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Lo Sviluppo Sostenibile piace all’Italia

Successo del Festival dedicato alla sostenibilità dell’ASviS. Ora la parola passa alla classe politica, chiamata a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030

L’Italia ha risposto positivamente: “è stato un successo”. Parliamo del secondo Festival dello Sviluppo Sostenibile, coordinato dall’ASviS (Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile), che si è tenuto in tutta Italia dal 22 maggio al 7 giugno. Risultati della manifestazione, presentati qualche giorno fa, il 13 giugno, presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari, piena per l’occasione.
Più di 700 eventi dove è stata forte la partecipazione da parte di società civile, università, città e associazioni. “Abbiamo triplicato gli eventi rispetto al 2017 e raggiunto oltre quattro milioni di persone solo attraverso i social - sostiene Enrico Giovannini, Portavoce dell’ASviS -. Il Festival dello Sviluppo Sostenibile ha mobilitato la società civile in tutta Italia ed è un unicum nel panorama internazionale. Ora la politica, nazionale e locale, deve costruire, attraverso decisioni concrete, un percorso di sviluppo sostenibile per l’Italia e l’Europa”.

L’occasione è servita anche per fare il punto della situazione, come siamo messi sui 17 obiettivi di sviluppo sostenibile firmati insieme alle Nazioni Unite nel settembre 2015? L’Agenda 2030 è piuttosto ambiziosa, e prevede il raggiungimento di determinati target entro l’anno 2030. Obiettivi che interagiscono tra loro, capaci di donare una perfetta istantanea sullo stato economico, sociale ed ambientale di una nazione.
L’Italia degli ultimi anni peggiora per quanto riguarda i goal 1, 6, 8, 10, 11 e 15 (lotta alla povertà, acqua pulita e servizi igieni sanitari, lavoro dignitoso e crescita inclusiva, riduzione delle disuguaglianze, città e comunità sostenibile, difesa della biodiversità e vita sulla terra).
Stabile la situazione negli obiettivi 2, 7, 14 e 16 (lotta alla fame, energia pulita e accessibile per tutti, rispetto dell’ecosistema marino, pace e giustizia unite a solidità delle istituzioni).
Migliora, invece, la perfomance nei goal 3, 4, 5, 9, 12, 13 e 17 (salute e benessere, istruzione di qualità, parità di genere, innovazione, consumi responsabili, lotta al cambiamento climatico, cooperazione internazionale).
Qui, però, facendo riferimento alla lotta climatica, i dati non devono trarre in inganno. Perché, sebbene l’Italia dal 2004 ha ridotto le emissioni, questo lo si deve soprattutto alla contrazione dei consumi per via della crisi economica. Ora che il PIL è tornato a crescere, infatti, sono aumentati anche i gas serra, e ad un ritmo maggiore rispetto alla crescita economica. Un dato che, inoltre, racchiude pure quello relativo al mercato delle rinnovabili, in forte rallentamento negli ultimi 5 anni.

Dalla giornata è poi arrivato un appello, forte e chiaro, alle istituzioni. Per l’ASviS l’Italia ora, oltre a dare risposte concrete sull’attuazione dell’Agenda 2030, deve diventare anche portatrice di questi valori all’interno dell’Unione Europea. E, proprio per rendere partecipe la classe dirigente, è stato organizzato un talk con esponenti politici dei principali partiti che siedono in Parlamento.
Moderato da Lucia Annunziata, giornalista dell’Huffington Post e volto Rai, erano presenti: Riccardo Zucconi di Fratelli d’Italia, Rossella Muroni di Liberi e Uguali, Benedetta Fiorini di Forza Italia, Graziano Delrio del Partito Democratico e Lorenzo Fioramonti del Movimento 5 Stelle.
Pur essendo previsto l’intervento di Alberto Bagnai, non pervenuta la Lega. Partito che sembra distante da questi temi, basti pensare che era stato l’unico, insieme a Fratelli d’Italia, a non sottoscrivere l’appello dell’ASviS di inserire il principio dello Sviluppo Sostenibile in Costituzione. Vedremo se sarà fatto dagli altri partiti.
Il dibattito si è soffermato sia sull’esigenza di “pensare ad un nuovo modello di sviluppo”, perché l’attuale secondo Delrio ha smesso di dare speranze, che alla necessità di far diventare l’ambiente il centro della sostenibilità, “un vero e proprio parametro su cui misurarsi”, ha sostenuto la Muroni. Fioramonti ha parlato, invece, di dare un giusto valore alla natura, attraverso una seria analisi costi benefici che metta al centro il capitale naturale grazie all’uso di un “tasso di sconto” adeguato. In pratica, e per farla semplice, il tasso di sconto sociale viene utilizzato in economia per attribuire un valore alla natura in chiave futura. Il suo corretto utilizzo può garantire sia un uso equo delle risorse che l’abbassamento del rischio legato al sovrasfruttamento.

L’ASviS, con questo appuntamento, ha infine chiesto alla nuova classe politica di raccogliere i propri consigli “per invertire la rotta e dare un futuro sostenibile a questa e alle prossime generazioni”. Tra le proposte, insieme all’inserimento del principio di sviluppo sostenibile in Costituzione, troviamo il rispetto dell’Accordo di Parigi, la ratifica nazionale di tutti protocolli che toccano da vicino gli SDGs (Sustanable Development Goals), la trasformazione del CIPE in Comitato Interministeriale per lo Sviluppo Sostenibile, l’attuazione dell’Agenda 2030 guidata direttamente dalla Presidenza del Consiglio.

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Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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