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La perdita di biodiversità porterà al collasso del sistema di produzione alimentare

A spiegarlo è il primo rapporto globale sullo Stato della biodiversità pubblicato dalla Fao

Il modello attuale di agricoltura, industriale ed estensivo, alla base dei nostri sistemi alimentari è al collasso, con gravi ripercussioni anche per la nostra salute. È questa la conclusione del rapporto Stato della biodiversità mondiale per l’alimentazione e l’agricoltura che la Fao che ha illustrato prove preoccupanti rispetto al danno irreversibile e catastrofico sulla biodiversità del nostro pianeta, in particolare quella legata al cibo. Il rapporto denuncia, tra le altre cose, la riduzione nella diversità delle coltivazioni e delle razze da cui dipende la nostra alimentazione, la distruzione di habitat e terre destinate alle coltivazione e la gestione insostenibile delle risorse naturali. L’analisi è stata condotta in 91 nazioni e ha mostrato come il maggior numero di specie di cibo selvatico in declino sia presente nei paesi dell’America Latinae dei Caraibi. Seguiti da quelli dell’Asia-Pacifico e dell’Africa. Sono poi “gravemente minacciati” uccelli, pipistrelli e insetti. Così come “gli impollinatoriselvatici come api e farfalle. Mentre “pascoli, mangrovie, praterie di alghe, barriere coralline e zone umide in generale sono anch’essi in rapido declino. In termini più generali, la Fao sottolinea in particolare la riduzione constatata nelle coltivazioni, l’aumento del numero di specie animali in via d’estinzione e il sovra-sfruttamento delle risorse ittiche. 

"La biodiversità è fondamentale per la salvaguardia della sicurezza alimentare globale. Dobbiamo usarla in modo sostenibile, per rispondere meglio alle crescenti sfide del cambiamento climatico e produrre cibo senza danneggiare l'ambiente", conclude il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva.

«Sono anni che Slow Food denuncia questi pericoli e ogni tanto abbiamo avuto la sensazione di predicare nel vuoto. Oggi la situazione sta cambiando, ci pare che la gente sia più sensibile, ma forse non ci si rende conto della gravità del problema: un conto è una perdita, un conto è un collasso catastrofico. Dobbiamo sperare di essere ancora in tempo evitare questa estinzione di massa ma abbiamo bisogno dell’impegno di tutti, non solo della Fao e di Slow Food, ma di tutta la gente di buona volontà» commenta Piero Sardo presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità.

"In Italia sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro nell'ultimo secolo, anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell'offerta". Si aggiunge all'allarme biodiversità anche Coldiretti: "In Italia nel secolo scorso - sottolinea - si contavano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000. Di queste 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa, ma la perdita di biodiversità riguarda l'intero sistema agricolo. Un pericolo che riguarda anche, continua l'organizzazione agricola -  ben 1,7 milioni tra mucche, maiali, pecore e capre scomparsi negli ultimi dieci anni. Sono minacciate di estinzione ben 130 razze allevate tra le quali 38 di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini. "Un pericolo - secondo la Coldiretti - per i produttori e i consumatori per la perdita di un patrimonio alimentare, culturale ed ambientale del Made in Italy".

 

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