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Corrente del Golfo: l’allarme degli scienziati

Un pezzo della corrente oceanica si sta raffreddando e sta rallentando la sua corsa. Si rischia un grosso stravolgimento dell’equilibrio naturale

La comunità scientifica ha scoperto che nel nord dell’oceano Atlantico si è formata una sorta di "bolla fredda" lungo il percorso della corrente del Golfo. La modifica dell'Atlantic meridional overturning circulation, come viene definita questa corrente sottomarina in ambito accademico, può portare a pesanti cambiamenti: si va dalla crescita nel numero e nell’intensità delle tempeste, degli uragani, e delle ondate di calore estremo che colpiranno l’Europa, fino all’aumento del livello del mare sulla costa est degli Stati Uniti. Per comprendere bene la portata di tale fenomeno, basti pensare che l’Amoc muove nell’oceano Atlantico una massa d’acqua pari a circa 30 volte quella trasportata da tutti i fiumi di acqua dolce del mondo messi insieme.
L’anomalia è stata spiegata nello studio “Current atlantic meridional overturning circulation weakest in last millennium”, pubblicato il 25 febbraio da Nature geoscience.

Il problema e l’importanza dell’Amoc
La corrente del Golfo svolge una funzione di regolazione dell’intero sistema climatico mondiale, ed è capace di influenzare numero e intensità degli eventi estremi. Parliamo infatti di un fenomeno che concorre a creare il clima mite di cui, per esempio, beneficia l’Europa, e in particolare quella meridionale.
In pratica l’Amoc è una corrente oceanica che, partendo dall’Africa, si spinge fino alle coste dell’America del nord per poi giungere in Europa. Lungo questo percorso gli scienziati hanno scoperto una “cold blob”, una zona fredda nella parte che attraversa l’oceano Atlantico settentrionale. Alla base di tale modifica, i ricercatori temono ci sia ancora una volta lo zampino del cambiamento climatico.
Al momento, la teoria più accreditata, spiega come questo “rallentamento” della corrente sia dovuto alla fusione dei ghiacciai in Groenlandia che riversa nell’oceano grosse quantità di acqua fredda interferendo su un fattore che, insieme a vento e salinità, funge da motore alla corrente del Golfo, e cioè il calore.
Ma non siamo in presenza di un qualcosa di sconosciuto. Gli scienziati infatti monitorano da tempo la corrente del Golfo, inserita tra i “tipping points”: limiti planetari che la comunità scientifica consiglia di non superare per evitare l’innesco di una serie di conseguenze che potrebbero mettere in discussione persino l’esistenza umana sul Pianeta (altri tipping points, lo sono per esempio la fusione del permafrost e la perdita di biodiversità).
“Sapevamo che un indebolimento della corrente del Golfo avrebbe portato a più bufere nel Regno Unito e nuove ondate di calore in Europa. I dati ci dicono che il fenomeno è in atto. Fino a ora la circolazione è rallentata del 15%. Tra 20 o 30 anni è probabile che si indebolisca ulteriormente, e questo influenzerà inevitabilmente il sistema climatico, in particolare quello del nord America e dell’Europa – ha dichiarato il coautore dello studio Stefan Rahmstorf, del Potsdam institute for climate impact research -. I risultati di questo studio sono preoccupanti. Se continuiamo di questo passo, potremmo avvicinarci lentamente a un tipping point, dove questa circolazione si destabilizza del tutto. Non sappiamo quanto ancora sia lontana questa soglia, ma limitare l’aumento medio della temperatura terrestre a 1,5°C potrebbe metterci in salvo. Segnalo, però, che il mondo non è su questa traiettorie e, al ritmo attuale delle emissioni, corriamo il serio rischio di far collassare tutto”.
Un mondo che, una volta stravolto l’equilibrio naturale, potrebbe essere parecchio diverso da quello di oggi.

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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