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Ingiustizia climatica

I ricchi inquinano e i poveri pagano. Secondo l’ultimo rapporto Oxfam i Paesi ad alto reddito emettono nell'atmosfera 44 volte più CO2 rispetto a quelli meno sviluppati.

Disuguaglianze e cambiamento climatico vanno di pari passo, e mentre i ricchi continuano a essere la parte del pianeta che produce gas serra, i poveri subiscono i duri colpi della crisi ambientale, pur non avendo alcuna responsabilità.
Nel nuovo rapporto “Ingiustizia climatica, i più ricchi inquinano e pagano i più vulnerabili” di Oxfam viene scritto nero su bianco che i paesi ad alto reddito, in cui vive solo una persona su sei nel mondo, emettono nell'atmosfera 44 volte più CO2 rispetto ai meno sviluppati. Lo studio tiene conto non solo delle emissioni attuali ma anche della responsabilità storica che i paesi detengono nella crisi climatica. Dal 1960, infatti, il 50% della CO2 emessa in atmosfera proviene da un paese che fa parte dell'Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), mentre i 49 paesi africani a sud del Sahara sono responsabili di appena lo 0,02% delle emissioni totali.
Per capire meglio la differenza in questo “spaccato” di mondo, Oxfam prende in esame le emissioni di un cittadino spagnolo (che in pratica sono simili a quelle di un italiano): utilizzando i dati derivati dal calcolo dell’impronta di carbonio in relazione al consumo, rilascia gas serra quasi quattro volte più di un cittadino cinese, 5.6 volte più di un marocchino, 6.4 volte più di un guatemalteco e 16.5 volte più di un nigeriano.
Guardando ai Paesi meno sviluppati, questi sono responsabili solamente per lo 0,8% delle emissioni. Un recente studio dell'Università di Stanford ha dimostrato come l'aumento della temperatura media del pianeta abbia accelerato da una parte la crescita economica dei paesi “freddi”, e dall’altra rallentato quella dei paesi “caldi”. Senza il riscaldamento globale il divario tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo sarebbe inferiore del 25%. Il Sudan, tra le nazioni più povere, che incide per lo 0.04% delle emissioni globali, ha visto crescere il suo Pil dagli anni ’60 del 36% in meno proprio per via dell’aumento della temperatura.
Se confrontiamo tutte le persone del mondo in base al loro livello di reddito, il 10% più ricco del pianeta è responsabile del 50% delle emissioni di CO2 associate al consumo, mentre l’1% più ricco si stima possa emettere 175 volte la quantità di emissioni climalteranti del 10% più povero.

Sul rapporto si è espressa Elisa Bacciotti direttrice delle campagne di Oxfam Italia: “Viviamo in un mondo in cui catastrofi naturali e eventi climatici estremi stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di decine di milioni di persone in Paesi poveri, responsabili di una quota infinitesimale dell’inquinamento che provoca il surriscaldamento globale. Basta guardare i dati. I Paesi ad alto reddito come Italia e Spagna, in cui vive solo 1 persona su 6 nel mondo, sono responsabili di un livello di emissioni di CO2 in atmosfera 44 volte superiore ai paesi poveri. All’altro estremo, i 47 paesi più poveri del pianeta, sono responsabili solo dello 0,8% delle emissioni. Paesi dimenticati come la Somalia, il Niger, il Mali o il Sudan, dove vive più di 1 miliardo di persone, i cui mezzi di sussistenza dipendono in gran parte dalle condizioni climatiche e il reddito medio è di circa mille euro all’anno”.
In generale, ci sono 3.5 miliardi di persone che vivono con meno di 5.5 dollari al giorno ed emettono 11 volte meno quello che emette il 10% più ricco del pianeta.
Oxfam sostiene, dunque, che mettere un freno al cambiamento climatico è anche un tema di giustizia sociale: è giusto ridurre drasticamente le emissioni di chi ha di più e, allo stesso tempo, migliorare la qualità della vita di non è responsabile della crisi climatica.

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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