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Incubo xylella, Decreto Martina sommerso da una valanga di polemiche

Monta la protesta all'indomani del decreto Martina che obbliga all'utilizzo di pesticidi per combattere la sputacchina, l'insetto vettore di xylella

L’incubo Xylella nel Salento non finisce, circa un mese fa è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il nuovo decreto Martina avente per oggetto “Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di Xylella fastidiosa nel territorio della Repubblica Italiana”, con il quale si obbligano gli agricoltori all’uso di pesticidi tra marzo e aprile, tra cui il glifosato, già ampiamente utilizzato. Tra maggio e dicembre invece il medesimo decreto-legge obbligherà all’uso di insetticidi, nello specifico alcuni neonicotinoidi e soprattutto l’acetamiprid, una sostanza nociva che però avrebbe “ottima efficacia” per fermare la proliferazione della “sputacchina”, l’insetto vettore di xylella. L’introduzione nell’area che va da Martina Franca, Locorotondo e Fasano fino al Capo di Leuca di queste sostanze chimiche, considerate potenzialmente dannose per la biodiversità, la salute umana e la catena alimentare, sta già sollevando un vespaio di polemiche. L’Associazione Isde – Medici per l’Ambiente sostiene che: “I pesticidi dannosi per l’ambiente e per la salute umana non possono essere imposti per legge”. Secondo i medici gli effetti dei neonicotinoidi sull’uomo devono ancora essere chiariti, ma quattro casi studio pubblicati finora denunciano associazioni significative tra queste sostante e rischio di alterazioni dello sviluppo come la tetralogia di Fallot, l’anencefalia, disturbi dello spettro autistico, alterazioni mendiche e motorie. È un paradosso peraltro che il decreto Martina obblighi a usare sostanze del genere, scrive l’Isde nel suo comunicato, perché: “Nello stesso periodo in cui è stato varato, l’UE bandiva in tutti gli Stati l’utilizzo di imidaclopramid, uno dei neonicotinoidi citati nel decreto, per i suoi effetti devastanti per le api.” Anche la sede leccese di Federconsumatori si dice perplessa rispetto al contenuto del decreto con cui viene imposto l’obbligo di quattro trattamenti chimici all’anno, su tutto il territorio agricolo compreso tra l'Adriatico e lo Ionio: “Si tratta di interventi che, in base ad una prima lettura del testo di legge, sembrano esporre la nostra Regione a concreti rischi di contaminazione dell’aria e del suolo, con pregiudizio per la salute dei cittadini e per la biodiversità del territorio pugliese”, si legge in una nota firmata dal presidente provinciale, Antonio Moscaggiuri. Secondo Federconsumatori si verificherebbe una “decimazione degli insetti impollinatori”, tra cui le api che “danneggerebbe la produzione di alberi da frutto, legumi e ortaggi allogami, e comporterebbe l’estinzione delle piante infestanti che sono alla base della nostra attuale alimentazione vegetale”,

Il sindaco di Nardò in provincia di Lecce, Pippi Mellone, ha firmato la prima ordinanza contro l'obbligo di utilizzo di pesticidi imposto dal decreto Martina e ha già previsto una "contromulta" da 500 euro a chi trasgredirà. L'ordinanza è disposta "per motivi di igiene e sanità pubblica" e ricorda che il "decreto obbliga all'uso di erbicidi come il glifosato, rispetto ai quali, a più riprese e da fonti autorevoli sono stati denunciati i gravi rischi per la salute umana, oppure all'uso di insetticidi, indicando in maniera specifica alcuni neonicotinoidi e citando in via preferenziale l'acetamiprid, sbilanciando, di fatto, la scelta verso sostanze altamente nocive piuttosto che verso altre (piretine, olio essenziale di arancio dolce), approvate in agricoltura biologica e a basso impatto". Stesso impegno a Nociglia con il sindaco Massimo Martella.  Diversa la posizione del sindaco di Lecce Carlo Salvemini, il quale in una nota su facebook ha dichiarato: “ho fiducia nella decisione della Ue e del Governo italiano, e nella scienza che indica le misure più adeguate per il contenimento di una devastante epidemia batterica che colpisce i nostri ulivi, devasta il nostro paesaggio, colpisce la nostra economia. Non ho competenze sufficienti per sostenere che stiano sbagliando o che non stiano agendo con scrupolo e buona fede; né per indicare come dovrebbero diversamente agire per combattere la xylella e tutelare la salute pubblica. Non emanerò quindi l’ordinanza che vieta l’uso dei fitofarmaci in città, né ricorrerò contro il decreto del Ministero dell’Agricoltura. Né intendo contestare decisioni diverse che altri miei colleghi sindaci decideranno di assumere.” Nel Salento è tantissima l’agitazione tra gli agricoltori, soprattutto tra coloro che hanno investito sul biologico, come gli operatori del turismo, che temono un danno d'immagine a livello nazionale e internazionale.