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Finestre, persiane & C: mercato e prospettive

La dimensione aziendale, il trend dei materiali, il peso degli incentivi: la “foto” di Unicmi su finestre, serramenti e facciate
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Presentati i dati su vendite e previsioni di serramenti e facciate, secondo i dati presentati nel Rapporto 2016 stilato dall’Ufficio studi di Unicmi, è il momento di focalizzarsi sul mercato specifico dei serramenti e le sue caratteristiche. Si è detto del 2015 come “anno di svolta” per i costruttori di serramenti metallici, grazie ai primi, timidi, segnali di una ripresa dopo una pluriennale crisi che dal 2008 a oggi è costata più di 900 milioni di euro in termini di mancate vendite annue. L’anno scorso si sono venduti invece prodotti per 1,4 miliardi di euro. Gli incentivi fiscali hanno sostenuto questa inversione di tendenza. Andando, invece, alle dimensioni aziendali del comparto, è la stessa associazione delle industrie delle costruzioni metalliche, dell’involucro e dei serramenti a delinearlo: le imprese attive sono prevalentemente di piccole e medie dimensioni. Meno di un terzo, infatti, sono società di capitali che registrano ricavi superiori a un milioni di euro.

Mercato e materiali, tendenze in atto

Le aziende propongono un’offerta “ampia e diversificata”, ma sono le finestre in alluminio la principale voce di bilancio: quasi la metà (47%) del fatturato è garantita dalla loro vendita; seguono, molto staccate, le finestre in PVC, con poco meno dell’7% delle vendite, e i serramenti in alluminio-legno (circa il 6% del fatturato); sempre in termini di vendite, tra i prodotti complementari dei serramenti (persiane, portoncini e parapetti), il 10% del fatturato proviene dalle, il 9% dalle facciate continue. Sempre fa proposito dei materiali, malgrado il predominio dell’alluminio, nel corso degli anni le quote di mercato in valore “si sono modificate a favore del materiale plastico che si caratterizza per un prezzo medio inferiore rispetto agli altri materiali” segnalano ancora gli analisti Unicmi. Secondo l’ultima rilevazione dei prezzi dell’Unione nazionale, un serramento in PVC costa il 20% in meno rispetto al prezzo medio di mercato calcolato come media dei prezzi di tre tipologie di finestre in tre materiali: alluminio, legno e PVC. Il serramento in alluminio costa il 4% in più del prezzo medio di mercato, quello in legno il 13%. Il prezzo competivo è un motivo di sempre crescente interesse e lo dimostra anche il fatto che dal 2009 al 2015, nonostante i prezzi inferiori, la quota di mercato in valore del PVC è aumentata di oltre il 50% passando dal 12% ad oltre il 24,5% del mercato. L’alluminio ha un trend leggermente negativo e si stabilizza attorno al 37%. “Nel caso dei serramenti metallici la contrazione dei pezzi venduti è stata parzialmente compensata da un riposizionamento su prodotti di media e alta gamma, con prezzi superiori – segnala il Rapporto – Il mercato del legno è stato fortemente ridimensionato per la concorrenza da parte del PVC e per l’uscita dal mercato di player importanti in termini dimensionali, orientati prevalentemente sul mercato delle nuove costruzioni e sulla cantieristica che non sono riusciti a riconvertirsi per servire efficacemente il mercato retail della sostituzione”. Dall’analisi delle quote di mercato in volumi si conferma una “sostanziale equivalenza” dei tre materiali, con un trend di crescita del PVC in termini di pezzi venduti. Tendenza data in crescita anche per l’anno in corso: già, infatti, si evidenzia un’ulteriore crescita dello 0,4-0,5% in valore per il PVC a spese sia dell’alluminio sia del legno, “ed è verosimile che diventi il primo materiale in termini di volumi venduti” ipotizza Unicmi.

Recupero edile, sempre più interessante grazie agli incentivi

Il residenziale è sì ancora il mercato di riferimento, con il 62% delle vendite (41% ristrutturazioni, 21% nuove costruzioni residenziali), ma è il recupero edile quello di principale interesse, in particolare quello della sostituzione dei serramenti “che incide per il 53% sui ricavi di vendita”, segnala Unicmi nel Rapporto. La parte del 'paracadute' è costituita dagli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici: essi “hanno contribuito a sostenere in modo significativo la domanda di serramenti generando, dal 2007, vendite cumulate per oltre 13 miliardi di euro”, annota l’Ufficio studi Unicmi, spiegando che di questa domanda hanno beneficiato in pratica tutti i produttori di serramenti, anche se in maniera più significativa quelli di PVC che hanno un modello di business orientato al segmento retail e al mercato della sostituzione e un prodotto con un ottimo rapporto tra prezzo e prestazioni d’isolamento termico. “Ad oggi circa il 90% delle vendite di serramenti in PVC sono di fatto sostenute dagli incentivi fiscali”. Ma anche per il settore dei serramenti metallici l’impatto degli ecobonus è cresciuto sensibilmente negli anni: “nel 2007 gli incentivi fiscali contribuivano al 17% della domanda di serramenti metallici, oggi generano una domanda di serramenti metallici di circa 550 milioni di euro che corrisponde a circa il 42% del giro d’affari del mercato dei serramenti metallici”. Da qui la conclusione: gli incentivi sono una “componente strutturale” della domanda senza la quale il settore andrebbe incontro a un “drastico ridimensionamento”, segnala l’associazione, che caldeggia il loro mantenimento, presupposto “essenziale” per accompagnare la modesta ripresa della domanda rilevabile nel segmento residenziale: esso, secondo Unicmi, impiegherà diversi anni per tornare ai livelli ante crisi.

Autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.

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