Freelance leccese. Inizia a lavorare come giornalista nel 2008 nella redazione tg di un'emittente televisiva locale. Fino ad oggi ha collaborato con diverse testate: dalla carta stampata al web e uffici stampa di vario genere. Si occupa prevalentemente di ambiente e cultura. Scrive sul Nuovo Quotidiano di Puglia e sulla rivista Salento Review. Per Tekneco coordina la redazione web e si occupa della gestione del social media management.
Solenica, la start up italiana record di incassi su Indiegogo
Lucy è il primo design robot che porta la luce del sole in casa realizzato dalla start up Solenica. In termini tecnici Lucy è un "eliostato", ovvero un dispositivo in grado di riflettere il sole, che si muove, sempre nello stesso punto fisso deciso dall'utente. Nello specifico, si tratta di uno specchio intelligente, inserito all’interno di una sfera, dotato di un'elettromeccanica alimentata da energia solare che ne permette il movimento: basta posizionare Lucy in un posto soleggiato, fuori o dentro casa, puntarla in direzione della stanza che si vuole illuminare e Lucy, regolando l'angolazione dello specchio in ogni momento del giorno, continuerà a riflettere la luce del sole illuminando le stanze in ombra. I fondatori di Solenica, startup impegnata nella realizzazione di oggetti intelligenti dal design italiano, di cui Lucy è il primo prodotto, sono Diva Tommei, 32 anni e Mattia Di Stasi, 24 che abbiamo intervistato telefonicamente. Come è nata l’idea della vostra Start Up? «L’idea di Lucy - ci spiega Mattia - nasce a Cambridge dove Diva stava svolgendo il dottorato in Bioinformatica. A causa del clima si trovava spesso costretta ad accendere la luce artificiale per illuminare gli spazi. Da lì l’idea di cercare una tecnologia tale da potere ridirezionare il sole nella stanza. Durante un periodo alla Singularity University della Nasa, Diva ha appurato che la tecnologia a base degli eliostati era perfetta per lo scopo. Quando è tornata a Roma per partecipare al Roma Start up week end ci siamo conosciuti e sono entrato a far parte del team per curarne business e marketing, dopo 6 mesi di lavoro insieme abbiamo ricevuto il finanziamento di 120mila dollari da parte di Techstars e Qualcomm in California e così abbiamo creato la società in America e per 4 mesi abbiamo lavorato a San Diego in un acceleratore d’impresa incentrato sull’hardware. Come funziona Lucy? È un dispositivo di robotica domestica dal design accattivante che attraverso la rotazione di uno specchio è in grado di rintracciare il sole nel cielo, riflettendone la luce sempre nello stesso punto prestabilito dall’utente. Lucy dispone di puntamento ottico, lo specchio ruota grazie a due motori controllati da un network di fotosensori che misurano l’intensità della luce, ricostruendo la posizione del sole nel cielo e inseguendolo nel suo movimento durante tutte le ore del giorno. Tramite un sistema di feedback loop ottico, riesce a mantenere lo stesso punto illuminato durante tutto il corso della giornata. In condizioni ottimali, Lucy riesce a generare la stessa illuminazione di 5 lampadine alogene da 100W ciascuna. Che tipo di percorso avete seguito? (finanziamento, avvio, mantenimento) Dopo svariati prototipi e tentativi siamo arrivati all’attuale versione di Lucy che abbiamo lanciato su Indiegogo (clicca per vedere la campagna) lo scorso 12 settembre e che, in 24 ore, ha guadagnato 140mila dollari e ricevuto circa 700 ordinazioni da 35 Paesi in tutto il mondo. La produzione effettiva avverrà con i soldi raccolti nella campagna di crowfunding che si chiuderà il 10 ottobre, fino al 16 però il prodotto sarà ancora disponibile in occasione del “Maker Faire” che si svolgerà a Roma. Si tratta di un evento in cui maker e appassionati di ogni età e background si incontrano per presentare i propri progetti e condividere le proprie conoscenze e scoperte. Da chi siete stati affiancati? I nostri partner sono: Techstarts e Qualcomm in primis, poi ci sono Talent Garden, HwTrek, EvoNexus e Hardware Club. Qual è stata la parte più difficile da affrontare? Non c’è stata per noi una parte più difficile, andando avanti ci sono state e ci saranno sfide sempre nuove questo fa sì che si pongano obiettivi sempre diversi e di conseguenza la complessità degli eventi aumenta in continuazione. Che tipo di riscontro avete avuto da parte del pubblico? Il prodotto piace tantissimi al pubblico che, diversamente dalle nostre aspettative, ne comprende subito la dinamica e rimane estasiato sia dalla funzionalità che dal design. Quale sarà la strategia di exit? Preferisco non rispondere adesso. Perché la scelta del Made in Italy visto che molti di voi vivono all'estero? Siamo fieri di essere italiani e siamo convinti che le nostre eccellenze vadano valorizzate, il design ad esempio non sarebbe potuto essere migliore di questo. Lo stile italiano è inconfondibile e, a nostro avviso, non ha eguali nel mondo. Per me è molto importante che l’Italia riscopra la sua vocazione a realizzare oggetti, anche attraverso le start up. Il vero made in Italy si è sempre identificato con qualche elemento concreto: un capo d’abbigliamento, un oggetto di design, un’auto. Quindi faremo di tutto per mantenere la produzione nella Penisola e beneficiare di un marchio intrinseco di qualità riconosciuto in tutto il mondo Quale tipo di supporto credete sia opportuno per la prosecuzione di successo di una start up? Il capitale umano, conoscenze e capacità eterogenee all’interno dello stesso gruppo di lavoro credo siano fondamentali per la riuscita di un progetto come il nostro. Sono dell’avviso che il supporto ideale per il successo di una start up sia proprio all’interno del team che deve essere creato sulla base di questi requisiti.