ambiente4-1130x300.jpg

Clima: tempo scaduto, anche per Trump

Wmo, Mattarella insieme a 15 Capi di Stato europei e il Congresso Usa, in vista dell’inizio dei lavori della COP 24, ribadiscono azioni urgenti sui cambiamenti climatici

Non c’è più tempo. Ce lo siamo giocato negli ultimi 30 anni nel palleggiare le colpe sulle responsabilità storiche con la speranza, magari, che le cose sarebbero cambiate grazie al “mercato”. Mercato che da solo, fatto ormai chiarissimo, non è però in grado di velocizzare la transizione, di renderla efficace, mettendoci su un sentiero di sviluppo che consenta di evitare gli enormi effetti negativi che il cambiamento climatico è in grado di generare. Effetti, che senza un cambio di strategia drastico e immediato, sono destinati a crescere, e di molto.

“La finestra dell’azione è quasi chiusa"
A sostenerlo l’ultimo bollettino del WMO (Organizzazione Meteorologica Mondiale) secondo cui le concentrazioni medie di anidride carbonica a livello globale hanno raggiunto 405,5 parti per milione nel 2017, con un trend in continuo aumento (400,1 parti per milione nel 2015).
Oltre alla CO2, il rapporto si sofferma anche su altri due gas serra letali per la temperatura del pianeta: “sono in continuo aumento pure le concentrazioni di metano e protossido di azoto di atmosfera”.
“Senza tagli ai gas serra, i cambiamenti climatici avranno impatti sempre più distruttivi e irreversibili sulla vita sulla Terra – ha dichiarato il segretario generale del WMO Petteri Taalas -. La finestra di opportunità per l'azione è quasi chiusa: l'ultima volta che la Terra ha sperimentato una concentrazione paragonabile di CO2 era tra 3 e 5 milioni di anni fa, quando la temperatura era di 2 o 3 gradi Celsius più calda e il livello del mare era di 10-20 metri più alto di adesso".

L’appello dei Capi di Stato
E finalmente arriva un appello congiunto da parte di 16 Capi di Stato europei, per richiamare i Governi alle proprie responsabilità. Nel documento, firmato anche dal nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si specifica che “il cambiamento climatico è la sfida chiave del nostro tempo. La nostra generazione è la prima a sperimentare il rapido aumento delle temperature in tutto il mondo e probabilmente l’ultima che effettivamente possa combattere l’imminente crisi climatica globale”.
15 punti, sintetici e schematici, che descrivono bene la situazione, ribadendo il “tempo scaduto” per le discussione. “Tre anni dopo, in vista della COP 24 in Polonia (si terrà a Katowice a inizio dicembre), la valutazione dell’IPCC sull’impatto di un riscaldamento globale pari a 1,5 gradi Celsius conferma inequivocabilmente che stiamo già osservando le ricadute negative dei cambiamenti climatici – si legge nel punto numero 6 -. Inoltre, dimostra chiaramente le vulnerabilità, l’impatto e i rischi di un ulteriore riscaldamento globale per l’uomo e la natura, inclusa la possibilità di perseguire uno sviluppo sostenibile e raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs)”.
Sulla base quindi delle competenze che abbiamo maturato nel corso del tempo “abbiamo l’obbligo collettivo di fare tutto ciò che è umanamente possibile per fermare i cambiamenti climatici e per rispondere ai loro perniciosi effetti”.
“Chiediamo che la COP 24 di Katowice si chiuda con un risultato positivo, che dia vitalità all’accordo di Parigi attraverso l’adozione di norme operative dettagliate e di linee guida su tutti gli elementi del Programma di Lavoro previsto nell’accordo stesso”, chiarisce il punto 12.

Danni economici per tutti: USA compresi
“Le perdite, in termini di costi per la collettività e per l’intera economia americana potrebbero ammontare al 10% del pil americano”. È quanto sostiene il report presentato da parte di scienziati di 13 agenzie federali statunitensi, su commissione del Congresso a stelle e strisce, reso noto dalla Casa Bianca.
Uno studio che mette in difficoltà il Presidente Trump, da sempre scettico sulle cause e sugli effetti del riscaldamento globale, e che lancia un allarme chiaro al tycoon: “il climate change spingerà l’intero Paese in acque inesplorate, supporre che le attuali e future condizioni climatiche saranno simili a quelle del passato non è più adeguato. Stiamo subendo una trasformazione su dove e come viviamo, crescono le sfide per la salute, la qualità della vita e l'economia in generale”.
Secondo il lavoro, solo le morti premature legate alla crescita di temperatura costeranno agli Stati Uniti 141 miliardi di dollari entro fine secolo, mentre i costi per far fronte all'innalzamento del livello del mare ammonteranno 118 miliardi di dollari (sempre entro il 2100).
"Abbiamo già sprecato 15 anni. Se ne sprechiamo altri cinque in termini di risposte da dare, la situazione sarà solo peggiore”.
Chiaro il concetto?