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24 maggio: è overshoot day per l’Italia

Secondo il calcolo dell’impronta ecologica l’Italia ha già terminato le risorse che mette a disposizione in un anno

Si sente spesso parlare di debito pubblico quale debito dello Stato nei confronti di altri soggetti economici. Poco si discute, invece, di quello ecologico nei confronti delle risorse naturali, necessarie a garantire la sussistenza del genere umano.
La notizia è che il 24 maggio l’Italia ha terminato le risorse che mette a disposizione in un anno. In pratica, il nostro territorio, in base al tasso di rigenerazione del capitale naturale e a quello di assorbimento dei rifiuti prodotti, non è più in grado di sostenere gli stili di vita degli italiani.

Come funziona l’overshoot day?
È una questione di domanda e offerta. In pratica, l’offerta di beni e servizi proveniente dall’ambiente, riesce a soddisfare la domanda della popolazione solo per determinati mesi l’anno.
Come vivremo, quindi, da qui al 31 dicembre? A debito, andando a svuotare quegli “stock” naturali accumulati nel corso del tempo. Ma è un modello che non può reggere ancora per molto, non in grado di sostenere gli attuali stili di vita.

A livello globale, prima degli anni ’70 non c’era alcun giorno dell’overshoot. La nostra Impronta Ecologica (indicatore che valuta il consumo di risorse rispetto al tasso di rigenerazione del capitale naturale), infatti, non superava i vincoli naturali – detti anche biocapacità - del Pianeta.
Ma l’appetito vien mangiando e, da allora, la nostra fame è aumentata a dismisura: negli anni ’90 l’overshoot day cadeva in dicembre, negli anni 2000 si presentava agli inizi di novembre, fino ad arrivare al 2 agosto dello scorso anno.

Qualche numero per comprendere la situazione
Secondo il Global Footprint Network, l’organizzazione che si occupa di calcolare l’impronta ecologica su scala globale, servono 1,7 pianeti Terra per soddisfare la domanda mondiale. Ad incidere maggiormente sono le emissioni di anidride carbonica che pesano per il 60% dell’intera impronta ecologica dell’uomo.
Ma dato che parliamo della quantità di risorse pro-capite messe a disposizione dal pianeta, c’è chi consuma meno e c’è chi consuma di più.
A risultare “sostenibili” sono le nazioni più povere, quelle che ancora devono essere investite dal fenomeno della crescita economica.
Tutte le nazioni sviluppate e quelle in via di sviluppo, invece, superano di gran lunga il proprio budget.
Questo significa che se non dovessimo cambiare nei prossimi anni il modello economico e sociale al quale ora facciamo riferimento, la situazione è destinata a peggiorare: maggiori richieste e minor disponibilità di servizi ecosistemici.

Di quante Terre abbiamo bisogno?
Se volessimo soddisfare il bisogno degli italiani solo con il terreno a disposizione servirebbero 4,3 Italie. Per gli statunitensi, invece, basterebbero 2,3 Stati Uniti.
Questo dato però non deve trarre in inganno, non significa che consumiamo più degli Stati Uniti. Significa che, semplicemente, hanno un territorio nettamente più vasto del nostro.
Infatti se ci poniamo la domanda “di quante terre avremmo bisogno se… ?”, scopriamo che gli Stati Uniti possiedono uno stile di vita nettamente più impattante del nostro: per vivere tutti come il Paese a stelle e strisce servirebbero 5 pianeti.
2,6 le Terre che, invece, servirebbero per vivere come noi italiani. Prima, in questa speciale classifica di consumo delle risorse, l’Australia: se tutti volessimo vivere come il Paese dei canguri servirebbero addirittura 5,2 pianeti.

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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