ambiente3-1130x300.jpg

L’aria italiana? Sempre più irrespirabile

Si apre la seconda fase della procedura d’infrazione europea che vede coinvolta l’Italia per la violazione della legge sui biossidi azoto

Il 15 febbraio si è aperta la seconda fase della procedura d’infrazione che coinvolge le emissioni nocive delle nostre città. Per l’Europa, l’Italia ha violato la norma che disciplina i limiti dei livelli consentiti di biossido di azoto (NO2). Tra i maggiori responsabili di questo tipo di emissioni troviamo (ancora una volta) le auto diesel.
Filone che si somma ad altri 2 illeciti di casa nostra: quello sulla gestione dei rifiuti e quello sulle acque reflue urbane su cui pende il giudizio della Corte europea.

Una procedura d’infrazione si articola in 3 fasi. Nella prima fase lo Stato che non ha fornito le informazioni che doveva all’Europa viene “messo in mora”. Nella seconda fase, dove si trova ora l’Italia per la faccenda che riguarda il biossido di azoto, allo Stato viene inviata una lettera di “avviso motivato” in cui si comunica che in base alle nuove informazioni la norma continua a non essere applicata. Dal momento in cui giunge la lettera si hanno 2 mesi per rispondere in modo convincente. Una volta risposto, in genere, i 2 mesi si dilatano perché partono le contrattazioni tra Stato ed UE. In base agli esiti dei negoziati, nella fase 3 o si chiude la procedura perché si è raggiunto un accordo sulle politiche da mettere in campo oppure lo Stato viene mandato davanti alla Corte europea di giustizia (Lussemburgo). Una volte alla Corte si attende una sentenza che deve essere assolutamente rispettata, altrimenti partono le multe. Multe che continueranno ad essere pagate fino a quando lo Stato membro non riuscirà a mettersi in linea con la legislazione europea.

Sono 12 le aree metropolitane interessate. E sono principalmente quelle del centro nord, tra cui Milano, Torino, Firenze e Roma, a far registrare livelli di biossidi di azoto oltre il consentito. Ma questa volta, però, non è un problema solo italiano. L’infrazione, infatti, coinvolge le più grandi capitali d’Europa quali Berlino, Madrid e Parigi. A dimostrazione che il problema smog è molto più grave di quello che si pensa, come spiega Mauro Albrizio di Legambiente. “È evidente che da subito in queste città bisogna intervenire con delle misure di contenimento del traffico e di incentivazione per il trasporto pubblico locale. Importante sarà seguire l’argomento e vedere come il governo negozierà con la commissione. Va ricordato, però, che questo è solo un pezzo di un problema ben più grande che interessa oltre l’Italia anche il resto d’Europa (nella procedura sono coinvolte infatti 23 aree metropolitane) e che non riguarda solo biossido di azoto ma le polveri sottili in generale. Questa, quindi, deve essere l’occasione per mettere in piedi davvero un’azione urgente per combattere lo smog a tutto campo, c’è di mezzo la vita delle persone”.

La notizia che il biossido di azoto è un importante problema ma non l’unico, suona come un campanello d’allarme. Infatti, l’NO2 è soltanto una parte delle polveri sottili che compongono ciò che banalmente definiamo “smog”.
In Italia è Torino a detenere il triste primato di città più inquinata dallo smog e i dati Arpa ci dicono che sono 900 le morti premature del 2016 torinese da attribuire a questo genere di causa. In generale, è proprio l’Italia il Paese europeo che si contraddistingue per morti premature e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) conferma che nello stivale è difficile trovare un luogo in cui l’aria può essere definita “priva di rischi”: l’82% della popolazione vive in posti che superano gli obiettivi di qualità di lungo termine.
Un campanello d’allarme che giorno dopo giorno sembra trasformarsi sempre di più in una campana.

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

Ultime pubblicazioni