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Canapa in bioedilizia, vantaggi e progetti

Isolamento termico, risparmio energetico e sostenibilità: Enea conferma i vantaggi della canapa
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La canapa rende le case più fresche e confortevoli. Non è uno slogan pubblicitario, ma l’evidenza di una ricerca condotta da Enea che ha appurato il suo potere isolante e altri benefici. In piena estate – si sa – la possibilità di contare su case più fresche significa godere di un maggiore confort. Spesso, però, occorre mettere in conto una spesa elettrica più salata per l’intervento del climatizzatore. Diviene, quindi, altrettanto importante poter contare anche sul risparmio energetico, L’alternativa c’è ed è offerta proprio dalla canapa, più precisamente dalla fibra di canapa come isolante in alternativa alle soluzioni comunemente impiegate in edilizia. A dimostrarlo sono i risultati ottenuti nei laboratori del Centro Ricerche Enea di Brindisi nell’ambito del progetto Effedil. I test su pareti “imbottite” di canapa hanno dimostrato un miglioramento delle prestazioni energetiche rispetto a pareti di solo laterizio senza isolante.

Isolamento termico e altri benefici

Lo segnala la stessa Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, attraverso Patrizia Aversa: «Con questo studio abbiamo potuto verificare che la canapa migliora l’isolamento termico, attenuando di circa il 30% il flusso termico, ossia la quantità di calore che passa attraverso un materiale in un dato momento, e diminuendo del 20% la trasmittanza termica, vale a dire la facilità con cui un materiale si lascia attraversare dal calore. Inoltre la canapa ha una buona permeabilità al vapore acqueo, permettendo così di evitare la formazione di condensa». Attraverso lo stesso progetto si è potuto evidenziare altre doti della canapa: infatti, trattata con sostanze naturali antimuffa e idrorepellenti possiede una maggiore traspirazione e resistenza ai batteri e una minore velocità di propagazione delle fiamme, in caso di incendio. La coltivazione della canapa si sta espandendo significativamente sia in Europa che in Italia dove sono registrati circa 3.000 ettari (fonte Federcanapa): la Puglia è la prima regione per produzione, seguita da Piemonte, Veneto e Basilicata. In particolare – segnala sempre Enea – nella regione pugliese si sta sviluppando un modello di economia circolare a filiera corta, che prevede il raddoppio della coltivazione e la realizzazione di un impianto di trasformazione con una capacità di circa 5 mila tonnellate l’anno.

Il progetto UE Canapalea

Mentre in Italia si diffonde la canapa, anche in Europa si sta percependo maggiormente l’importanza di questa materia prima in edilizia. Un esempio è il Progetto Canapalea (il cui nome deriva dal latino e significa “paglia di canapa”), finanziato dalla Comunità Europea all’interno del Programma Erasmus+. Nasce con l’obiettivi di diffondere l’uso della canapa nel mondo delle costruzioni attraverso la formazione ed informazione degli interlocutori politici, tecnici e professionali. A questo progetto partecipano 9 partner internazionali facenti capo a Francia, Italia, Spagna, Belgio. Tra questi si segnala, quale referente per l’Italia, ANAB (Associazione Nazionale Architettura Bioecologica). L’intero progetto – segnala la stessa associazione – si svolgerà entro 36 mesi per concludersi nel 2018. Capofila è la Francia, o meglio la regione Bretagna, in particolare l’ente études ET chantiers.

Autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.

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