ambiente2-1130x300.jpg
  • Home
  • AMBIENTE
  • Mobilità condivisa: fa bene alla salute e all’economia

Mobilità condivisa: fa bene alla salute e all’economia

Chiusa la Conferenza Nazionale della Mobilità Elettrica: prevista una crescita esponenziale della mobilità condivisa nei prossimi 10 anni

Si è conclusa la seconda edizione di “e_mob”, la Conferenza Nazionale della Mobilità Elettrica tenutasi a Palazzo Lombardia di Milano dal 27 al 29 settembre. Diverse le proposte arrivate dalla manifestazione, presenti nel “Libro bianco della mobilità elettrica”, per un servizio di trasporto finalmente a emissioni zero. Linee guida utili alle piccole amministrazioni cittadine, spesso chiamate a districarsi in una normativa complessa, e utili al Governo, chiamato a emanare strategie nel rispetto degli obiettivi globali di riduzione delle emissioni gas serra generate dal settore. 
“Siamo una comunità in crescita accomunata dal desiderio di un cambiamento necessario per la salute e l’ambiente. Dalla volontà di vivere in città libere dallo smog per evitare gli 80.000 decessi prematuri causati ogni anno dall’inquinamento. E per dare il proprio contributo nell’attenuare i cambiamenti climatici al fine di rendere meno intensi e frequenti gli eventi estremi – ha dichiarato Camillo Piazza, presidente di Class Onlus -. Una comunità che si muove dal basso per una rivoluzione silenziosa, quella dei Comuni firmatari della Carta Metropolitana della Mobilità Elettrica. Un documento con le buone pratiche per favorire la mobilità elettrica, promosso da cinque grandi città (Milano, Bologna, Firenze, Torino e Varese) e sottoscritto da più di 100 Comuni con oltre 20.000 abitanti in rappresentanza di 15 milioni di cittadini”.

Futuro elettrico

Oltre alle questioni ambientali, capaci di incidere sulla salute delle persone, durante e_mob si è messa in mostra pure la convenienza economica che lo sviluppo della mobilità elettrica è in grado di generare. Un vero e proprio motore “green” per stimolare l’industria e creare nuovi posti di lavoro, descritto dallo studio presentato da Transport & Environment, European Climate Foundation e la Fondazione Centro studi Enel. Secondo il documento la transizione elettrica è capace di produrre ricchezza per 2,4 miliardi di euro da qui al 2030. Una crescita composta da diversi benefici: dalla riduzione dei costi sanitari a quelli per l’import del greggio, dai 19mila nuovi posti di lavoro alla riduzione della spesa di gestione per il veicolo, quantificata in circa 920 euro all’anno per ogni automobilista.

Tendenza positiva confermata dalla Road Map al 2030 dove, nello scenario più favorevole, la mobilità elettrica porterebbe ad avere 160.000 aziende coinvolte con oltre 800.000 addetti, con un fatturato superiore ai 400 miliardi di euro (sempre al 2030).

Cambierà il modo di spostarsi

Nel prossimo decennio arriveranno centinaia di novità, sia a quattro ruote che a due, con modelli che offriranno maggiore autonomia e sistemi di ricarica più rapida, grazie a innovazioni per le colonnine.
Inoltre, il mezzo privato (in prevalenza l’auto) che oggi rappresenta l’80% dei viaggi diverrà sempre meno centrale nelle scelte di spostamento. Oltre al previsto aumento degli utenti del trasporto pubblico come previsto nel piano di “Milano 2025”, dove al centro c’è una mobilità condivisa fatta di sharing per biciclette, scooter e auto.
E cambierà pure la città. Sarà più silenziosa e con quartieri ideati sulla base dei nuovi parametri richiesti dal tipo di trasporto. Un assaggio è stato dato dal Politecnico di Milano che, per l’occasione, ha spiegato il suo progetto in fase di realizzazione a Sud della città. Dove l’acquisto della casa sarà comprensivo dei servizi di mobilità condivisa, come lo sharing di cargo bike elettriche e quello di auto di condominio, il tutto abbinato all’intermodalità: garantire spostamenti a piedi e in bici abbinati al trasporto pubblico per raggiungere con facilità la scuole a e il luogo di lavoro. Tutto, ovviamente, abbinato a uno stile di vita più sano e finalmente libero dallo smog.

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

Ultime pubblicazioni