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Alluvione Emilia Romagna, eventi estremi che rischiano di diventare normalità

Un bilancio che si aggrava di ora in ora, una situazione che non accenna a fermarsi, anzi. Sono previste ancora piogge

24 comuni colpiti, migliaia di persone sfollate ed evacuate, diversi dispersi, 9 le vittime. Un’alluvione catastrofica e senza eguali quella che sta investendo l’Emilia-Romagna in questi giorni, con piogge intense, frane ed esondazioni che da giorni si stanno abbattendo su diverse località tra Bologna, Ravenna, Forlì e Cesena, fino al nord delle Marche. Un bilancio che si aggrava di ora in ora, una situazione che non accenna a fermarsi, anzi. Sono previste ancora piogge.

Piogge torrenziali e siccità, il collegamento spiegato dal CNR

Secondo i climatologi, le piogge torrenziali sarebbero dovute alla formazione di piccoli cicloni extratropicali e in uno studio del CNR viene spiegato l’aumento delle temperature del mare generi, oltre a gravi impatti sulla biodiversità marina, il trasferimento di maggiore calore dall’atmosfera che scarica violentemente sulla terra con piogge intense e venti forti. Quelle piogge così abbondanti finiscono però su un suolo impermeabilizzato dalla siccità e provato da una cementificazione selvaggia. A tutto quesdto si unisce una scarsa manutenzione dei bacini idrici. E il gioco è fatto.

Sulla pagina di Green peace si legge il commento di Mauro Rossi, ricercatore CNR-IRPI: «Esiste un collegamento tra quanto sta accadendo in queste ore in Emilia-Romagna e le conseguenze del cambiamento climatico. L’aumento delle temperature intensifica gli episodi di siccità, inaridisce il suolo e ne modifica la permeabilità in diversi modi. Contemporaneamente, la stessa quantità di acqua, anziché cadere sul territorio in più giorni, scende in un minore arco di tempo, aumentando l’intensità delle precipitazioni. E se la pioggia cade con elevata intensità, come sta avvenendo in questi giorni, il deflusso si amplifica e l’acqua in eccesso defluisce nei versanti e verso i fiumi che rispondono esondando, scavando e modificando il loro alveo. In questo contesto, e in un terreno già saturo di acqua a causa delle precipitazioni intense delle passate settimane, anche le frane si innescano con facilità e in maniera diffusa sul territorio, a volte interagendo con i fiumi e alimentando il trasporto di detriti. Tutto questo è dovuto anche all’impatto del cambiamento climatico. Oggi, purtroppo, possiamo osservare come l’alternanza tra periodi siccitosi ed eventi di pioggia estrema favorisca l’occorrenza di fenomeni geo-idrologici sul nostro territorio».

«Eventi estremi come quello in corso rischiano di diventare la normalità se non affrontiamo con urgenza le cause della crisi climatica», dichiara Federico Spadini, campagna Clima di Greenpeace Italia. «Non siamo di fronte a semplici episodi di maltempo, ma a vere e proprie tragedie alimentate dal riscaldamento del pianeta che hanno dei chiari responsabili. Continuare a estrarre e bruciare gas e petrolio è un crimine che aggraverà sempre di più l’emergenza climatica, con la perdita di vite umane, la distruzione ambientale, e gravi impatti economici e sociali. Per questo dobbiamo subito mettere fine all’era dei combustibili fossili».