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Aumentano i pendolari, ma l'Italia non investe

Nonostante l'aumento dei passeggeri di treni e metro, mancano i fondi per il settore. Grosse differenze tra Nord e Sud.
Cambiano le abitudini degli italiani. Sono sempre di più le persone che scelgono di spostarsi con treni regionali e metropolitane. Sono 5,6 milioni gli italiani che ogni giorno scelgono la mobilità pubblica. Ma, allo stesso tempo, crescono i divari tra le Regioni, soprattutto tra Nord e Sud, e non ci sono i fondi da destinare alla crescita del settore per offire un miglior servizio ai pendolari. È quanto emerge da "Pendolaria 2018”, rapporto presentato da Legambiente sulla situazione del trasporto ferroviario italiano. Secondo lo studio,  il numero dei passeggeri totali è in aumento rispetto al 2012: sono ora 2 milioni e 874 mila le persone che per i propri spostamenti scelgono il servizio ferroviario regionale, e 2 milioni e 716 mila quelli che, nelle 7 città italiane dove è disponibile, scelgono la metro. 
Nonostante il trend positivo, i passeggeri sono scresciuti del 6,8% dal 2009, nel nostro paese diminuiscono i chilometri che in media vengono messi a disposizione delle linee pubbliche e calano pure gli investimenti: su scala nazionale dal 2009 il taglio è stato del 20,4%. 
“Sono tanti i segnali positivi dalle città e dalle Regioni – commenta Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente – che mostrano una disponibilità delle persone a usare treni e trasporto pubblico locale, confermata da tutte le indagini. Ma sono troppe le Regioni in cui, al contrario, è stato ridotto il numero dei treni, sono diminuiti anche i pendolari che ne usufruiscono e sono stati costretti a usare i mezzi privati. I risultati prodotti dagli investimenti dimostrano che si può davvero migliorare la vita delle persone, riducendo l’inquinamento e le emissioni di gas serra generate dai trasporti, ma occorre avere una chiara idea dei problemi da affrontare, per allargare il cambiamento a ogni parte d’Italia. Se si vuole davvero migliorare la situazione per i pendolari, gli ambiti di intervento sono quattro: aumentare le risorse, coordinare e controllare quanto avviene sulla rete, cambiare le priorità infrastrutturali e fermare il taglio delle cosiddette linee secondarie".  
Italia divisa in due
Troppe le differenze sul numero e la qualità del servizio tra le due aree del Paese. In base all'offerta di treni, la miglior tratta italiana è quella tra Firenze e Bologna con 162 convogli che toccano i 300 km/h. 
Più a sud dello stivale, sulla tratta Roma-Lido di Ostia e la Circumvesuviana, invece, si viaggia ancora su vecchie carrozze alimentate a diesel e, per via dei tagli al servizio, sono quasi 60 mila le persone che hanno rinunciato a spostarsi in questo modo.  
In generale, in nove Regioni (più due Province autonome) i passeggeri sono aumentati, ma in altre 10 sono diminuiti. Al nord, solo in Lombardia, sono 750 mila le persone che ogni giorno scelgono metro e treno. Dal 2001 in Trentino i passeggeri sono triplicati, raddoppiati in Emilia Romagna. Caso particolare il Piemonte che segna un meno 4,4% di pendolari per le diverse linee soppresse negli ultimi anni. 
Al sud bene fa la Puglia con un più 60 mila pendolari dal 2001, e poi non c'è altro. Malissimo la Sicilia:  dal 2009 si è passati da circa 50 mila viaggiatori a poco più di 37 mila, e la Regione conta 5 milioni di abitanti. Male anche la Campania che passa da circa 413 mila viaggiatori a 308 mila. Infine, Legambiente chiede all'attuale governo di puntare chiaramente sul trasporto pubblico: "ad oggi – conclude Zanchini – non si è capito quale idea abbia il governo per il rilancio dell’offerta per i pendolari e per il trasporto pubblico locale. Si fa un gran parlare di Tav, ma il rischio è che come nelle precedenti legislature vadano avanti solo le autostrade, mentre le opere che servono ai pendolari rimangono ferme, rinviate e incompiute”.
 

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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