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Edifici smart a energia zero, sfide e prospettive

Edifici smart, efficienti, alimentati da rinnovabili: il futuro dell’edilizia passa da qui, ma non sarà semplice. Se ne parla al Congresso ATI

Il futuro dell’edilizia va verso edifici a energia zero, o quasi. Ma qual è la situazione attuale e in prospettiva? Il discorso è complesso, ma intanto si è aggiunto un nuovo importante tassello. Sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 11 agosto è stato pubblicato, infatti, il comunicato a firma del ministero dello Sviluppo economico che fa sapere della pubblicazione del decreto interministeriale 19 giugno 2017 che ha come oggetto l’approvazione del Piano d'azione nazionale per incrementare gli edifici ad energia quasi zero.

Cosa cambierà nello scenario nazionale? Quale risvolto avrà in termini energetici e di soluzioni impiantistiche e non solo? Sono alcuni dei temi che verranno approfonditi e discussi durante il Congresso ATI (Lecce, 6-8 settembre presso l’Hotel Tiziano).

In particolare giovedì 7 settembre al tema dell’edilizia sarà dedicata una tavola rotonda dal titolo: “La Progettazione di Edifici Smart e ad Energia Zero: Sfide e Prospettive Future "(ore 12.05-13.30 Sala 2 – Donatello). A coordinarla Paolo Baggio, docente dell’Università di Trento presso il Dipartimento di Ingegneria civile ambientale e meccanica. Con lui approfondiamo il tema di cui si parlerà proprio in occasione del congresso organizzato dall’ATI - Associazione Termotecnica Italiana.

«Il tema rientra pienamente negli ambiti di interesse di ATI dato che sappiamo bene quanto i consumi di energia in ambito termotecnico siano elevati in edilizia, intorno al 40% nel totale degli usi finali».

Alla tavola rotonda parteciperanno Marco Beccali, docente dell’Università di Palermo (presso il dipartimento di ingegneria dell'informazione e modelli matematici), Antonio Stragapede (architetto del Centro di Fisica Edile), e Giovanni Riganti (manager della società Tera, specializzata in servizi attinenti all’efficienza energetica).

Professor Baggio, da quale presupposto nasce l’idea della tavola rotonda?

Realizzare edifici che consumino sempre meno energia per la loro climatizzazione è un orientamento prevalente e passa attraverso tre punti focali: il primo è che occorre puntare a un’estrema cura nel realizzare l’involucro e della sua corretta collocazione in modo che l’edificio disperda poca energia nel periodo invernale e ne acquisisca poca nel periodo in cui è necessario raffrescarlo. Il secondo punto contempla l’importanza di una impiantistica efficiente, contando così su soluzioni a elevata efficienza. Infine, per quanto possibile, l’edificio dovrebbe essere dotato di sistemi che consentano la captazione delle fonti energetiche rinnovabili, per esempio gli impianti solari termici e fotovoltaici. Tutto ciò è relativamente semplice da attuare negli edifici di nuova costruzione, mentre la sfida è contemperarli quando si tratta di intervenire sugli edifici esistenti, rendendoli più efficienti dal punto di vista energetico. Un’altra sfida è riuscire a realizzare edifici ad altre prestazioni, preservando anche i valori estetici che la tipicità del luogo richiede.

Sono sensibili, quindi, le sfide…

Riuscire a realizzare edifici ad alte prestazioni richiede l’esigenza di mutare parzialmente la loro forma: prendiamo a esempio l’installazione di pannelli solari sui tetti, un intervento che non a tutti piace proprio per questo motivo. È un ostacolo di natura estetica e burocratica: infatti, poiché buona parte degli edifici suscettibili di rigenerazione sorgono nei centri storici cittadini ed essi sono soggetti a determinati vincoli, alcuni interventi di riqualificazione energetica necessari sull’involucro o richiedenti l’installazione di pannelli fotovoltaici si scontrano con esigenze di altro tipo.

Per quanto riguarda le prospettive future, la norma sugli edifici nZEB quali scenari apre?

La norma, cogente, dovrà essere applicata in tutti gli Stati membri dal 2020, mentre per gli edifici di proprietà pubblica sarà anticipata di un anno. Ma, come detto, la vera sfida non è sui nuovi edifici quanto su quelli esistenti. Si tenga conto che rispetto al rinnovamento del parco edilizio, le nuove costruzioni rientrano nell’ordine dell’1% del patrimonio complessivo annuale. Tornando alle norme, esse sono sempre assoggettate ai vincoli di tipo paesaggistico e architettonico che possono a costringere ad attenuare anche sensibilmente la loro applicazione.

Che ruolo ha la ricerca nel rendere più efficienti energeticamente gli edifici?

Una delle mie attività di ricerca riguarda lo studio e la modellazione del comportamento degli edifici, in quanto gli edifici nZEB in realtà sono la sintesi di due aspetti normativi: uno riguarda la realizzazione di edifici che consumino poca energia, l’altro spinge a un uso sempre più elevato di fonti energetiche rinnovabili. Un aspetto importante è l’ottimizzazione della capacità di un edificio di sfruttare l’energia rinnovabile.

Qual è la tendenza più significativa sempre a proposito di ricerca?

Oggi quasi tutto, in termini di conoscenza dotazioni tecnologiche, è disponibile. L’ambito che richiede ancora oggi qualche approfondimento riguarda l’integrazione. Uno dei filoni più importanti della ricerca riguarda l’ottimizzazione della capacità di accumulo energetico e l’integrazione dei vari sistemi impiegati per produrre calore d’inverno o fresco d’estate. La parte più interessante della ricerca, a mio parere, è l’analisi della complessità o, meglio, lo studio mirato all’ottimizzazione dei sistemi che diverranno più complessi rispetto al passato.

Autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.

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