Freelance leccese. Inizia a lavorare come giornalista nel 2008 nella redazione tg di un'emittente televisiva locale. Fino ad oggi ha collaborato con diverse testate: dalla carta stampata al web e uffici stampa di vario genere. Si occupa prevalentemente di ambiente e cultura. Scrive sul Nuovo Quotidiano di Puglia e sulla rivista Salento Review. Per Tekneco coordina la redazione web e si occupa della gestione del social media management.
Veranu, il pavimento che trasforma i passi in energia
Si chiama Veranu, la nuova start up ideata dagll' ingegnere sardo 33enne sard Alessio Calcagni che insieme a Simone Mastrogiacomo e Giorgio Leoni, anch'essi ingegneri poco più che 30enni, hanno dato vita ad un'idea molto innovativa che veste a pennello le città di domani e gli edifici smart, si tratta della creazione di un pavimento intelligente che trasforma i passi in energia. La parola "Veranu" significa in dialetto sardo "primavera", il progetto nasce nel 2012, quando Alessio Calcagni sta per conseguire la laurea specialistica in ingegneria al Dealab (Laboratorio di Dispositivi Elettronici Avanzati) dell’Università di Cagliari. La sua tesi consiste nel progettare un sensore in grado di percepire la pressione. “Quei sensori – ricorda – erano destinati alla ‘pelle’ di un robot: trasformavano la pressione in segnali che dovevano far capire alla macchina che qualcuno la stava toccando. L’idea è nata da lì, anche se non era direttamente collegata alla produzione di energia pulita." Qui di seguito l'intervista ai fondatori.
Come funziona Veranu? Quali i vantaggi e gli svantaggi?
Il principio di funzionamento è molto semplice: più persone camminano su Veranu, maggiore sarà la quantità di energia che erogherà. All’interno di Veranu infatti vi sono dei materiali piezoelettrici in grado di convertire l’energia cinetica del calpestio in energia pulita
Vantaggi:
L’ energia può essere immagazzinata ed impiegata per alimentare dispositivi a bassa potenza; Il segnale generato è anche un’informazione che può essere impiegata per controllare il numero e il flusso di persone in un’area. Informazione molto utile ad esempio nelle scuole dove non si possono installare telecamere, in luoghi affollati per gestire il flusso di persone in caso di emergenza. Tecnologia invisibile in quanto Veranu viene installato sotto la pavimentazione tradizionale adattando il suo design all’ambiente circostante.
Svantaggi:
La difficoltà delle nuove tecnologie di inserirsi nel mercato, tale tecnologia infatti non può essere destinata solo al mercato italiano ma per avere successo bisogna, come dicono gli americani, “Think Globally” e dedicare molto lavoro in Marketing e comunicazione. Sarà quindi importante per superare le difficoltà collaborare anche con aziende di pavimenti tradizionali, innovando i loro prodotti e usufruendo di canali commerciali già consolidati.
Che tipo di percorso avete seguito? (finanziamento, avvio, mantenimento)
Dopo studi, prove tecniche, prototipi si è seguito il percorso di incubazione nel venture incubator di Capoterra, Clhub. Durante il percorso la start up si è costituita come Srl innovativa, è stata presentata domanda di brevetto ed ottenuti i primi finanziamenti privati tramite la piattaforma di equity crowdfunding, Equinvest.
Da chi siete stati affiancati?
Il percorso di incubazione presso il venture incubator Clhub è stato fondamentale nel gestire la comunicazione, i flussi di cassa e tutte le attività legali.
Qual è stata la parte più difficile da affrontare?
Ogni piccolo traguardo si è raggiunto tra mille difficoltà e tanto lavoro quotidiano. Sicuramente il presentare un progetto nuovo e fuori dagli schemi tradizionali richiede un notevole impegno nel comunicare per far comprendere a tutti quale sarà il futuro dell’innovazione. Tuttavia penso che la parte più difficile e più bella della nostra startup debba ancora venire.
Che tipo di riscontro avete avuto da parte del pubblico?
Il CES costituisce la fiera più importante dell'elettronica dove grandi aziende espongono i prodotti di nuova concezione pronti per essere lanciati sul mercato. Se considerassimo solo il prestigio che il CES possiede, ci riteniamo molto soddisfatti e fieri di aver partecipato a tale manifestazione. Da un punto di vista più da startup, abbiamo riscontrato molto interesse da parte del mercato americano: la nostra mattonella intelligente è stata apprezzata da curiosi, ingegneri, industriali e investitori, ottenendo ampi consensi da tutti i visitatori del nostro stand e molti contatti utili per una sua entrata e diffusione nel mercato americano.
Qual è la strategia di exit?
Attualmente non stiamo pensando ad un exit intesa come cessione/vendita della società, ma ci stiamo concentrando sul lancio nel mercato del nostro prodotto, avvenuto con la partecipazione al CES a Las Vegas, e sulla strategia di come raggiungere in maniera capillare i nostri clienti. Il team di Veranu è altamente qualificato a realizzare non solo le nostre mattonelle intelligenti ma saprà spendersi anche per altri progetti e collaborazioni tali per cui ad ora mi sembra difficile parlare di una strategia di exit, scelta invece abbordabile da parte di investitori divenuti nostri soci con la Campagna di equity crowdfunding che abbiamo concluso ad inizio 2017.
Quale tipo di supporto credete sia opportuno per la prosecuzione di successo di una start up?
È importante instaurare relazioni con università per migliorare continuamente il prodotto, con aziende in grado di industrializzare le varie componenti di Veranu e aziende che possano garantire una commercializzazione del prodotto a livello globale come ad es. aziende nel settore della pavimentazione tradizionale.
Quali saranno i prossimi step?
I prossimi step saranno la produzione in scala di Veranu per abbattere i costi e l’individuazione di partner come aziende di pavimenti tradizionali che desiderino innovare i propri prodotti e dispongano di canali commerciali già consolidati.