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Riqualificazione energetica, si punta sui Condomini smart

A Piacenza una startup ha progettato un modello integrato di riqualificazione energetica condominiale. Con vantaggi per tutti, anche per l’ambiente

L’inquinamento di cui soffrono le città è dovuto per il 40% agli impianti di riscaldamento datati e, spesso, alimentati ancora a gasolio. A Piacenza se ne contano circa 450 centralizzati di questo tipo. È il dato emerso da un’indagine condotta dalla startup innovativa Smart City and Buildings in collaborazione con l’amministrazione comunale cittadina, utilizzando anche la banca dati degli impianti termici comunali. Questa startup sta portando avanti un progetto, condiviso a livello pubblico, denominato Condomini Intelligenti Piacenza, un servizio di riqualificazione energetica “chiavi in mano” (dalla diagnosi energetica al monitoraggio delle opere realizzate), a costo zero per i condomini e certificato per la rendicontazione della riduzione della CO2 nell’ambito del programma Europeo Patto dei Sindaci. Un progetto che vede unite una rete d’imprese e tuttora oggetto di un Protocollo d’intesa tra Enti pubblici e stakeolder locali.

A raccontarlo a Tekneco è il coordinatore della startup, Gregory Keble, architetto a capo di un proprio studio di progettazione a tutto campo. «Siamo venuti a conoscenza del progetto Condomini intelligenti dalla Fondazione Muvita che aveva realizzato un progetto pilota a Genova, sviluppato a livello provinciale nel Piano d’azione per l’energia sostenibile (Paes). Un modello mirato a individuare tutti i soggetti interessati alla riqualificazione energetica complessiva dei condomini per ottenere risparmio energetico, economico e riduzione dell’impatto ambientale. Esso vedeva coinvolti amministratori di condominio, cittadini, imprese e associazioni di categoria per attribuire poi a ognuno di essi un compito nel cronoprogramma realizzativo dell’intervento». Il cammino a Piacenza si è avviato nel 2013 e, dopo un anno di ricerca, ha portato alla costituzione di una rete d’imprese appartenenti ad Ance sede di Piacenza.

Perché è nata la startup?

Il contratto di rete poneva la condizione che tutti gli aderenti fossero soggetti giuridici riconosciuti come impresa. Pertanto i due professionisti che avevano lavorato al progetto hanno optato, tra le varie forme societarie, per quella di startup che, per la rete, si occupa di tutti gli aspetti tecnici-progettuali in forma innovativa. Da qui, prima di portare avanti il progetto e modello Condomini Intelligenti Piacenza, la startup si è impegnata nella redazione di una serie di Paes, per la precisione 19 su tutta la provincia di Piacenza, che hanno gettato le basi e le condizioni necessarie per divulgare il modello sul territorio. Il modello, oggi, è anche condiviso con Regione Emilia-Romagna e con Anci.

Attualmente la vostra attività su cosa è focalizzata?

A livello operativo, dopo aver accompagnato le amministrazioni locali nel percorso di adesione al Patto dei Sindaci ed alla redazione dei Paes, ci stiamo concentrando sull’attività divulgativa ed informativa, evidenziando i vantaggi nell’adottare soluzioni secondo approccio integrato. Finora abbiamo effettuato la diagnosi energetica su 5 condomini, ora al vaglio delle rispettive assemblee. La speranza è che si passi poi alla fase d’intervento vero e proprio ragionevolmente in tarda primavera o in estate.

Qual è il vostro obiettivo?

Stiamo attivando un tavolo di lavoro col Comune, con cui abbiamo già stilato un protocollo ad hoc, che vede anche il coinvolgimento di Confedilizia, buona parte degli amministratori di condominio, alcuni istituti bancari e Assiprime quali enti di garanzia per contare su tassi agevolati per i mutui relativi. Le prospettive e le potenzialità perché il progetto sia accolto sempre più ampiamente ci sono. La nostra ambizione è di arrivare a un “accordo operativo” a scala di quartiere, per rendere il modello Condomini Intelligenti Piacenza una buona pratica diffusa su tutto il territorio locale.

Come saranno caratterizzati gli interventi?

Il nostro modello prevede un approccio integrato, l’unico davvero in grado di ridurre significativamente il consumo energetico, l’emissione di CO2, come fissato negli obiettivi del Paes, e i costi in bolletta per i cittadini. La peculiarità di Condomini Intelligenti Piacenza è che chi aderisce al progetto, al termine dei lavori trasferisce immediatamente al Comune il quantitativo di CO2 corrispondente all’intervento di efficientamento. L’Ente pubblico ha quindi la possibilità di rendicontare questo dato nel monitoraggio periodico da presentare alla Comunità europea.

Che leva costituiscono gli ecobonus così come sono stati regolamentati per il 2017?

Sicuramente sono misure determinanti e necessarie per rendere economicamente sostenibile l’investimento. Le novità più significative sono l’estensione fino al 75% della detrazione fiscale delle spese sostenute e la possibilità per tutti i condòmini di cedere il bonus ai fornitori e soggetti terzi. È una possibilità, quest’ultima, di cui può beneficiare anche chi ha un reddito non elevato, come gli anziani per esempio, cui era preclusa, fino a due anni fa. In tal modo diventa così una leva interessante per incentivare la riqualificazione, perché sono il risparmio energetico e l’agevolazione fiscale che, insieme, nel tempo ripagano completamente l’investimento di efficientamento. Si consideri che l’inquilino che spende quest’anno una certa cifra di riscaldamento, senza alcun intervento il prossimo ne pagherà il 10-12% in più. Invece fissando il costo attuale e mantenendolo tale per i prossimi 10 anni si riesce a pagare sia le bollette sia l’intervento di rigenerazione edilizia.

Nella vostra proposta di riqualificazione entrano anche in gioco l’ecosostenibilità e la bioedilizia?

Certamente. Nel progetto di riqualificazione vengono proposte tre possibilità diverse di intervento: una considera proprio l’adozione dei principi della bioedilizia. Quindi, per esempio, anziché utilizzare il polistirene per il cappotto termico, si adottano materiali di origine vegetale. Tra l’altro, la traspirabilità naturale di questo tipo di materiali non richiede poi alcun intervento compensativo in termini di adozione di soluzioni per la ventilazione meccanica e per il ricambio dell’aria. Nello stesso discorso di ecosostenibilità entra anche in gioco il privilegiare l’impiego di energia da fonti rinnovabili.

Autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.

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