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UE al lavoro per ridurre le emissioni del settore energetico

Le emissioni di gas serra dell'UE sono dovute per tre quarti alla produzione e al consumo di energia. Ecco le misure con cui l'UE cerca di accelerare la decarbonizzazione

Il settore che comprende produzione di elettricità, calore e trasporti, dovrà ridurre drasticamente le proprie emissioni, per poter raggiungere l'obiettivo di diventare il primo continente climaticamente neutro entro il 2050. Tuttavia, ai sensi della legislazione volta a conseguire gli obiettivi del Green Deal, la Commissione ha proposto di rivedere gli obiettivi sia per le energie rinnovabili (attualmente fissate al 32% entro il 2030) sia per l'efficienza energetica (fissate al 32,5% entro il 2030). In Europa, il prezzo dell'energia sta raggiungendo dei livelli record.  A causa di un approvvigionamento energetico basato fortemente sulle importazioni, in special modo per il gas naturale (90%) ed il petrolio (97%), l'Unione europea è particolarmente vulnerabile in caso di interruzioni e oscillazioni dei prezzi. Pertanto, un rafforzamento della cooperazione e l’'integrazione delle reti energetiche potrebbero aiutare a garantire l'approvvigionamento energetico ai paesi dell'UE. Diverse le proposte a cui l'UE sta lavorando per ridurre le emissioni del settore energetico e garantire un approvvigionamento sicuro:

  1. 1)      Migliori collegamenti tra i paesi dell'UE.  

Il collegamento delle infrastrutture energetiche tra i paesi dell'UE può aiutare a diversificare l'offerta, in modo tale da permettere di affrontare meglio le possibili interruzioni. L'UE sta rivedendo le proprie norme sul finanziamento dei progetti di infrastrutture energetiche transfrontaliere, affinché siano allineate agli obiettivi climatici. Ogni due anni viene pubblicato un elenco di progetti energetici prioritari, ritenuti essenziali per raggiungere gli obiettivi dell'UE in campo energetico, che possono beneficiare di autorizzazioni semplificate e richiedere fondi comunitari. La commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (ITRE) invoca un cambiamento nel processo di selezione di questi progetti, ossia chiede l'eliminazione dei progetti a sostegno del gas naturale a livello europeo, in favore di quelli per lo sviluppo infrastrutturale dell'idrogeno e di quelli per la cattura e lo stoccaggio del carbonio.

  1. Idrogeno rinnovabile.

Utilizzando l'idrogeno per produrre energia, non vengono emessi gas serra. Pertanto, l'utilizzo dell'idrogeno consentirebbe la decarbonizzazione dei settori industriali ad alto consumo energetico. Si stima che entro il 2050, l'idrogeno rinnovabile potrebbe raggiungere il 20-50% della domanda di energia nei trasporti e il 5-20% nell'industria dell'UE. Tuttavia, per essere sostenibile, l'idrogeno deve essere prodotto con elettricità proveniente da fonti rinnovabili. A questo proposito, per permettere di poter effettuare una chiara distinzione tra idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio, i deputati insistono sull'importanza di una terminologia uniforme in tutta l'UE, chiedendo inoltre la graduale eliminazione dell'idrogeno di origine fossile.

  1. Energie rinnovabili marine.

Sebbene al momento l'eolico costituisca l'unica fonte di energia rinnovabile marina utilizzata su scala commerciale, tuttavia l'UE sta esaminando altre fonti energetiche, fra le quali l'energia solare galleggiante, quella delle maree e delle onde e infine quella delle alghe per i biocarburanti. La Commissione ha proposto una strategia europea per un aumento della produzione di elettricità da energie rinnovabili marine. La sola capacità eolica offshore passerebbe dai 12 GW di oggi ai 300 GW entro il 2050.