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Aumentano nel mondo le emissioni di protossido di azoto

Il crescente uso di fertilizzanti azotati sta aumentando le concentrazioni atmosferiche di protossido di azoto, un gas serra 300 volte più potente dell'anidride carbonica. Una minaccia per il clima.

Il crescente utilizzo di fertilizzanti azotati utilizzati per la produzione di cibo in tutto il mondo sta aumentando le concentrazioni atmosferiche di protossido di azoto, un gas serra 300 volte più potente dell'anidride carbonica e che rimane nell'atmosfera per oltre 100 anni.
Il monito arriva da una ricerca pubblicata il 7 ottobre dalle colonne della rivista scientifica Nature, condotta dalla Auburn University negli Stati Uniti che ha coinvolto scienziati di 48 istituti di ricerca di 14 diversi Paesi.
I risultati mostrano che le emissioni di questo gas stanno aumentando più rapidamente di qualsiasi scenario di emissioni sviluppato dall'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) e, per questo motivo, il protossido di azoto rappresenta un grosso rischio per il raggiungimento dell’Accordo di Parigi. Lo studio infatti indica una tendenza allarmante: il protossido di azoto è aumentato del 20% rispetto ai livelli preindustriali, con una crescita che è diventata sempre più rapida negli ultimi 50 anni, trainata delle attività umane.

"Il motore principale dell'aumento del protossido di azoto atmosferico proviene dall'agricoltura e la crescente domanda di alimenti e mangimi per animali aumenterà ulteriormente le emissioni globali di questo potente gas serra - ha affermato professor Hanqin Tian, ​​direttore dell'International Center for Climate and Global Change Research che ha cocondotto lo studio -. C'è un conflitto tra il modo in cui nutriamo le persone e la stabilizzazione del clima".
“Servono strategie di mitigazione efficaci se vogliamo limitare il riscaldamento globale e raggiungere gli obiettivi climatici – ha invece dichiarato il principale autore dello studio Parvadha Suntharalingam, della Scuola di scienze ambientali dell'University of East Anglia -. Ma con questa analisi, la prima nel suo genere, possiamo identificare i fattori che determinano queste emissioni climalteranti”.

Le emissioni di protossido di azoto dipendono dall'aggiunta di azoto nei terreni coltivati e sono aumentate del 30% negli ultimi quattro decenni. I maggiori contributori di queste emissioni sono l’Asia orientale, l’Asia meridionale, l’Africa e il Sud America. I tassi di crescita maggiori si registrano nelle economie emergenti, in particolare in Brasile, Cina e India, dove la produzione agricola e il numero di bestiame aumenta a dismisura di anno in anno.
L’analisi mette dunque in mostra come sia necessario un ripensamento su larga scala nel modo in cui utilizziamo e abusiamo dei fertilizzanti azotati a livello globale, e inoltre esorta i decisori politici a produrre legislazioni che incentivino pratiche agricole più sostenibili e riducano lo spreco alimentare.
Infine, ricorda lo studio, il protossido di azoto è un gas capace anche di degradare lo strato di ozono che ci protegge dalla maggior parte delle radiazioni ultraviolette del Sole, dannose per l’uomo. Servono quindi azioni urgenti e mirate, per evitare l’insorgere di molteplici effetti negativi.

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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