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Rifiuti spiaggiati: com'è la situazione in Italia?

Su 62 spiagge monitorate da Legambiente trovati una media di 670 rifiuti ogni 100 metri lineari

La stagione balneare è ormai alle porte e gli italiani sono pronti ad affollare le spiagge della penisola in cerca di relax e dell’abbronzatura perfetta. Ma come se la cavano i nostri litorali in termini di pulizia? Secondo l’indagine “Beach Litter” svolta da Legambiente la situazione che ci troveremo difronte potrebbe essere, purtroppo, diversa da quella sperata.
Sulle 62 spiagge italiane monitorate (circa 200 mila metri quadri, 23 in Campania, 7 nelle Marche, 6 in Sicilia, 5 in Basilicata, 3 nel Lazio, Toscana, Sardegna e Puglia, 2 in Abruzzo, Molise e Emilia Romagna, 1 in Calabria, Veneto e Friuli Venezia Giulia) è stata trovata una media di 670 tipi di rifiuti diversi per ogni 100 metri lineari di spiaggia.
Se parliamo di materiali è la plastica quello di gran lunga più diffuso (84% degli oggetti ritrovati), seguono vetro (4,4%), metallo (4%) e carta (3%).
Per i singoli oggetti, invece, la classifica vede al primo posto le reti utilizzate per la raccolta dei mitili (11%), poi tappi e coperchi (9,6%) e residui di plastica inferiori ai 50 cm (9,3%). Al quarto posto spiccano i mozziconi di sigaretta (8,5%) e, proseguendo, bottiglie di plastica (7,7%) e cotton fioc (6,1%).

“Il problema del marine litter - dichiara Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente - è un’emergenza globale al pari dei cambiamenti climatici ed è un problema destinato a crescere, arrecando gravi danni alla biodiversità, all’ambiente, alla salute e all’economia, se non si interviene al più presto. Un fenomeno che costa all’Ue ben 476,8 milioni di euro l’anno. Per risolvere il problema dei rifiuti in mare e sulle coste è fondamentale mettere in campo politiche unitarie e programmi concreti su tutto il Mediterraneo e a livello planetario. È anche importante incentivare su tutto il territorio nazionale campagne di prevenzione, sensibilizzazione e informazione che coinvolgano amministrazioni e i cittadini, incoraggiando una corretta gestione dei rifiuti e una partecipazione attiva. Spiagge e Fondali puliti ha proprio il suo punto di forza nel coinvolgimento di migliaia di volontari che ogni anno raccolgono dati scientifici sul beach litter e si attivano per ripulire le spiagge. Un’esperienza, quella di Legambiente, unica a livello internazionale, che l’associazione porterà al Palazzo di Vetro di New York partecipando alla Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani il prossimo 5-9 giugno.”
A preoccupare non sono solo le spiagge italiane ma tutte quelle della fascia del Mediterraneo. I materiali inquinanti sono più o meno gli stessi che invadono le coste italiane ma si registra una variazione di consistenza. Al primo posto, infatti, figurano i mozziconi di sigaretta (20,7%), poi tappi (11%) e bottiglie di plastica (9,5%). Molto diffusi anche gli shopper in plastica (protagonisti di una battaglia legale in terra italiana), sono circa il 5% degli oggetti ritrovati sulle coste del Mediterraneo.

La cause        
Ovviamente, i rifiuti in mare non ci finiscono da soli e, come è noto, la plastica è particolarmente dannosa per la nostra salute. Una volta finita in mare subisce l’azione degli agenti atmosferici che la riducono in “microgranuli” poi assimilati dagli organismi marini. Pesci in grado di risalire la catena alimentare trasmettendo queste sostanze dannose all’organismo umano.
Si calcola che gli “scarti plasticosi” in mare si estendono per un’area grande 5 volte quella occupata dallo stato americano del Texas.
È alla cattiva gestione dei rifiuti a cui imputare grossa fetta di questo genere d’inquinamento: costituisce quasi la metà delle cause dei rifiuti spiaggiati (49%). Non esenti da colpe anche le attività dirette, quelle che si svolgono in acqua, come pesca e acquacultura (14%) e la mancanza o il malfunzionamento dei depuratori (7%).

Le nostre spiagge rappresentano un valore da preservare. Nessun Paese d’Europa possiede una varietà paesaggistica che troviamo seguendo il perimetro dello stivale e, anche noi, con dei piccoli accorgimenti quotidiani, possiamo influenzare in maniera positiva la pulizia dei litorali.
La diffusione della raccolta differenziata e, più banalmente, comportamenti virtuosi come l’evitare di gettare materiali nel water (ne sono un esempio i classici cotton fioc) e mozziconi di sigaretta nelle reti fognare, riduce in modo significativo il numero dei rifiuti spiaggiati.
Perché non dimentichiamo che, nonostante tutto, l’Italia possiede ancora angoli di paradiso invidiati dal tutto il mondo. E lo dimostrano le 342 spiagge premiate con la Bandiera Blu per questo 2017 (il riconoscimento assegnato dalla FEE, Foundation for Environmental Education).
E la speranza è che possano essere, anno dopo anno, sempre di più. 

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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