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Solare ed eolico in difficoltà: l’Italia non sfrutta le sue risorse

Negli ultimi 10 anni è cresciuta la produzione di energia rinnovabile che però ora stenta a decollare, segnala Legambiente.

Per la prima volta dopo 12 anni l’Italia ha ridotto la produzione di energia solare, eolica e quella ricavata dalle bioenergie, di questo passo sarà impossibile raggiungere gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni, e di crescita delle rinnovabili, al 2030.
È una foto in chiaro scuro quella del nostro Paese sulla diffusione delle tecnologie pulite, che stentano a decollare.
Un quadro della situazione si trova nel rapporto “Comuni rinnovabili” di Legambiente, presentato lo scorso 14 maggio, dove ci sono però anche buone notizie su quello che viene definito “il Paese del sole”.
Sono infatti circa un milione gli impianti tra elettrici e termici installati in tutti i comuni italiani. In pratica, in ogni città è installato almeno un impianto fotovoltaico, mentre sono più di 7000 se parliamo di solare termico. Circa 1489 sono le istallazioni relative al mini idroelettrico (in particolare al centro nord) e poco più di 1000 quelli dell’eolico (maggiormente diffuso al centro sud). Le bioenergie, infine, contano 4064 impianti, mentre 598 sono per la geotermia.
Grazie a questa distribuzione, si legge nel rapporto, circa 3054 comuni sono diventati autosufficienti per quanto riguarda la produzione di energia elettrica. In generale ci sono 41 città che possono vantare l’appellativo di “città del futuro”, perché già rinnovabili al 100%.

Negli ultimi 10 anni la produzione da rinnovabili è cresciuta di oltre 50 TWh, con un contributo delle rinnovabili che è passato dal 15 al 35,1% rispetto ai consumi elettrici e dal 7 al 18% in quelli complessivi. La nota dolente è che, però, dovremmo fare molto di più per stare al passo con la sfida che il cambiamento climatico impone.
“Non possiamo più aspettare: lo sviluppo delle rinnovabili in Italia è praticamente fermo e non ha alcun senso rinviare una scelta che può fermare la febbre del pianeta ed è nell’interesse dei cittadini, delle imprese – dichiara Edoardo Zanchini vicepresidente di Legambiente –. L’Europa ha definito principi e regole per le comunità energetiche e i prosumer (produttori-consumatori) di energia da fonti rinnovabili, grazie alle quali saranno smontate le assurde barriere che oggi impediscono di scambiare energia pulita nei condomini o in un distretto produttivo e in un territorio agricolo. In più si aprirebbero le porte a investimenti innovativi che tengono assieme fonti rinnovabili, efficienza energetica, sistemi di accumulo e mobilità elettrica. La sfida è dunque di entrare al più presto nel merito delle scelte concrete da compiere e che Governo e Parlamento si impegnino a recepire entro il 2019 la direttiva europea”.

La tecnologia che è cresciuta maggiormente fino ad ora è il fotovoltaico, capace di raggiungere i 20,1 GW, mentre quella con la maggior potenza complessiva è ancora l’idroelettrico dove agli impianti che da tempo sono presenti sul territorio italiano, si sono aggiunti 1,5 GW.
A livello regionale è la Lombardia quella con il maggior numero di impianti da fonte rinnovabile in Italia, quasi 9 MW istallati, dovuti in gran parte proprio all’idroelettrico. La Puglia, invece, risulta la regione dove crescono di più le istallazioni di rinnovabili: solare ed eolico hanno raggiunto rispettivamente i 5.213 MW e i 5.532 MW totali.

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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