energia3-1130x300.jpg

Sostenibilità in crescita

Crescono le pratiche sostenibili come le rinnovabili ma non è detto che diano grandi risultati sul fronte occupazionale

Sviluppo, lavoro e salute. Tutti indicatori positivi quelli previsti dallo studio Just E-volution 2030, realizzato da The European House - Ambrosetti in collaborazione con Enel e Fondazione Centro Studi Enel, e anticipato nell'ambito del Forum di The European House - Ambrosetti.

Ma è necessario vedere bene i numeri, per non farsi prendere da facili entusiasmi. Se da un lato l'Europa si muove verso un futuro sempre più sostenibile indotto anche dalla transizione energetica dall'altro questa transizione potrebbe non produrre i risultati necessari. Lo studio, attraverso un modello econometrico, stima gli impatti della transizione energetica in atto, sostenuta dalla crescente elettrificazione, digitalizzazione e generazione da fonti rinnovabili, sulla produzione industriale, l'occupazione, la qualità dell'aria nell'Unione Europea e in maggiore dettaglio in Italia, Spagna e Romania.

«La decarbonizzazione rappresenta una grande opportunità per modernizzare l'economia europea, rivitalizzare il comparto industriale e assicurare una crescita sostenibile e duratura. - ha detto Francesco Starace, amministratore delegato di Enel A fronte di una generazione sempre più rinnovabile, la progressiva penetrazione dell'elettricità nel sistema energetico ci permetterà non solo di decarbonizzare i settori storicamente più inquinanti dell'economia, ma anche di creare valore in modi nuovi, offrendo nuovi servizi ai consumatori, sempre più attori centrali del sistema elettrico. È fondamentale, quindi, che vengano condivisi i benefici della transizione energetica accompagnandola con misure di ampio respiro che fondano aspetti climatici, energetici, ambientali, industriali e sociali».

Grazie alla transizione energetica, infatti, si avrà un saldo positivo a livello europeo fino a 145 miliardi di euro al 2030 mentre per l'occupazione si prevede un incremento fino a 1,4 milioni di nuovi posti di lavoro nell'Unione Europea al 2030. Infine la sostituzione delle tecnologie termiche con quelle elettriche nei trasporti e nel settore residenziale permetterà, al 2030, di migliorare la qualità dell'aria, con una riduzione dei costi relativi all'inquinamento fino a circa tre miliardi di euro, sempre a livello europeo a livello europeo.

Tutte cifre positive, ma il problema è il contesto di riferimento. Parliamo, infatti, di un settore come quello energetico che, specialmente per quanto riguarda l'elettrico è a bassa intensità sia di investimenti post installazione sia di lavoro, specialmente in un quadro come quello odierno caratterizzato da un elevata digitalizzazione.

Il periodo preso in analisi, infatti, è di dieci anni e il contesto è quello dei 510 milioni di abitanti suddivisi su 28 paesi, dei quali 365,7 milioni occupati. 1,4 milioni in dieci anni, infatti, fanno 140.000 nuovi occupati l'anno con un incremento complessivo generale dell'occupazione del 0,04% annuo su tutti i 28 paesi dell'Unione Europea. Il tutto al lordo della perdita di posti di lavoro generale che sarà introdotta dalle nuove tecnologie come la robotica e l'intelligenza artificiale.

Autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983. Il sito web di Sergio Ferraris, giornalista scientifico. 

Ultime pubblicazioni