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Api: l’UE vieta tre insetticidi dannosi

Anche l’Italia vota a favore del bando permanente dei tre neonicotinoidi. Potranno ora essere usati solo in serre chiuse.

Tre insetticidi dannosi per le api vietati dall’Unione europea. Il 27 aprile, 16 Paesi si sono espressi per la messa al bando permanente di tre tipi di “neonicotinoidi”, tra i più utilizzati al mondo.
Si tratta dei principi attivi di sintesi, a seconda della formula chimica, dell’imidacloprid, del clothianidin e del thiamethoxam. Da adesso, possono essere utilizzati solamente all’interno di serre chiuse.

Anche l’Italia tra i Paesi che hanno votato per la messa al bando, con Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Paesi Bassi, Austria, Svezia, Grecia, Portogallo, Irlanda, Slovenia, Estonia, Cipro, Lussemburgo, Malta (insieme rappresentano il 76% della popolazione Ue).
Contrari Romania, Repubblica Ceca, Ungheria e Danimarca, mentre si sono astenuti otto stati: Polonia, Belgio, Slovacchia, Finlandia, Bulgaria, Croazia, Lettonia e Lituania.
Esprime soddisfazione Greenpeace Italia attraverso le parole di Federica Ferrario, responsabile della campagna agricoltura dell’organizzazione: “è una grande giornata per il futuro dell’agricoltura europea. Questa è una notizia importante per le api, l’ambiente e tutti noi. Il voto a favore dell’Italia certifica l’attenzione dei cittadini italiani per la protezione degli impollinatori. I danni di questi neonicotinoidi sono ormai incontestabili. Bandire questi insetticidi è un passo necessario e importante, il primo verso una riduzione dell’uso di pesticidi sintetici e a sostegno della transizione verso metodi ecologici di controllo dei parassiti”.
Tuttavia, ritiene sempre Greenpeace, esistono ancora diversi insetticidi al centro del dibattito, ugualmente dannosi per gli impollinatori (come acetamiprid, thiacloprid, sulfoxaflor e flupyradifurone) e su cui bisogna prendere posizione.
Inoltre, va garantito che i neonicotinoidi appena vietati non vengano sostituiti da altre sostanze chimiche che potrebbero avere gli stessi effetti dannosi.

“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’umanità non resterebbero che quattro anni di vita”, affermava Albert Einstein che, come accaduto spesso, aveva capito l’importanza degli insetti impollinatori, necessari alla sussistenza del genere umano.
Tesi che, a distanza di anni, riscuote sempre più successo nella comunità scientifica, allarmata dall’eccessiva perdita di api per via di “avvelenamento ambientale” prodotto dai pesticidi utilizzati dall’uomo in agricoltura.
Conferma arrivata, un paio di mesi fa, anche dal rapporto Efsa, studio di sicuro fondamentale nell’orientare il voto degli Stati. Basandosi su oltre 700 report, l’Efsa ha dimostrato proprio le strette connessioni tra uso di queste sostanze, costantemente in crescita negli ultimi anni, e morte delle api. “La maggior parte dei modi in cui i pesticidi neonicotinoidi vengono usati rappresenta un rischio per le api selvatiche e quelle mellifere”, si legge nel documento.
Infine, va ricordato, che in Europa esisteva già dal 2013 un divieto parziale per l’uso dei tre neonicotinoidi, in particolare su mais, girasole e colza. Motivo che ha spinto diversi agricoltori a provare tecniche di coltivazione più ecologiche, come la rotazione dei campi e il biocontrollo.

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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