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Italia senza rete

Secondo una ricerca di Accenture c'è il rischio che al 2030 si verifichino importanti cali dell'erogazione elettrica

Il cambiamento potrà portarci al black out, è questa la conclusione di uno studio di Accenture presentato durante il workshop annuale sulle utility a Milano. La profonda trasformazione che il sistema elettrico italiano dovrà affrontare nei prossimi anni potrebbe mettere sotto stress la fornitura di energia. Tra l'aumento delle fonti rinnovabili e il processo di elettrificazione, c'è il rischio che nel 2030 l'energia non sia sufficiente e manchi per un numero di ore che può arrivare fino a 1.700 l'anno, pari al 19% del totale.

«Il rischio è che si creino dei picchi di domanda che in alcune ora potrà essere significativamente superiore alla capacità installata, con un gap da 6 fino a 16 GW», ha spiegato Pierfederico Pelotti, responsabile utilities di Accenture in Italia. Tra le fonti di stress, l'aumento del consumo, il maggiore impiego delle fonti rinnovabili non programmabili e l'addio al carbone. Il periodo più critico, secondo la ricerca, sarà quello invernale, con le ore 18 dei giorni feriali a rappresentare il momento di maggior stress della rete, per il maggior numero di veicoli elettrici messi in carica e il maggior utilizzo dei dispositivi di riscaldamento. Per studiare l’evoluzione del mercato energetico italiano al 2030 Accenture ha utilizzato un modello proprietario personalizzato per l’Italia, che simula prelievi e immissioni orarie nel sistema elettrico. Il tutto per definire il livello di flessibilità necessario ad assicurare la stabilità della rete.

«Questo scenario, però, può rappresentare anche una grande opportunità per il sistema Italia se si riuscirà ad attuare una programmazione che coinvolga l'intero ecosistema con un mix di fonti anziché un aumento della capacità installata», osserva ancora Pelotti. In particolare, saranno le tecnologie all'avanguardia, le sinergie con la rete gas e l'impiego di batterie di accumulo le principali fonti di flessibilità del sistema. Per non parlare delle sperimentazioni attuali, condotte per esempio da Enel in Danimarca, dove la stabilità della rete viene garantita dall'accumulo diffuso rappresentato dalle batterie delle autovetture che offrono collettivamente servizi di rete, per i quali il proprietario dell'autovettura può essere retribuito.

Un'altra opzione per garantire la stabilità della rete può essere il sistema power to gas, dove l'elettricità nei momenti d'eccesso viene utilizzata per produrre idrogeno o metano che viene stoccato e utilizzato successivamente. Rimane il fatto che lo spostamento repentino sull'elettrico di utenze che oggi usano altre fonti potrebbe portare a dei problemi se non si provvederà in tempo. è possibile, infatti, che i picchi previsti nelle simulazioni di Accenture si manifestino prima della maturità e realizzazione di queste tecnologie.

Autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983. Il sito web di Sergio Ferraris, giornalista scientifico. 

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