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Autostrade rinnovabili

Le autostrade possono diventare un terreno di sperimentazione delle rinnovabili, favorendo anche il settore del trasporto

Le autostrade sono state simbolo dello sviluppo e del boom economico, ma oggi sono un problema, visto l'aumento di traffico e l'impatto ambientale che possiedono. Ma un altro approccio, più sostenibile è possibile, nonostante queste arterie reggano l'impatto del trasporto merci su gomma che in Italia arriva al 90% del totale del traffico merci. E necessario, però un approccio di sistema, per affrontare tutto il complesso relativo alle autostrade e mettere in luce la possibilità di renderle sostenibili. «È necessario cambiare paradigma d'approccio rispetto alle autostrade - dice Fabio Roggiolani, vicepresidente di Giga - Si può, e si devono coniugare, sicurezza stradale, con le energia rinnovabili, la lotta ai cambiamenti climatici e persino con la bellezza. Già perché possono essere anche belle, queste arterie stradali».

Essendo le autostrade un luogo ad alta intensità energetica, ossia nelle quali si consuma energia, una delle prime questioni è quella di renderle autonome sul fronte energetico, come infrastrutture, ragione per la quale possono diventare un "luogo energetico rinnovabile" con il fotovoltaico nei parcheggi e lungo il tracciato, l'eolico inserito sia in maniera classica, sia al di sotto dei viadotti, - come nel caso del il viadotto chiamato Juncal che si trova nell'isola Gran Canaria (Canarie) dove uno studio realizzato dal ricercatore Oscar Soto, della Kingston University di Londra, ha verificato la possibilità d'installare dei generatori eolici per 0,5 MWe sotto ogni viadotto. Per quanto riguarda il fotovoltaico la rete autostradale è l'ideale sia per la presenza di una rete elettrica lungo tutto il percorso, sia per la quasi assoluta assenza di interferenze ombreggianti. Sul fronte della ricerca e sviluppo inoltre esistono studi che puntano a soluzioni ancora più radicali, come quelle proposte dalla Solar Roadways staunitense, probabilmente la prima azienda a pensare di sfruttare uno spazio come la sede stradale, oggi associata dall'opinione pubblica all'inquinamento, come a una grande risorsa ecologica.

Ciò che vuole l'azienda Usa è sostituire l'asfalto con dei pannelli solari larghi 3,7 metri - che è la lunghezza standard di una corsia americana - per generare elettricità con il fotovoltaico e utilizzarla per l'illuminazione notturna, la segnalazione stradale con i Led e per aumentare la temperatura quando c'è la minaccia del ghiaccio. Le potenzialità sono enormi, strade e autostrade negli Usa coprono 100 mila chilometri quadrati, la durata del "manto stradale" è di venti anni, ben più lunga dell'asfalto e la manutenzione meno onerosa visto che si cambia il settore rotto che arriva in sul luogo d'installazione "prefabbricato".

«Le rinnovabili in autostrada hanno delle potenzialità enormi e il solo eolico nei viadotti ha una potenzialità, a livello europeo, di 5 GWe - afferma Franco Donatini, del Dipartimento energetico dell'Università di Pisa - Del resto in Italia abbiamo già fatto esperienze circa la generazione energetica in autostrada e anche sul fronte dell'efficienza. Alla stazione di servizio di Collesalevetti - una delle autostazioni storiche sul fronte dell'innovazione dove è stato realizzato il primo distributore d'idrogeno in Italia, N.d.R. - è presente da anni la trigenerazione, elettrica, calore e freddo». E la sostenibilità non passa solo attraverso l'approccio energetico, ma anche, come si scopre sempre più spesso nelle metodologie legate all'utilizzo. In questo caso nell'eliminazione dei caselli e nell'esazione automatica dei pedaggi. Si tratta di un sistema, questo della cancellazione dei caselli che consente un'ottimizzazione del traffico, il pagamento puntuale e accurato dei pedaggi, la loro, eventuale, eliminazione per i cittadini che risiedono nei pressi delle autostrade e possiede anche dei vantaggi sul fronte ambientale.

«Il pedaggio autostradale è in Italia di di circa 7 miliardi di euro - dice Michele Potenza, di Ilia - Si tratta di una cifra che deve essere incassata con metodi nuovi. Con i più recenti sistemi d'esazione è possibile ottenere anche vantaggi ambientali, come la riduzione delle superfici impermeabilizzate dei caselli, si riducono le emissioni dovute alla sosta nei piazzali di fronte ai caselli e s'abbattono i consumi energetici, sia dei mezzi in sosta, sia quelli d'illuminazione, mentre sono ridotti di molto i costi di manutenzione e gestione dei portali d'accesso».

E l'autostrada può essere anche il luogo d'erogazione dei carburanti innovativi, come l'elettricità e il Gas naturale liquefatto (Gnl). L'elettrico potrà essere utilizzato a breve per la mobilità privata di corto e medio raggio, mentre il Gnl è già oggi utilizzabile per il trasporto merci, con indubbi vantaggi. «Noi ci siamo avvicinati a soluzioni come il Gnl quando c'è stata la recente impennata dei prezzi petroliferi.- afferma Dario Cingolani, di Logicompany 3 Trasporti - Il metano gassoso per noi non è utilizzabile perché al massimo s'arriva a 300 chilometri, mentre con il Gnl siamo alla parità rispetto al pieno di gasolio». La vicenda dell'azienda è sintomatica. I primi cinque mezzi acquistati sono stati fermi per oltre un anno in attesa che entrasse in funzione il primo, a livello nazionale, distributore di Gnl a Piacenza, ma la situazione sta migliorando con la costruzione di altri distrubutori.

«Oggi siamo a quota 50 mezzi identici ai primi - prosegue Cingolani - e la limitazione nel loro utilizzo è dovuta solo al fatto che abbiamo pochi punti di distribuzione». E una soluzione a ciò potrebbe arrivare dal biometano. Questo combustibile a filiera corta, infatti, potrebbe essere liquefatto nei pressi dei punti di produzione e arrivare velocemente a quelli di distribuzione. Con due vantaggi. Il primo è quello di sviluppare una rete alternativa,capillare e non dipendente dall'estero, mentre il secondo, invece, è quello di avere un combustibile rinnovabile e non inquinante su scala globale, da impiegare nel trasporto merci che è un settore molto complicato da efficientare e da rendere sostenibile. Le emissioni degli autoveicoli alimentati a biometano, gassoso o liquefatto, infatti sono quasi identiche a quelle dei mezzi elettrici alimentati dalle fonti rinnovabili.

Autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983. Il sito web di Sergio Ferraris, giornalista scientifico. 

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