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Accelerazione rinnovabile

In venti anni le rinnovabili in Italia sono passate dal 15 al 34% della produzione elettrica, ma si temono rallentamenti

«La quota di produzione di energia elettrica soddisfatta mediante le fonti rinnovabili è passata dal 15% del 1998 al 34% del 2018. Dal 1998 al 2018 si è passati da circa 3.000 a circa 840.000 impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, tutti noti al GSE in virtú di rapporti commerciali o piú in generale del ruolo di osservatore del sistema ai fini del monitoraggio del raggiungimento dei sempre piú ambiziosi obiettivi energetici e ambientali», così ha detto il Presidente di GSE, Francesco Vetrò, partecipando a un appuntamento alla Camera. «Alla crescita esplosiva delle rinnovabili, che abbiamo potuto osservare soprattutto dal 2008 in poi anche sulla spinta della legislazione comunitaria col pacchetto clima energia 20-20-20- aggiunge- è seguita una fase di consolidamento e razionalizzazione del settore elettrico». Il Decreto Legislativo 28/2011, secondo i Gse, ha dato avvio a un percorso piú graduale dell'evoluzione delle rinnovabili, introducendo un oculato monitoraggio degli oneri di sistema, delle ricadute economiche, occupazionali e ambientali dello sviluppo osservato, assegnando a tal fine un ruolo di primo piano al GSE, non piú solo gestore degli strumenti di supporto, ma anche osservatore e garante del raggiungimento dei risultati nazionali nel percorso verso il 2020 e oltre.

«Il 2020 è ormai vicinissimo e l'Italia e l'Europa dovranno a breve dimostrare di aver raggiunto i traguardi del pacchetto per il clima e l'energia. In Italia, nel 2018 la quota di energia da FER sui consumi finali totali è stata pari a circa il 18%, superiore, ancora una volta, all'obiettivo del 17% che ci ha assegnato la direttiva 2009/28/CE per il 2020". Lo dice il Presidente di GSE, Francesco Vetrò, partecipando alla Camera al convegno di studi "Il mercato dell'energia elettrica a venti anni dalla liberalizzazione", promosso dal Gestore dei servizi energetici (Gse).

«Non bisogna però abbassare la guardia perchè una crescita consistente dei consumi non accompagnata da un progressivo incremento delle rinnovabili potrebbe mettere in discussione il raggiungimento dell'obiettivo al 2020. - prosegue Vetrò - L'obittivo rappresenta una tappa importante, ma nuovi e piú sfidanti traguardi ci aspettano in futuro. Con la proposta di Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, l'Italia intende fornire il proprio importante contributo rispetto ai nuovi obiettivi che l'UE si è assegnata per il 2030. L'Europa e l'Italia, quindi, sono proiettate verso gli obiettivi di decarbonizzazione, con il GSE di nuovo chiamato a rivestire un ruolo di primo piano per il sostegno del settore delle rinnovabili, dell'efficienza energetica e della sostenibilitá nel settore dei trasporti, oltre che per la diffusione, piú in generale, della cultura della sostenibilitá ambientale». Sotto questo profilo, però sarebbe interessante sapere come mai il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima preveda il massimo sviluppo delle rinnovabili nostrane, per raggiungere gli obbiettivi fissati dalla Ue al 2030 dopo il 2025.

Autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983. Il sito web di Sergio Ferraris, giornalista scientifico. 

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