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Bioedilizia, la terra cruda si racconta

Al via nelle Marche un progetto per far conoscere passato, presente e futuro della terra cruda, materiale naturale antico, ma più che mai attuale

La terra cruda non è solo un materiale che trova impiego in bioedilizia grazie alle sue caratteristiche e pregi, ma è una sorta di… macchina del tempo. Sì perché si tratta di uno dei materiali più anticamente usati dall’uomo per costruire case. Non solo: nel mondo più di un miliardo e mezzo di persone vivono oggi in case di terra cruda.

Testimonianze antiche di costruzioni in terra cruda ce ne sono ancora anche in Italia. Proprio per spiegare cosa sia e quali impieghi possa ancora avere questo materiale edile naturale è stato organizzato un progetto culturale, intitolato “La terra è”.

Un progetto per promuovere la terra cruda

Ideato e realizzato dall’assessorato alla Cultura del Comune di Macerata, il progetto conta anche sul contributo importante offerto dall’Ecomuseo delle case di Terra Villa Ficana della rete Macerata Musei e dall’Associazione Internazionale Città della Terra Cruda, con il patrocinio anche dei Comuni maceratesi di Treia, Mogliano e Montegranaro.

La terra è” è coordinato dall’architetto Anna Paola Conti, autentica esperta del recupero e della diffusione della cultura costruttiva del crudo, in particolare quello delle Marche. Questa regione ha, infatti, una tradizione molto antica e importante in tema: Macerata è una delle poche città italiane a contare uno storico quartiere di case in terra cruda recuperato, Villa Ficana. “Un luogo dal forte valore storico – monumentale che gode dal 2003 del vincolo di interesse monumentale posto dalla Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività culturali delle Marche e divenuto un importante incubatore culturale della città”, spiegano in una nota gli organizzatori dell’evento.

Ma quali sono le finalità dell’appuntamento? “La terra è” nasce con l’intento di spiegare cosa sia stata, cosa sia e cosa possa essere la costruzione in terra cruda, attraverso un ciclo d’incontri con taglio divulgativo che diventa, grazie al racconto del grande patrimonio di case in terra cruda da tutelare e valorizzare, un’occasione importante per l’Anno Europeo del Patrimonio Culturale.

Il progetto è strutturato in tre aree tematiche: la prima riguarda la terra come patrimonio e si focalizza sulla diffusione e le caratteristiche delle architetture di terra in Italia. 

C’è poi un’altra chiave di lettura: la terra come tecnologia, che riguarda tutto ciò che ha a che fare con l’intervento sull’esistente, con il recupero e con la possibilità di “traghettare” correttamente questo patrimonio nella realtà edilizia attuale.  Oltre a dar spazio alla conoscenza scientifica ci sarà modo di illustrare anche il concetto di terra legata al paesaggio, con una sessione dedicata all’indagine dei paesaggi marginali (e tra questi le case di terra).

Tra l’altro, l’iniziativa, patrocinata dagli ordini professionali, prevede il rilascio di crediti formativi.

La prima sessione è iniziata la scorsa settimana con il primo incontro a Macerata e avrà il suo secondo appuntamento a Montegranaro (FM), il prossimo 22 febbraio.

Terra cruda come occasione per far rete

L’obiettivo dell’iniziativa vuole essere quello di un avvio di un lavoro sinergico per far nascere una rete dei comuni che vedono nel proprio territorio case in terra cruda, come è nelle intenzioni dell’assessore alla Cultura del Comune di Macerata, Stefania Monteverde. Ma non solo: l’intento è raggiungere i professionisti, ma anche gli amministratori, gli studenti, i proprietari, per illustrare la ricchezza e la complessità dell’architettura in terra cruda nelle varie regioni italiane e in Europa, sia nei suoi aspetti storico tipologici sia nelle sue espressioni attuali.

I vantaggi della terra cruda in edilizia

Per conoscere la terra cruda è bene anche sapere quali sono i suoi vantaggi nell'impiego in edilizia: è un materiale dalle spiccate caratteristiche igroscopiche, riuscendo a equilibrare il tasso di umidità presente in casa, e di inerzia termica, oltre che praticamente ignifugo; a tutto questo va aggiunta la sua sostenibilità ambientale, dato che è il materiale con l’impronta LCA più bassa tra quelli in costruzione.

Ma ha ancora bisogno di essere adeguatamente conosciuto e promosso per diventare, anzi ridiventare, un materiale d’ampio uso.

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Autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.

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