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29 luglio 2019: le risorse del Pianeta finiscono sempre prima

Consumati i servizi ecosistemici che il Pianeta dona in un anno

Sempre prima. L’uomo continua a deteriore risorse ambientali ad un ritmo insostenibile per i nostri ecosistemi. Secondo lo studio del Global Footprint Network (GFN, organizzazione con l’intento di “aiutare il mondo a gestire meglio le risorse naturali e il cambiamento climatico”) da oggi, 29 luglio, vivremo in quello che viene definito “debito ecologico”. In sostanza, sono terminate le risorse che il capitale naturale, tramite la produzione di beni e servizi, mette a disposizione nel giro di un anno.
Come vivremo da qui al 31 dicembre? A debito, andando a svuotare quegli “stock” naturali accumulati nel corso del tempo e privando di preziose risorse le generazioni future. Ma è un modello che non può reggere ancora per molto, non in grado di sostenere gli attuali stili di vita.
Basti pensare che negli anni ’70 non esisteva l’Overshoot Day, termine con il quale GFN indica il giorno in cui esauriamo i servizi ecosistemici annuali, e che negli anni ’90 il giorno dell’Overshoot cadeva in dicembre, mentre negli anni 2000 la data era fissata per inizio novembre, fino ad arrivare all’8 agosto del 2016, al 2 agosto del 2017 e al primo agosto dello scorso anno.
Un continuo aumento di richieste da parte dell’uomo e della sua attività sul Pianeta che necessita di un cambio di paradigma nel più breve tempo possibile: da qui al 2050 la popolazione mondiale passerà dagli attuali 7 miliardi di abitanti ai circa 10 miliardi.
“Secondo questi calcoli l’umanità sta attualmente utilizzando le risorse del Pianeta come se disponessimo di 1,75 Pianeti – scrive il WWF in merito all’Overhoot Day -. Si tratta di un sovrasfruttamento che è reso possibile perché continuiamo, anno dopo anno, a consumare il nostro capitale naturale. La ricchezza del nostro capitale naturale costituisce anche la base del nostro benessere e del nostro sviluppo. Non imboccare la strada dello sviluppo sostenibile (come indicato dall’Agenda 2030 approvata nel 2015 da tutti i paesi del mondo in sede Nazioni Unite e da tutte le grandi convenzioni internazionali, come quelle sul cambiamento climatico, sulla diversità biologica, sulla desertificazione, costituisce un errore gravissimo per il nostro immediato futuro”.

Come funziona l’Impronta Ecologica?
Lo studio del GFN si basa sull’indicatore dell’Impronta Ecologica. In pratica viene calcolato il sovrasfruttamento delle risorse in base alla capacità di rigenerazione del capitale naturale e la capacità di assorbimento degli ecosistemi di rifiuti e emissioni prodotte. Secondo questa metodologia, come anticipato prima dal WWF, stiamo consumando risorse come se avessimo 1,75 Pianeti. Ma c’è di più, perché non tutti impattano allo stesso modo sul Pianeta.
Se tutti volessero, ad esempio, avere lo stile di vita degli italiani ci servirebbero 2,7 Pianeti. Ce ne servirebbero 3, invece, se volessimo vivere come i tedeschi. Al secondo posto di questa speciale classifica l’Australia (4,1 Pianeti) e al primo gli Stati Uniti: per vivere tutti come loro servirebbero addirittura 5 Pianeti.
Infine, l’indicatore che sono i gas serra ad avere un impatto maggiore sul Pianeta: il 60% dell’intera impronta ecologica dell’Uomo è da attribuire alle emissioni. Questo dato sulla CO2 indica che gran parte dei servizi ecosistemici sono sottopressione per attività che, direttamente o indirettamente, generano anidride carbonica alimentando il cambiamento climatico. Ne sono un esempio gli incendi e la deforestazione, il prelievo di materie prime, lo stoccaggio di carbonio nel suolo che quando l’ecosistema è ipersfruttato risulta limitato e l’uso di combustibili fossili.

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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