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Un mare di plastica da riutilizzare

A questi ritmi, nel 2050 rischiamo di avere più plastica che pesci nei nostri mari

Nel mondo ogni anno solo il 5% della plastica prodotta è effettivamente avviata a riciclo. nel 2016 sono state prodotte 311 milioni di tonnellate di plastica e, di queste, circa 8 milioni galleggiano nei nostri mari (il 97% dei rifiuti totali). Per avere un'idea sulla quantità, basti pensare che la plastica in mare aumenta al ritmo di un camion scaricato al minuto. 
Numeri ancor più allarmanti se confrontati con il recente studio voluto dalla Fondazione MacArthur. Il report, in sostanza, informa che a questi ritmi nel 2050 avremo più tonnellate di plastica che di pesci nei nostri oceani
I Paesi maggiormente responsabili sono Cina, Filippine, Tailandia, Indonesia, Vietnam e Sri Lanka (insieme coprono circa il 60% del totale dell’inquinamento da polimeri plastici).

Da scarto a risorsa
Eppure la soluzione al problema potrebbe essere vantaggiosa non solo per la salute umana e l’ambiente, ma anche per il processo produttivo delle aziende. “Buona parte dei rifiuti che troviamo negli ambienti costieri e marini potrebbero essere riciclati - dichiara Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente - è indispensabile prevenire il problema attuando campagne di sensibilizzazione, lavorando sull’innovazione di processo e di prodotto e sull’avvio di una filiera virtuosa del riciclo”.
Dare vita a prodotti di scarto, considerare risorsa quello che fino ad ora era stato erroneamente definito rifiuto, in due sole parole: economia circolare.
Proprio quello che prova a fare in Italia il gruppo Aquafil, società alla costante ricerca di reti abbandonate in fondo al mare che rappresentano una vera e propria minaccia per l'ecosistema marino e le sue funzioni. Un pericolo sia per la vita di più di 700 specie diverse di pesci che per quelle stesse navi che se ne disfano in un modo "poco sostenibile". Sono infatti responsabili di incidenti e danni alle imbarcazioni.
Aquafil, solo nello scorso anno, è riuscita a recuperare 152 tonnellate di reti abbandonate e, oltre alle reti, si è occupata anche dello “smaltimento” di altri rifiuti provenienti dal settore tessile (in particolare il “nylon 6”).
Dal recupero di questi vecchi materiali ne è nato uno nuovo, il filo Econyl, utilizzato da note aziende del mondo dell’abbigliamento (Gucci, Levi’s, Arena, Speedo…) all'interno dei loro processi produttivi.
Il 30% della produzione del gruppo proviene da materiale di scarto e L’Econyl oggi è diventato il prodotto di punta dell’azienda di Trento. “La sostenibilità è un principio che ci deve guidare - afferma il presidente di Aquafil Giulio Bonazzima la sostenibilità non basta. È necessario cambiare la mentalità e i processi dell’industria, dei marchi finali e dei consumatori”.
Consumatori che possono svolgere un ruolo determinante sia per riorientare le scelte strategiche delle aziende che per promuovere le buone pratiche di riciclo e riutilizzo.
Per questo è importante far conoscere storie come quella di Aquafil, storie che devono contribuire alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’argomento. 
Un po’ come fatto negli ultimi mesi dalla campagna mediatica messa in piedi da Real Madrid e Bayern Monaco, scese in campo con “magliette ecologiche” in 2 match dei rispettivi campionati. Grazie alla collaborazione tra Adidas e Parley for the Oceans, le casacche delle squadre erano state realizzate con un tessuto ottenuto da plastica recuperata intorno alle coste delle Maldive. Entrambe le maglie presentavano i soliti colori e loghi di appartenenza ad eccezione della parte interna, dove si poteva leggere il messaggio “For The Oceans”. Un modo per far capire a tutti gli appassionati di calcio (e non) che l’iniziativa puntava ad essere molto più che una semplice trovata commerciale. 

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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