Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
Le case in legno piacciono, anche sugli alberi
Le case in legno piacciono: ci sono i dati che confermano il trend. Ma che possano essere una possibilità per lo sviluppo turistico è un'ulteriore potenzialità per la loro crescita. La Regione Veneto ha riconosciuto ufficialmente quale autentica forma di struttura ricettiva turistica in ambienti naturali la possibilità di case vacanze sugli alberi. Lo ha approvato proprio in queste settimane con tanto di deliberazione che stabilisce i requisiti di classificazione, le modalità di apertura e di esercizio, gli spazi e i servizi minimi di interesse turistico necessari, le prescrizioni igienico – sanitarie, di sicurezza, edilizie, urbanistiche e paesaggistiche necessarie per la realizzazione e la gestione delle nuove strutture ricettive denominate “case sugli alberi”.
Case sugli alberi e alloggi in legno, via al turismo emozionale
Il presidente regionale, Luca Zaia, in una nota ha parlato di sviluppo di una delle iniziative per lo sviluppo del “turismo emozionale”, affermando che:
"stiamo lavorando, anche attraverso deroghe e agevolazioni, all’affermazione di nuove forme di ospitalità che sicuramente avranno sempre più interesse e mercato in Italia e all’estero, come il glamping, dove soggiorno all’aria aperta e glamour si fondono, ma anche le houseboat, gli alloggi nelle valli da pesca ecc.”L’assessore regionale al Turismo, Federico Caner ha rilanciato la possibilità nel prossimo futuro di ampliare l’offerta ricettiva ad “alloggi galleggianti su fiumi e canali, palafitte collocate stabilmente su superfici acquee, di spazi abitabili all’interno di grandi botti di legno e di alloggi ricavati in cavità naturali, come le grotte”.
Case in legno, un mercato che cresce
Dicevamo a proposito delle case in legno come di un mercato in crescita. La Lombardia ha voluto ribadire questo aspetto, pubblicando una notizia in questi giorni sul sito Lombardia Speciale che conferma questo incremento, riprendendo una ricerca realizzata nel 2017 dal Centro studi Federlegno Arredo per Assolegno su dati del 2015, che ha analizzato l’attività di 248 imprese che si occupano soltanto di bioedilizia. Dopo la Lombardia, al secondo posto per numero di abitazioni in legno c’è il Veneto (18%) e al terzo posto il Emilia Romagna (15%). Un dato confermato anche da uno studio sulle richieste di mutui green, realizzato da Facile.it e Mutui.it, che vede la Lombardia e il Piemonte al secondo posto, con il 13% delle domande per finanziare l’acquisto o la costruzione di abitazioni in bioedilizia, precedute dal Veneto con il 26% delle domande.
Il settore in Italia è in crescita (+ 9,9%) rispetto al 2014, superando i 700 milioni di euro di fatturato. Rispetto agli altri Paesi europei il Bel Paese si posiziona al quarto posto dopo Germania, Regno Unito e Svezia. Oltre le 248 aziende che si occupano esclusivamente di bioedilizia vanno aggiunte anche le imprese di costruzioni tradizionali che diversificano la loro produzione, portando il numero complessivo degli edifici in legno, realizzati nel 201, a 3.200 e a 3.400 le abitazioni. “Un settore in crescita anche grazie all’incremento delle esportazioni di edifici prefabbricati in legno, in particolare, in Germania (+278%), in Svizzera (+18%), in Croazia (11%) e in Francia (11%)”.