Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
Edilizia sostenibile, l’aiuto dalle start up green
Sulle 6363 start up innovative presenti in Italia (dati Registro Imprese, aggiornati a settembre 2016) sono diverse le realtà che progettano e realizzano soluzioni in tema di edilizia sostenibile. Efficienza energetica, materiali edilizi naturali o riciclo dei materiali sono tutti aspetti che entrano in gioco nella loro strategia. Una strategia vincente, dato che i principi edilizi che guardano alla sostenibilità hanno sempre più l’attenzione, non solo tra i privati, ma anche tra gli enti pubblici: come abbiamo scritto, sono 1251 i Comuni che hanno modificato i loro regolamenti specifici per inserire parametri di sostenibilità.
Startup ed efficienza, un binomio premiato
Le fiere del settore hanno colto l’importanza delle startup e hanno deciso di dare loro evidenza, con iniziative dedicate: in occasione di Klimahousecamp se n’è parlato diffusamente, annunciando anche il premio Klimahouse Startup Award, che verrà assegnato in occasione della fiera di stanza a Bolzano (26-29 gennaio 2017): sarà un
“premio dedicato alle startup italiane che lavorano ogni giorno per un futuro green e sostenibile migliorando l’efficienza energetica degli edifici”Nella giuria ci sarà anche il fondatore di una di queste, Airlite, marchio ideatore e promotore di una pittura speciale in grado di ripulire l’aria negli ambienti indoor. Secondo l’azienda la soluzione può ridurre gli inquinanti dell’aria fino all’88.8%. Come funziona? Spiega l'azienda: “Attraverso l’energia della luce, attacca gli agenti inquinanti trasformandoli in sali minerali innocui e neutralizzandoli”. Anche al SAIE si è dato spazio a queste realtà innovative in grado di rendere più green l’edilizia e l’ambiente. Un esempio: Rewallution, startup di Aosta che ha ideato e brevettato SpeedyBRICK, un sistema costruttivo che ricorda molto i mattoncini LEGO. In pratica l’idea alla base è assemblare blocchi modulari per realizzare muri perimetrali o pareti divisorie, incastrando i blocchi senza dover usare malta o altro. Il sistema non prevede la tinteggiatura e rivestimenti, un vantaggio in grado di ridurre le emissioni, e una volta giunto a fine vita la costruzione può essere smontata pezzo per pezzo e riutilizzata senza inutili – e inquinanti – conferimenti in discarica.
Economia circolare, bioedilizia e NZEB
Ci sono poi le startup che basano la loro azione sui principi dell’economia circolare: una di queste, Pietranet, di Rovereto (Trento) produce pavimentazioni esterne granulate, totalmente drenanti, traendo la materia prima dagli scarti dalla produzione di pietra. Una soluzione ecosostenibile, in linea con i principi della green economy: non a caso la sede aziendale si trova all’interno di Progetto Manifattura, green innovation factory. Degna di interesse al SAIE anche la startup fiorentina Catalyst, la cui filosofia è basata su principi di architettura sostenibile e che privilegia
“il riciclo dei materiali inerti derivanti dalla demolizione di edifici esistenti e la loro ricostruzione in loco, nonché l’utilizzo dei residui da escavazione lapidei”La stessa startup afferma di applicare un sistema innovativo di produzione sul posto dei manufatti necessari alle nuove costruzioni, che assicura un elevato risparmio energetico, evitando le emissioni di CO2 conseguenti dalle lavorazioni e dai trasporti. Grazie ad esso utilizza i detriti della demolizione comprimendoli in appositi stampi per la realizzazione di mattoni (Ri Block). Mediante il metodo di pressatura a freddo si garantisce risparmio energetico, riduzione significativa di climalteranti e nessuna spesa e impiego di carburanti per i trasporti necessari per muoversi verso la fabbrica, il cantiere o la discarica. Non solo: gli stessi metodi di riciclaggio degli inerti hanno trovato impiego per il recupero degli scarti di lavorazione del marmo di Carrara, impiegando anche la polvere derivante dalle escavazioni in corso nelle Cave Apuane e debitamente compressa negli appositi stampi per la realizzazione dei Carrara Block. Sempre in tema di costruzioni è da segnalare Wasp, startup ravennate che ha realizzato una mega stampante 3D in grado di costruire abitazioni con materiali a km zero, reperiti sul territorio, naturali o riciclati, anche se può utilizzare materiali edili tradizionali. Infine segnaliamo Natural Domus, startup della provincia di Cuneo specializzata in soluzioni di bioedilizia (case di paglia e di legno) e di efficienza energetica che sta portando avanti il progetto NDZ, un prototipo di edificio NZEB caratterizzato dall’elevata sostenibilità oltre che dalle interessanti proprietà antisismiche.