Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.
Come se la cava l’Italia con il riciclo?
Ad un anno dalla pubblicazione del pacchetto sull’economia circolare da parte della Commissione europea, l’industria nazionale del riciclo continua a registrare una costante crescita, soprattutto nel settore degli imballaggi: nel 2015 il 67% è stato avviato al riciclo.
Ad affermarlo è “L’Italia del riciclo 2016“, studio effettuato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da FISE UNIRE (Unione Nazionale Imprese Recupero che gestiscono attività di recupero e riciclaggio di rifiuti). Dal report emerge che attualmente oltre 15 milioni di tonnellate di rifiuti di carta, vetro, plastica, legno e organico vengono trasformati in 10,6 milioni di tonnellate di nuove materie (materiale secondario) da reinserire nel processo economico.
Nonostante il perdurare della crisi economica, secondo il rapporto, il 2015 è stato un buon anno per i numeri inerenti al materiale riciclato. Infatti, il riciclo degli imballaggi ha registrato un +5% che conferma la capacità del settore di intercettare e avviare a recupero quantitativi crescenti di rifiuti: 8,2 milioni di tonnellate, contro le 7,8 del 2014 e le 7,6 del 2014. Anche il riciclo di pneumatici fuori uso vede un aumento del 5% rispetto al 2014. L’alluminio, invece, nonostante rimanga tra i settori più virtuosi, accusa una leggera flessione: -1%.
Per quanto riguarda il tasso di riciclo dei rifiuti (la quantità reimmessa nel sistema produttivo proveniente dalla differenziazione dei rifiuti), si confermano le eccellenze della carta (80%), dell’acciaio (73,4%), del vetro (71%) e, appunto, dell’alluminio (70%). Il tasso di reimpiego e riciclo di veicoli fuori uso raggiunge l’83% del peso medio del veicolo, dato che lo fa essere ancora lontano dal target previsto del 95%. In ritardo anche la raccolta pro-capite delle apparecchiature elettriche ed elettroniche che, intercettando il 41% dell’immesso al consumo, supera i 4 kg/abitante ma è comunque distante dagli obiettivi: 7,5 kg/abitante per il 2016 e 10 kg/abitante per il 2019.
“Il Rapporto evidenzia come l’Italia abbia compiuto notevoli progressi nel campo del riciclo”, ha dichiarato Andrea Fluttero, Presidente di UNIRE, “grazie a un settore virtuoso e dinamico; una vera circolarità delle risorse non è stata ancora pienamente realizzata. Potrà esserlo solo a patto che si affrontino e si risolvano alcuni nodi da tempo irrisolti. Tra questi, le regole, che devono essere certe, chiare e stabili nel tempo, la semplificazione complessiva del settore, la migliore definizione del sistema consortile, che deve diventare sempre più sussidiario al mercato, il problema delle esportazioni e la necessità di sviluppare ricerca ed innovazione tecnologica. Tutti elementi indispensabili per dare ulteriore slancio al settore e senza i quali sarà difficile migliorare i risultati del nostro settore sia dal punto di vista economico che ambientale”.
Per Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, “l’uso efficiente dell’energia e dei materiali sono ormai indispensabili fattori non solo di qualità ambientale, ma di competitività economica. Occorre quindi produrre sempre meno scarti e meno rifiuti e riciclare il massimo possibile. Le imprese italiane hanno ormai raggiunto il livello di eccellenza in Europa con il riciclo del 72% dei rifiuti speciali, lo stesso livello di eccellenza deve essere raggiunto anche nel riciclo dei rifiuti urbani (al 43%), sulla scia positiva di quello degli imballaggi oggi al 67% dell’immesso al consumo. Ciò richiederà politiche mirate per recuperare i ritardi in alcune Regioni del Sud e maggiore attenzione alle filiere industriali del riciclo per il loro ruolo strategico”.