Giornalista dal 2009, esperta di tematiche ambientali e “green” e social media manager. Collabora con alcune delle principali testate eco e scrive sul suo blog letiziapalmisano.it. È consulente sulla comunicazione 2.0 di aziende ed eventi green e docente di social media marketing. In 3 aggettivi: ecologista, netizen e locavora (quando si può).
Italia, inquinamento alle stelle. La Toscana risponde piantando alberi
Smog a livelli record. La Toscana sceglie di adottare soluzioni strutturali e di puntare con forza sul verde, piantando alberi per aumentare la capacità di assorbimento di CO2 nella Regione. I cambiamenti climatici sono oramai sulla bocca di tutti. “Scoperti” a causa di nubifragi e di estati torride mai visti prima nella penisola, ora si manifestano in una nuova veste: un lungo periodo di siccità invernale. Senza la pioggia, l’aria “non si lava” ed emerge chiaramente come in Italia non siano più rimandabili politiche di lotta all’inquinamento, in particolar modo nelle aree urbane e nella pianura padana, da bollino rosso in questi giorni per le elevate concentrazioni di polveri sottili che rendono l’aria irrespirabile. Blocchi della circolazione e targhe alterne - misure intraprese da sindaci e commissari, sull’onda dell’emergenza - paiono scontentare tutti: negozianti, cittadini ed esperti che le ritengono inadeguate rispetto all’obiettivo di far scendere in maniera permanente le concentrazioni sotto il livello di allerta. “Per l'adeguamento e la lotta ai cambiamenti climatici occorrono interventi strutturali, politiche in grado di modificare e razionalizzare il modello di sviluppo e le abitudini di consumo. È necessario introdurre una cura del ferro nella mobilità urbana. Ridurre il traffico veicolare e i consumi domestici. Nelle abitazioni la temperatura non deve superare i 18 gradi. Fuochi nei camini e all'aperto vanno ridotti e vietati”. Parole forti che assumono, a tutti gli effetti, il valore di un documento programmatico di azione se a proferirle è il Governatore della Toscana, Enrico Rossi dalla sua pagina ufficiale su Facebook. La Toscana negli ultimi anni ha investito molto nella tutela e nella valorizzazione del suolo. Si è dotata di un Piano Ambientale ed Energetico, ha reso inedificabili (con legge regionale 66/2011) le aree a rischio idraulico elevato e ha adottato una normativa per fermare il consumo di suolo agricolo (lr. 65/2014). “Terreni fertili e ricchi di sostanza organica sono la nostra migliore assicurazione” ha commentato Rossi a riguardo spiegando il valore di tale investimento dal punto di vista della mitigazione dei cambiamenti climatici. “Il suolo - ha sottolineato - sequestra il doppio del carbonio presente in atmosfera. Il triplo di quello catturato dalla vegetazione. Per questo abbiamo dedicato il 50% dei fondi del Piano di Sviluppo Rurale (2014-2020) alla lotta ai cambiamenti climatici (il 20% è la quota richiesta dall’UE). Un terzo di queste risorse sono destinate alla cura dei boschi. Alla manutenzione delle foreste danneggiate da eventi catastrofici”. Oltre a prevedere per le aree urbane della Regione soggette a maggiore inquinamento atmosferico l’adozione di uno specifico piano contenente azioni di riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti, la Toscana ha deciso di intervenire anche con nuove piantumazioni nell'area metropolitana fra Firenze e Prato. Per ora verranno piantati 250.000 alberi su 150 ettari di suolo, con cui si potranno assorbire più di 12.500 tonnellate di Co2 in un anno. L’obiettivo è arrivare ad incrementare le piantumazioni per arrivare a 600 ettari di terreno. “Sarà uno dei parchi più grandi d'Europa”. Già oggi la Toscana è la regione italiana più “boscata”: 1.086.000 ettari di boschi (il 47% del territorio regionale). Grazie al suo polmone verde assorbe quasi un terzo (10 Milioni di tonnellate di CO2) delle emissioni di gas serra che produce (33 Milioni di tonnellate di CO2). Se da un lato, quindi, risulta fondamentale ridurre in maniera strutturale le emissioni di un territorio, dall’altro bisogna comprendere che queste non potranno essere annullate. Piani di assorbimento legati alla piantumazione degli alberi potrebbero (e dovrebbero) quindi essere un’ottima cura anche oltre i confini toscani.