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Italia: decarbonizzazione a rischio

L'agenzia finanziaria Moody's ha analizzato le criticità del processo di decarbonizzazione dei prossimi anni in Italia. Non sono poche

Il nostro paese, pur avendo già raggiunto gli obiettivi di decarbonizzazione al 2020 - obiettivi sui quali un poco da dire ci sarebbe - avrà maggiori difficoltà a rispettare quelli fissati per da Bruxelles al 2030. Ad affermarlo è l'agenzia Moody's nel report "Europès electricity markets - In Italy, gas will remain the price-setting fuel as decarbonisation becomes more challenging", pubblicato di recente.

«L'Italia ha raggiunto con cinque anni d'anticipo gli obiettivi europei di decarbonizzazione al 2020, grazie a generosi meccanismi di incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili, alla riduzione della produzione industriale e delle emissioni di gas serra a seguito della crisi finanziaria globale e all'aumento dell'efficienza energetica - afferma Alessandra Mac Donald, analista di Moody's e autrice del report - Riteniamo tuttavia che gli obiettivi di decarbonizzazione oltre il 2020 saranno più impegnativi, considerata la crescita attualmente modesta delle rinnovabili in Italia - si veda l'articolo di Tekneco del 3 agosto 2018 "Italia e rinnovabili: non ci siamo" - e le nostre aspettative di ripresa della crescita del Pil».

Oltre il 2020, la Strategia Energetica Nazionale (Sen) del 2017 dell'Italia punta a una riduzione del 33% delle emissioni di gas serra che non rientrano nel sistema di scambio delle quote di emissione (non Ets) e a un tasso di penetrazione delle energie rinnovabili del 28%, entrambi da raggiungere per l'appunto entro il 2030 e per il quale sono necessari 3,5 GW di nuove rinnovabili ogni anno a partire dal 2018. Moody's prevede che con la riduzione degli incentivi la crescita della capacità rinnovabile entro il 2022 sarà modesta (circa 1 GW all'anno). Tradotto: al 2022 avremmo un deficit di 10 GW d'istallazione di rinnovabili che porterà il tasso annuo dei successivi otto anni da 3,5 GW a 4,75 GW ogni anno. E oltre a ciò la stentata crescita economica potrebbe ora ostacolare la capacità del Paese di conseguire ulteriori riduzioni.

 Secondo Moody's la modesta crescita delle rinnovabili, insieme alla maggiore efficienza energetica - tutta da verificare - e alla progressiva chiusura degli impianti a carbone prevista entro il 2025 possano sostenere la riduzione di emissioni complessive di gas serra. «La decarbonizzazione comporterà una diminuzione del margine di riserva dell'Italia nel medio termine», aggiunge Mac Donald.

Con la chiusura delle centrali termiche, compresa l'eliminazione graduale della capacità a carbone annunciata dal governo Gentiloni nella Sen 2017, il margine di riserva scenderà a circa il 10% entro il 2022. Moody's tuttavia ritiene che la chiusura delle centrali non determinerà una significativa pressione al rialzo dei prezzi all'ingrosso dell'energia elettrica nazionale, che continueranno ad essere fissati principalmente dal prezzo del gas. Secondo l'agenzia di rating, i prezzi dell'energia elettrica si attesteranno intorno ai 50-60 euro per megawattora (MWh) fino al 2022, valore che la maggior parte delle imprese giudica eccessivo, specialmente in relazione ai nostri maggiori concorrenti manifatturieri europei.

Secondo Moody's i produttori di energia elettrica che usano combustibili fossili, quali Enel, A2A ed Edison, sono maggiormente esposti al rischio della transizione energetica in quanto le società possiedono una significativa capacità termoelettrica, per la maggior parte a gas, ma, questa esposizione ha due fattori che potrebbero mitigare ciò. La natura efficiente e flessibile di alcune centrali, pone molte utilities nella posizione di poter cogliere opportunità che emergono dal mercato dei servizi di dispacciamento (MSD) e dal mercato della capacità. In secondo luogo parecchie azienda hanno messo a punto un progressivo passaggio verso un portafoglio di generazione più rinnovabile nel medio termine, i cui tempi sono, però, tracciati dai cicli industriali energetici e non dagli obiettivi climatici.

Autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983. Il sito web di Sergio Ferraris, giornalista scientifico. 

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