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Italia: male su smog, rifiuti radioattivi e gestione Xylella

Per l’Europa l’Italia è colpevole di aver sforato con il PM10, della mancata notifica del programma nazionale sul nucleare esausto e della gestione del caso Xylella

Non arrivano buone notizie dall’Europa per quanto riguarda la gestione delle (ormai continue) emergenze ambientali da parte del nostro Paese. In un solo colpo l’Italia incassa il deferimento alla Corte di Giustizia per il mancato abbattimento degli ulivi affetti dal virus Xylella, per l’assenza di un programma adatto a gestire in modo sicuro i rifiuti radioattivi presenti su suolo nazionale, per la ripetuta violazione dei target imposti dalla normativa vigente sui livelli di particolato atmosferico, in questo caso si parla del PM10. Decisione che rischia di tradursi in pesanti sanzioni economiche.

Smog
Ricordando che l’Italia è sotto inchiesta anche per le emissioni nocive di biossido di azoto (NO2), prodotto in larga parte dalla auto diesel, questa volta al centro del mirino è finito un altro componente dello “smog”, il PM10.
Motivo del deferimento risiede nella strategia italiana di riduzione delle emissioni dilatata nel tempo, troppo permissiva. La quantità di PM10, infatti, già da diversi anni supera i limiti stabiliti dalla legislazione dell’Ue per la qualità dell’aria (direttiva 2008/50/CE).
“In 28 zone di qualità dell’aria, comprese le regioni Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto, i valori limite giornalieri sono stati costantemente superati, arrivando nel 2016 fino a 89 giorni di sforamento”, si legge dalla nota dell’Unione.  
Azione legale che arriva pochi mesi dopo le rassicurazioni del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – “abbiamo una strategia forte” – al quale, però, aveva risposto in modo seccato il Commissario europeo all’ambiente Karmenu Vella: “C’è ancora molto da fare, sono in totale disaccordo”.
Con la stessa motivazione dell’Italia sono sotto accusa pure Ungheria e Romania. Francia, Germania e Regno Unito, invece, sono state denunciate per sforamento di NO2.

Xylella
Sulla gestione dell’emergenza Xylella, che mette a rischio gli ulivi presenti nelle provincie di Taranto, Lecce e Brindisi, si era già aperta una procedura d’infrazione datata luglio del 2016.
Per Bruxelles la lotta al patogeno non è stata fatta nel modo richiesto, c’è bisogno di un’azione più drastica per evitare che si diffonda nell’intera area europea.
Tra le intenzioni della Commissione, di sicuro quella di ampliare la zona sottoposta a quarantena di almeno una ventina di chilometri verso nord e di imporre il totale abbattimento degli alberi malati.

Rifiuti nucleari
Per quanto riguarda la gestione del nucleare su suolo italiano, la Commissione ritiene che l’Italia non ha fornito misure rassicuranti in materia. In particolare, sull’aspetto dei programmi nazionali per il trattamento del combustibile nucleare esausto e dei rifiuti radioattivi.
La decisione arriva in seguito alla procedura d’infrazione aperta lo scorso luglio (insieme a Austria, Croazia, Repubblica ceca e Portogallo) dove si invitava a seguire i provvedimenti a garanzia di un “elevato livello di sicurezza” previsti dalla direttiva di riferimento. Procedura nata per via della mancata notifica del programma nazionale per la gestione del combustibile nucleare. Notifica che andava presentata entro l’ormai lontano 23 agosto 2015.

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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