Freelance leccese. Inizia a lavorare come giornalista nel 2008 nella redazione tg di un'emittente televisiva locale. Fino ad oggi ha collaborato con diverse testate: dalla carta stampata al web e uffici stampa di vario genere. Si occupa prevalentemente di ambiente e cultura. Scrive sul Nuovo Quotidiano di Puglia e sulla rivista Salento Review. Per Tekneco coordina la redazione web e si occupa della gestione del social media management.
Boschi vivi, la start up che crea cimiteri naturali nei boschi
Vivere il lutto in maniera più serena e naturale, sembra impossibile e invece è quello che stanno cercando di ottenere un gruppo di quattro soci: Anselma Lovens, Camilla Novelli, Riccardo Prosperi e Giacomo Marchiori che hanno formato una start up proprio con questo core business. Boschi Vivi, questo il nome del progetto nato a marzo del 2016, consiste in un servizio di interramento delle ceneri in area boschiva e reinvestimento nella cura dei boschi. Boschi Vivi acquisisce o prende in gestione un’area boschiva da Enti sia pubblici che privati, per restituirla alla comunità solo in seguito alla rigenerazione dell’area, sia per quanto riguarda il recupero ambientale e vegetazionale sia per il miglioramento della fruibilità che, in questo caso, riguarderebbe la dispersione delle ceneri e dunque un servizio di tumulazione differente e molto più utile ai cittadini. Abbiamo intervistato Riccardo Propsperi, socio della cooperativa.
Come è nata l’idea della vostra Start Up?
L’idea di Boschi Vivi nasce a Genova agli inizi del 2015 quando Anselma, Camilla e Riccardo, amanti della natura e affascinati dal concetto di green burials applicato con successo in Germania e nei paesi anglosassoni, decidono di provare a sviluppare un progetto che unisca il rispetto dell’ambiente ad una concezione più serena e naturale del lutto. Il trio viene supportato temporaneamente anche da Chiara che cura la grafica e l’immagine di Boschi Vivi. Il progetto partecipa all’edizione 2015 di Restartapp, il bando di Fondazione Garrone per progetti imprenditoriali che puntino al recupero delle zone rurali dell’Appenino. La seconda metà del 2015 viene utilizzata per affinare il business plan, cercare il primo bosco adatto all’avvio del servizio, avviare contatti con soggetti privati e pubblici e concepire i modelli di comunicazione adatti ad un argomento, la fine della vita, spesso considerato tabu e tenuto lontano dal quotidiano. Arrivano presto i primi riconoscimenti: dichiarazioni di interesse da parte di Regione Liguria, Comune di Genova e Parco Regionale dell’Aveto e, nei primi mesi del 2016, l’annuncio della vittoria del bando Restartapp e con esso i primi fondi per concretizzare il progetto. Contemporaneamente, il 26 marzo, Boschi Vivi si costituisce come cooperativa e vince il bando Coopliguria Startup, volto a promuovere la creazione di nuove imprese cooperative, favorendo lo sviluppo di idee imprenditoriali capaci di apportare benefici alla comunità locale. Nel frattempo a Chiara si sostituisce Giacomo e il team della cooperativa si stabilizza con 4 soci.
Come funziona? Quali i vantaggi e gli svantaggi?
Boschi Vivi è un innovativo servizio di dispersione delle ceneri integrato a servizi forestali nel rispetto della persona, del territorio e della Natura. Il servizio consiste nell’offerta al cliente di un posto presso un albero, situato in un bosco ceduto in concessione a BV da proprietari privati e/o Enti pubblici, ai piedi del quale interrare l’urna biodegradabile contenente le proprie ceneri. Tramite il pagamento di una quota, il cliente ha diritto alla concessione del posto, in esclusiva o in condivisione a seconda della formula scelta. Il ricavato viene utilizzato da BV per migliorare il servizio e per la cura e la salvaguardia del bosco nel quale sono situati gli alberi, per conto del concedente. Il progetto risponde a bisogni sociali oggi non efficacemente garantiti né dal mercato né dalle pubbliche amministrazioni: scarsa offerta di soluzioni plurali e alternative alle sepolture tradizionali, necessità spirituali degli individui attraverso una più ampia libertà di scelta di dove passare la vita oltre la morte, salvaguardia del territorio tramite gestione forestale conservativa per la prevenzione del dissesto idrogeologico, presidio territoriale e ripopolamento di aree rurali spesso considerate marginali. Tali bisogni non sono ad oggi garantiti a causa di cronici problemi di inefficienza e/o insufficienza di risorse finanziarie comunali sia per il servizio cimiteriale sia per la gestione forestale. Il progetto è quindi in grado di rispondere a bisogni percepiti ma finora poco ascoltati: è assolutamente in linea con una strategia di sviluppo che è sostenibile contemporaneamente su tutti e tre i punti di vista: economico, ambientale e sociale.
