di Legambiente, pubblicato proprio in occasione della giornata mondiale, emerge che sulle 2807 specie italiane utilizzate per la valutazione sono 596 le specie ad essere a rischio estinzione (circa un quinto.)
A descrivere ancora meglio la situazione arrivano anche i dati forniti da Coldiretti
Secondo l’associazione degli agricoltori italiani, nell’ultimo secolo ci siamo bruciati i tre quarti delle varietà di frutta che finiva sulla nostre tavole. Siamo, infatti, passati dal possedere 8 mila tipologie diverse di frutta a circa 2 mila e, di queste, addirittura 1500 sono quelle oggi considerate a rischio scomparsa.
Il motivo, spiega Coldiretti, è dato dall’omologazione e la standardizzazione delle produzioni a livello internazionale. Queste “nuove tecniche agricole” mettono a repentaglio la conservazione degli antichi semi di tradizione italiana che vengono tramandati di generazione in generazione.
Coldiretti ricorda, però, che il settore agricolo italiano sta comunque provando ad invertire la rotta: “È l’unico Paese al mondo con 4.965 prodotti alimentari tradizionali censiti, 291 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, ma è anche leader in Europa con quasi 60mila aziende agricole biologiche e ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni Ogm e la carne agli ormoni a tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare”.
La denuncia segue quella fatta qualche mese fa sui costi subiti dal settore primario per via dei cambiamenti climatici. “L’ondata di maltempo fa salire il conto dei danni all’agricoltura che per effetto dei cambiamenti climatici con gli eventi estremi ha perso più di 14 miliardi di euro nel corso di un decennio, tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali”, aveva fatto sapere Coldiretti nello scorso inverno.

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Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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