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Isole non rinnovabili

In tutto il mondo da anni si sperimentano le rinnovabili sulle isole. In Italia tutto è fermo
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Da tempo le isole sono un laboratorio per le fonti rinnovabili. Si è cominciato anni fa, e precisamente nel 1997, in Danimarca con l'isola di Samso e si è proseguito nelle isole scozzesi dove negli anni sono sorte molte comunità energetiche che alle rinnovabili uniscono anche l'approccio sociale, come quello legato alla fuel powerty. Ora il fenomeno si sta diffondendo e Legambiente ha analizzato venti casi, descrivendoli nei dettagli nel dossier "Isole 100% rinnovabili". Le isole Kodiak nel Golfo dell'Alaska e Hawaii, le australiane e neozelandesi King e Tokelau, le scozzesi Orkney, Eigg, Muck e Gigha, in Jamaica e le Graciosa nelle Azzorre, a Capo Verde e Sumba in Indonesia, la greca Tilos, El Hierro alle Canarie, Aruba e Bonaire ai Caraibi e Samso e Bornholm (Danimarca), Pellworm (Germania), White (Inghilterra), sono tutti esempi dove si sta creando nei fatti la transizione energetica, con ottimi risultati sia sul fronte della copertura del fabbisogno energetico con le rinnovabili, sia per l'applicazione di tecnologie innovative, che sono uno dei plus delle esperienze nelle isole con le rinnovabili. L'isola di El Hierro ha raggiunto per prima l'autosufficienza energetica grazie alle rinnovabili; a King e nelle Azzorre sistemi d'accumulo di grande capacità consentito d'eliminare gli impianti diesel, mentre nelle isole Orkney, grazie al movimento delle onde del mare si converte l'energia cinetica in energia elettrica; Samso, citata all'inizio, non solo è energeticamente indipendente, ma produce tre volte l'energia di cui necessita e anche Pellworm produce tre volte la richiesta elettrica dei suoi 1.200 abitanti grazie a otto pale eoliche, una centrale solare e una serie d'impianti di cogenerazione. Le note dolenti arrivano dall'Italia. In isole come Lampedusa, il Giglio, Marettimo e Ponza, sarebbe possibile cambiare lo scenario energetico con il solare, l'eolico, il moto ondoso e altre rinnovabili, ma siamo fermi, persino rispetto alla terraferma lungo la Penisola dove 2.660 su 8.000 soddisfano con le fonti rinnovabili tutti i fabbisogni elettrici domestici dei loro abitanti. «Le difficoltà di approvvigionamento determinano un costo più alto dell'energia elettrica prodotta sulle isole rispetto al Continente - afferma Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente - e, dunque, alle società elettriche è garantito un conguaglio, prelevato dalle bollette di tutte le famiglie italiane, che complessivamente è pari a 70 Milioni di Euro ogni anno». Secondo l'associazione ambientalista sono necessarie scelte chiare come:

  • lo stop a qualsiasi nuova realizzazione o ampliamento di centrali da fonti fossili;
  • l'approvazione immediata del Decreto, fermo al ministero dello Sviluppo economico, che prevede di riconoscere la stessa tariffa di cui beneficiano le società che gestiscono l'energia elettrica sulle isole, a chi produce o autoproduce energia da rinnovabili;
  • l'approvazione di un Piano per arrivare al 100% da rinnovabili in ogni isola, coordinato dal ministero dell'Ambiente e che veda il coinvolgimento degli enti locali.

«Per Legambiente - prosegue Zanchini - è arrivato il momento di realizzare nelle isole minori italiane un cambiamento energetico che permetta, alle famiglie e alle attività presenti sull'isola, di prodursi l'energia di cui hanno bisogno attraverso un modello distribuito di impianti rinnovabili ed efficienti, integrati con Smart Grid e sistemi di accumulo in modo da ridurre consumi, emissioni e sprechi ed avvicinando la domanda di energia alla sua produzione più efficiente, sia per i consumi invernali che nei picchi estivi dovuti alla presenza dei turisti». E una seria sperimentazione in Italia potrebbe anche aprire un importante mercato per le nostre Pmi. Nel Mediterraneo, infatti, dove sono oltre 3mila le isole abitate e dove è necessario utilizzare le rinnovabili sia per diminuire i costi, sia per aumentare la loro sicurezza energetica, visto che spesso il carburante fossile può scarseggiare a causa dei collegamenti marittimi.

Autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983. Il sito web di Sergio Ferraris, giornalista scientifico. 

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