Che tipo di percorso avete seguito? (finanziamento, avvio, mantenimento)
Boschi Vivi ha vinto il primo premio Restartapp 2015 della Fondazione Edoardo Garrone e il premio CoopLiguria Startup promosso da Coop Startup, Legacoop e Coopfond: il contributo economico di entrambi i premi è stato essenziale per dotare la cooperativa del capitale necessario per operare. Boschi Vivi ha inoltre vinto il premio economia circolare al Posidonia Green Festival 2016, il primo premio nella categoria Green Economy alla Smart Cup Liguria 2016, a cui è conseguito accesso alle finali del Premio Nazionale Innovazione 2016 ed il premio "Coup de Coeur" al concorso MyCoopStory di CoopEurope, la lega europea delle cooperative.
Da chi siete stati affiancati?
Boschi Vivi è membro di Legacoop Liguria, del cui supporto si avvale per quanto riguarda la consulenza strategica e di networking. Boschi Vivi si avvale inoltre di una rete di professionisti per le attività specialistiche (consulenza legale, fiscale e forestale).
Qual è stata la parte più difficile da affrontare?
Al di là del reperimento dei fondi, la parte più impegnativa e delicata di questo progetto è la comunicazione sia a livello b2b che b2c di un concetto completamente nuovo (almeno in Italia) di commemorazione dei defunti, che ha richiesto una attenta valutazione delle azioni di marketing.
Che tipo di riscontro avete avuto da parte del pubblico?
Il riscontro del pubblico è stato ottimo sin dall’inizio del progetto, con numerose richieste di contatto già prima dell’inizio della attività commerciale. La recente campagna di crowdfunding (https://www.derev.com/boschivivi) , che si concluderà il 20 novembre, ha inoltre dimostrato il concreto interesse dei potenziali clienti con, ad oggi, ben 86 finanziatori ed un impatto mediatico a livello nazionale che ha compreso, tra le numerose apparizioni, la pubblicazione in prima pagina sul quotidiano La Stampa e l’intervento al programma radiofonico Caterpillar di Radio 2
Qual è la strategia di exit?
Essendo Boschi Vivi una Cooperativa una strategia di exit tradizionale non è applicabile: l’obiettivo è invece quello di scalare velocemente l’attività, partendo dal nord Italia per poi espandersi in altre regioni e stati europei e di far crescere il più possibile la cooperativa
Quale tipo di supporto credete sia opportuno per la prosecuzione di successo di una start up?
L’accesso al finanziamento (sia esso capitale di debito o di rischio) è senza dubbio uno degli aspetti dove un supporto articolato a livello di sistema gioverebbe non solo alle singole start-up, ma anche all’intero panorama socio-economico italiano.
Quali saranno i prossimi step?
Boschi Vivi ha acquistato il suo primo bosco, situato nell'entroterra tra le province di Genova e Savona, nel marzo del 2017 per poter mettere in atto il progetto pilota: l'attività di vendita del servizio al pubblico inizierà nel 2018, dopo il completamento dei lavori forestali (finanziati dai fondi del bando PSR - Programma di Sviluppo Rurale) che verranno svolti durante gli ultimi mesi del 2017. Le istituzioni locali sono già state coinvolte nel progetto ed hanno reagito favorevolmente alla proposta di integrare Boschi Vivi come partner nell'offerta cimiteriale rivolta ai cittadini del proprio territorio. Boschi Vivi sta inoltre valutando diverse aree e stringendo rapporti con possibili partner per la replicabilità del progetto in Piemonte e Lombardia.