ambiente3-1130x300.jpg

Morire di diesel

L’Italia al primo posto per numero di morti correlate al biossido di azoto, gas nocivo emesso dalle auto diesel

Tra i 28 stati membri dell’Unione Europea è l’Italia a possedere il numero di decessi più alti per colpa delle auto diesel in circolazione.
A rivelarlo è un nuovo studio, dal titolo “Impact of excess NOx emissions from diesel cars on air quality, public health and eutrophication in Europe”, che indaga sulle responsabilità del motore diesel nel degrado della qualità dell’aria.
La ricerca, frutto di un team nato da una partnership tra tre istituti (il MetNorway, l’International Institute for Applied Systems Analysis e lo Space, Earth & Environment Department) di nazionalità norvegese, austriaca e svedese, mostra come ogni anno in Europa siano 10 mila le persone a perdere prematuramente la vita per il biossido di azoto (NOx), un gas nocivo emesso prevalentemente dalle auto diesel. E di queste, quasi un terzo sono in Italia.
Nella poco invidiabile classifica per numero di morti attribuibili al diesel, infatti, l’Italia è prima con ben 2810 decessi nel 2013, seguono Germania con 2070, Francia con 1430 e Regno Unito con 640.
Quattro Paesi capaci di registrare il 70% dei decessi pur possedendo metà della popolazione europea.
“Se le auto diesel non avessero sforato i limiti imposti dall’Ue, si sarebbero evitate circa 5.000 morti premature l’anno - afferma Jens Borken-Kleefeld dell’IIASA – E avremmo potuto salvare ancora più vite, precisamente 7.500 se solo le auto diesel avessero avuto le stesse restrizioni di quelle a benzina”. Jens Borken-Kleefeld si riferisce al fatto che il regolamento europeo è più permissivo con le auto diesel per quanto riguarda le soglie consentite di NOx.

Dalla fine degli anni ’90 ad oggi, la quota del diesel in Europa è salita a tal punto da rappresentare la metà del parco circolante. Lo studio, infatti, evidenzia che ci sono più di 100 milioni di auto diesel presenti in terra comunitaria: addirittura il doppio rispetto al resto del mondo.
Questo è dovuto soprattutto alle politiche degli anni ’90 portate avanti dall’Europa che ha voluto incentivare l’esplosione sul mercato del motore diesel poiché convinta, o almeno così afferma, potesse essere meno impattante sull’ambiente e sulla salute umana.
Ora, invece, a seguito del diesel- gate, scopre che le emissioni su strada di biossido di azoto risultano essere dalle 4 alle 7 volte maggiori rispetto a quelle certificate dai test in laboratorio e che le nostre città sono diventate delle vere e proprie bombe sanitarie (in molte città italiane i livelli di biossido di azoto sono più del doppio della soglia legale consentita per diversi giorni all’anno).
La cosa curiosa è che adesso è stesso l’Europa ad aprire la procedura d’infrazione verso diversi Stati membri, Italia compresa, per aver sforato i tetti consentiti.

Questo studio si concentra solamente su una delle componenti dello smog e di quelle che chiamiamo polveri sottili. Perché, come spiegano stesso i ricercatori, il problema una volta analizzato a 360 gradi è ben più grave di quello che sembra: “Ci siamo volutamente concentrati sulle morti causate dal biossido di azoto. Se avessimo considerato tutti i gas inquinanti, il numero di vittime sarebbe stato ben superiore. Perché sono circa 425.000 i decessi prematuri ogni anno da associare agli attuali livelli di inquinamento atmosferico nell’Unione Europea. Dove più del 90% di queste morti premature sono causate da malattie respiratorie e cardiovascolari legate proprio all’esposizione a particolato fine. E il NOx è una componente di questo particolato fine”.

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

Ultime pubblicazioni