Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983. Il sito web di Sergio Ferraris, giornalista scientifico.
Elettricità in Italia: più fossili meno rinnovabili
Arriva dal Gme la fotografia dell'andamento del mercato elettrico del mese di gennaio. Un report in chiaro e scuro che vede la diminuzione dei prezzi dell'energia elettrica, ma anche della quota di rinnovabili. A gennaio, secondo il report del Gme gli scambi di energia nel Mercato del Giorno Prima segnano ancora una crescita su base annua (+1,0%), ma piú contenuta rispetto a quella osservata nella seconda metá del 2015 (superiore al 3%). Le vendite degli impianti di produzione nazionali, giovandosi della flessione delle importazioni (-11,5%), crescono del 4,3% trainate ancora dalle fonti termiche tradizionali (gas e carbone), in calo invece le fonti rinnovabili (-9,1%) nonostante la buona performance degli impianti eolici (+15,6%). Nel dettaglio le vendite d'elettricità da impianti a fonte rinnovabile si confermano in calo tendenziale portandosi a 6,1 milioni di MWh (-9,1%). In flessione è soprattutto l'idroelettrico (-19,9%) e il fotovoltaico (-17,1%), mentre è in decisa crescita invece la fonte eolica (+15,6%). Le vendite da impianti a fonti tradizionali, invece, trainate anche a gennaio dagli impianti a gas (+18,5%) e da quelli a carbone (+9,9%) mettono a segno una crescita tendenziale del 10,7%. Quindi la quota delle fonti rinnovabili cede 4,4 punti percentuali, scendendo sotto il 30%, mentre quella degli impianti a gas ne guadagna 5,5 e sale al 46,1%. Il prezzo medio d'acquisto dell'energia nella borsa elettrica (Prezzo unico nazionale- Pun), è in forte ribasso sia su dicembre (-16,5%) che su gennaio 2015 (-9,1%), con 46,47 euro/MWh. I prezzi di vendita per zone sono oscillati tra 47,87 euro/MWh del Nord e 40,19 euro/MWh del Sud, mentre quello della Sicilia (47,37 euro/MWh) scende ai minimi da oltre un decennio. Il prezzo medio di acquisto (Pun), con una flessione di 9,19 euro/MWh (-16,5%) su dicembre e di 4,63 euro/MWh (-9,1%) su base annua, si attesta a 46,47 euro/MWh, livello piú basso da agosto 2014. I prezzi di vendita registrano ribassi sia rispetto al mese precedente che su base annua. Nel Nord, dove incide la significativa contrazione della produzione idroelettrica e la flessione delle importazioni, il prezzo zonale segna il ribasso tendenziale piú contenuto (-3,6%) ed il livello piú alto, pari a 47,87 euro/MWh, e supera di 50 cent. di euro/MWh quello della Sicilia (47,37 euro/MWh) che scende ai minimi da giugno 2004. I prezzi di Centro Nord, Centro Sud e Sardegna si allineano poco sopra i 45 euro/MWh, mentre il Sud, favorito dalla restrizione della capacitá di transito verso nord per buona parte del mese, si conferma la zona dal prezzo di vendita piú basso con 40,19 euro/MWh, minimo da maggio 2014. Cosa significa tutto ciò? È semplice. Aumentano i consumi d'energia elettrica ma continuano a calare le rinnovabili, trascinate dall'idroelettrico che vede un forte calo dovuto alla scarsità della risorsa acqua, mentre il termico fossile beneficiano del calo del petrolio e delle fonti fossili a loro collegate. Il gas naturale, per esempio, è calato del 32,27% in un anno, mentre i per il metano futures sono crollati del 18% nell'inizio del 2016 per via di un inverno mite dovuto a El Niño cosa che ha pesato sulla domanda. Il clima, quindi, influisce direttamente anche sul mercato.