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Consumo di suolo, ecco l’app per coinvolgere i cittadini

L’applicazione permette di segnalare aspetti negativi che danneggiano il paesaggio e buone pratiche che lo valorizzano

Si chiama App Ops (Osservatorio Paesaggio Suolo) ed è un’iniziativa virtuale e virtuosa per stimolare la partecipazione pubblica sul tema del consumo di suolo. La promuove l’Osservatorio sul Consumo di Suolo, attivo presso la facoltà di Architettura dell'Università di Napoli Federico II.

Inizia così un periodo di test dell’applicazione che permetterà a chiunque, in un’ottica di cittadinanza attiva, di segnalare sia aspetti negativi che danneggiano il paesaggio (abusi edilizi, per esempio) che buone pratiche che lo valorizzano. L’Osservatorio coinvolge varie realtà, tra cui l’Inu (stituto nazionale di Urbanistica), il Dipartimento di Architettura dell’ateneo napoletano e Legambiente,  in sinergia col Crcs (Centro di ricerca sui consumi di suolo), che vede a sua volta coinvolto il Politecnico di Milano, oltre alla stessa Inu e all’associazione ambientalista.

Gli obiettivi del progetto

A realizzare l’app è stato un team di ricerca del Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Salerno. «Questa app nasce per vari motivi: il primo è quello di coinvolgere, sensibilizzare e far sentire un po’ tutti più responsabili nei confronti dell’uso del suolo, un problema spesso non sufficientemente avvertito; inoltre è uno strumento utile ad arricchire le conoscenze, grazie ai dati raccolti, in aiuto alla ricerca; infine può aiutare gli enti locali nel controllo del territorio», spiega Francesco Domenico Moccia, architetto e urbanista, professore ordinario di progettazione urbanistica presso la “Federico II” nonché membro del direttivo Inu.

L’app e il progetto

«In questo momento è in una fase sperimentale, per verificare funzionalità e cercare anche di replicare la soluzione anche per essere supportata da IOS oltre che da Android. Va detto che il progetto si sta portando avanti a livello puramente volontario, senza finanziamenti». Tutti possono richiedere e ottenere la versione da scaricare sul proprio smartphone: basta collegarsi al sito dell’Osservatorio. Una volta aperta la app si ha la possibilità di effettuare una geolocalizzazione Gps, trasferita poi su una mappa. L’utente scatta una foto del particolare urbanistico di suo interesse e su una check list di voci di struttura immortalata si indica quello appropriato e poi si procede all’invio. In pratica è uno strumento di monitoraggio e di verifica di eventuali discrepanze con quanto previsto dai dati catastali. «Conclusa la fase sperimentale, per cui serviranno un paio di mesi, verrà fatta una verifica, provvedendo a eventuali correzioni e migliorie». Sia l’università partenopea sia quella milanese si sono fatti promotori della diffusione dell’app sperimentale in modo da coinvolgere quante più persone al test.

consumo suolo app

Preservare il territorio dal degrado e tutelare l’ambiente

L’Osservatorio campano ha svolto e svolge varie attività d’indagine e di ricerca sul territorio regionale. «Dalla mappature di aree non pianificate ci sono diverse zone e processi differenziati, che vanno dall’occupazione di suolo attraverso edifici isolati in zona agricola a sistemi di lottizzazione più compatti. Dal punto di vista urbanistico il fattore più negativo è la grande dispersione sotto forma di bassa densità edilizia che va a occupare superfici anche più estese», producendo un danno ambientale.

Lo stesso luminare ci racconta anche l'oggetto della ricerca su cui è attualmente impegnato l'Osservatorio: la frammentazione delle aree naturali e a valenza ambientale. «Stiamo studiando la possibilità di realizzare dei corridoi ecologici di connessione tra queste aree. La frammentazione è un fenomeno che impedisce la comunicazione tra le aree naturali, dovuta a interventi infrastrutturali o alla presenza di aree urbanizzate, degradate o inquinate. L’obiettivo è superare queste barriere per riuscire ad avere delle continuità di elevata qualità ambientale, utile per la sopravvivenza delle aree naturali protette e per assicurare una qualità ambientale migliore agli insediamenti urbani», conclude.