La spugna che pulisce il mare dal petrolio
Dagli Stati Uniti arriva una spugna per facilitare la pulizia dei mari dopo un disastro ambientale. Si chiama Oleo Sponge ed è stata ideata dagli scienziati dell'Argonne National Laboratory, centro di ricerca del governo USA, i quali hanno messo a punto uno speciale metodo per catturare e imprigionare gli oli contenuti nel petrolio, separandoli dall'acqua. Merito dell'ossido di metallo applicato su una schiuma in poliuretano. Strizzando il composto, gli agenti inquinanti restano appiccicati alla sua nano-struttura, restituendo acqua pulita. Finora in tanti avevano studiato il problema. Mai nessuno è stato in grado di debellare il fenomeno. Un gruppo di scienziati dell'Argonne National Laboratory, tra i principali centri di ricerca governativi degli Stati Uniti, ha messo a punto questa spugna che trattiene il petrolio, anche in profondità. Aggiungendo al metallo delle molecole cosiddette 'oleofiliche' (cioè in grado di riconoscere e catturare le particelle oleose) si è dotata la nano-struttura del poliuretano di proprietà davvero innovative. Durante i test effettuati nei laboratori dell'Illinois, infatti, si è scoperto che la combinazione tra i tre elementi – schiuma, ossido, molecole – riusciva a separare gli idrocarburi dall'acqua, mantenendo attaccate alla superficie spugnosa solo i primi. La vera novità introdotta da Oleo Sponge è la capacità di filtrare l'intera colonna d'acqua colpita dallo sversamento, andando in profondità, non più solo in superficie ma ben al di sotto delle onde. Centinaia di prove hanno dimostrato inoltre la formidabile resistenza e la versatilità del prodotto: Oleo Sponge è stata usata più e più volte senza che si rompesse e poi la sua struttura si presta al recupero di molte altri liquidi, basterebbe trovare la molecola adatta ad attirare le singole sostanze. Potrebbe essere l'inizio di una nuova era per la decontaminazione delle nostre acque (e di ogni altra superficie) dopo un disastro ambientale o semplicemente per tamponare un'emergenza.