Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983. Il sito web di Sergio Ferraris, giornalista scientifico.
Idrogeno a domicilio
Arriva l'idrogeno iniettato nella rete di trasporto del metano. Non è puro, le tecnologie per l'utilizzo non sono ancora pronte, ma si miscela al gas naturale al quale si miscela, per ora in una quota del 5% e attraverso la rete si alimentano due industrie locali che quindi giá usano la miscela metano-idrogeno. Snam ha avviato ufficialmente la sperimentazione, prima di questo genere in Europa, a Contursi Terme, in provincia di Salerno, un test che prevede la fornitura di H2NG (miscela di idrogeno e gas) a due imprese industriali della zona, un pastificio e un'azienda di imbottigliamento di acque minerali. L'avvio al progetto lo hanno dato l'amministratore delegato di Snam Marco Alverá e il sottosegretario al ministero per lo Sviluppo economico Andrea Cioffi.
In prospettiva, l'idrogeno potrá essere prodotto a livello locale, tramite elettrolisi usando l'elettricitá da fonte rinnovabile, prodotta in Campania e nel Sud Italia, consentendone quindi un utilizzo anche quando non si potrà immettere nella rete a causa di picchi di produzione e delle congestioni. Si tratta, a tutti gli effetti, di uno stoccaggio. L'idrogeno potrá essere miscelato al metano, rendendone piú pulita la combustione sotto al profilo della CO2, come accade ora, oppure essere usato per alimentare le fuel cell, come quelle delle auto nel caso si sviluppi la mobilitá a idrogeno.
In futuro, poi, i gasdotti potrebbero diventare degli idrogenodotti. Insomma, l'idrogeno 'green' prodotto attraverso l'elettrolisi da fonti rinnovabili come sole e vento. " Ciò permetterá a queste risorse non programmabili di beneficiare della capillare rete di trasporto del gas e degli stoccaggi, contribuendo a fronteggiare la sfida dell'intermittenza dell'energia verde. - affermano i tecnici di Snam - E ciò avrá un ruolo cruciale nel garantire il raggiungimento degli obiettivi europei e globali di decarbonizzazione al 2050". La combustione dell'idrogeno, se prodotto da fonti rinnovabili infatti, non genera emissioni di CO2. Ma l’economia dell’idrogeno ha dei competitori non indifferenti. Il primo risiede nella sempre maggiore efficienza della rete elettrica di distribuire l’energia elettrica da rinnovabili. Il contributo di mancata produzione di energia rinnovabile, che viene corrisposto ai produttori quando la rete non riesce a distribuire elettricità che potrebbe essere prodotta è in costante calo da dieci anni, per cui se si sviluppasse l’utilizzo d’idrogeno si rederebbe necessario un massiccio utilizzo delle rinnovabili. Per quanto riguarda l’accumulo e i servizi di rete, invece, c’è da tenere conto del fatto che in Italia disponiamo di ben 5 GW di pompaggio idroelettrico dei quali solo uno è utilizzato con continuità, mentre sul fronte dei servizi di rete diffusi se si dovesse avere una buona penetrazione della mobilità elettrica Enel sarebbe pronta ad utilizzare le auto cariche e allacciate alle centraline per fornire servizi di rete. Oltre a ciò bisogna registrare il fatto che il maggior concorrente dell’idrogeno potrebbe essere il biometano, che anche esso è neutro a livello di emissioni e che possiede ottime potenzialità di penetrazione locale con poco impatto sul settore alimentare se si utilizza la logica della doppia coltura. Insomma la strada dell’idrogeno, che è sicuramente da praticare anche perché di fronte all’emergenza climatica bisogna occuparsi di tutte le tecnologie alternative alle fossili, potrebbe essere decisamente in salita.