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Luce urbana, la parola ai cittadini

L'illuminazione pubblica è sotto i riflettori, i cittadini sono insoddisfatti nonostante la spesa delle amministrazioni sia notevole

La luce urbana alla quale siamo abituati, fin dall'infanzia, oggi è percepita come un problema. Da un lato le nuove tecnologie consentono l'abbattimento dell'80% dei consumi energetici mentre, analizzando il profilo psicologico, l'assenza di luce o il cambiamento visivo dell’illuminazione crea problemi ai cittadini. Per capire meglio di cosa stiamo parlando basta pensare al caso di Roma, dove il Comune ha deciso, qualche tempo fa, di sostituire la tipologia d'illuminazione con i Led. Non ci interessa giudicare ciò che è stato fatto, ma la questione è diventata "rovente" proprio sotto al profilo dell'estetica, al punto che la polemica è arrivata sulle pagine del New York Times.

Alcuni abitanti della Capitale ritengono che le nuovi luci del centro storico siano inadatte, al punto di "snaturare" l'aspetto notturno della Città Eterna, in realtà il cambiamento ha riguardato solo la temperatura del colore, ossia di gradi kelvin della sorgente luminosa. Proprio queste, però, saranno le  tematiche da affrontare nel quadro della trasformazione delle nostre metropoli in Smart Cities. Il lampione stradale al quale siamo abituati da decenni cambierà “pelle” in maniera radicale, diventando da semplice punto luce a oggetto intelligente in grado di accendersi e spegnersi al passaggio di auto e persone, oppure di regolarsi da solo emettendo una certa quantità di luce secondo dei parametri prestabiliti, come quelli stagionali e, magari, fornire servizi digitali come la connessione internet tramite il Wi-Fi.

Nel frattempo, aspettando la Smart City, i problemi aumentano. Da una ricerca condotta dall'istituto Censis, per conto di Gewiss, emerge, infatti, che sei milioni di italiani hanno problemi con il buio, ossia con l'illuminazione pubblica che giudicano troppo scarsa. La percentuale più alta riguarda il 76,2% delle giovani donne, e il 71,5% di abitanti di metropoli. «L’illuminazione pubblica del nostro Paese - sottolinea la ricerca - è da ripensare e sostituire con un servizio che tenga in considerazione della sicurezza dei cittadini, della qualità estetica e funzionale degli spazi e di nuovi vincoli di bilancio». Dalla ricerca emerge anche la possibilità e il desiderio di valorizzare il Paese con la luce, l’82% degli intervistati, infatti, è convinto che illuminare monumenti, statue, palazzi e opere architettoniche significhi valorizzarli.

«Questa ricerca – dice Aldo Bigatti, Direttore Marketing e Vendite Business Unit Lighting di Gewiss – evidenzia come sia molto forte l’aspettativa dei cittadini nei confronti di progetti di buona illuminazione delle città. L’illuminazione pubblica deve consentire importanti riduzioni dei costi, ma soprattutto deve essere in grado di fornire benefici diretti, migliorando la qualità della luce, aumentando il senso di comfort e valorizzando il  tessuto urbano con nuovi servizi connessi come WI-FI, telecamere e così via. La luce deve essere uniforme e ben distribuita per consentire una buona visibilità a breve distanza con maggiore senso di sicurezza per le persone. Oggi questa opportunità esiste, grazie alla tecnologia LED: l’auspicio è dunque che le amministrazioni locali si impegnino ad investire in progetti di ristrutturazione degli impianti esistenti, sfruttando le potenzialità offerte dai LED ed affidando la riqualificazione a figure professionali adeguate come i lighting designer. Sarebbe davvero un contributo concreto e molto apprezzato dai cittadini, nella direzione della Smart City».

Quelli evidenziati dalla ricerca sono risultati paradossali se si tiene conto che i comuni lungo lo stivale spendono ben un miliardo di euro l'anno per la bolletta dell'illuminazione pubblica - 18,7 Euro pro capite - cifra che è superiore alla media europea, a parte la Spagna.

Con la luce nei luoghi pubblici è possibile fare meglio. A Milano, per esempio, il concorso indetto dal Comune e dalla società City Life per la progettazione del parco pubblico del quartiere milanese richiedeva anche lo studio di un ulteriore progetto, quello illuminotecnico. Lo studio di lighting design Ferrara Palladino ha realizzato un sistema di illuminazione capace di favorire la percezione di sicurezza fisica e psicologica per fare in modo che i cittadini frequentino il parco anche nelle ore serali. Sono stati installati 85 Urban, sistema di illuminazione LED di Gewiss, lungo tutti i percorsi pedonali del parco ossia nella parte riservata alle abitazioni City Life e nella parte aperta al pubblico. Questi dispositivi sono bi-regime per la regolazione del flusso luminoso anche durante le ore notturne e permettono un risparmio energetico del 50%, i Led, in conformità con i requisiti richiesti in termini di potenza, già garantiscono un consumo minore dell'80% rispetto alle lampade normali e una durata di oltre 50.000 ore, ossia quasi sei anni. Con questo sistema sono stati garantiti i tre principi fondamentali dell’illuminazione pubblica: design, risparmio e sicurezza dei cittadini. CityLife 001094

CityLife 001091

Autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983. Il sito web di Sergio Ferraris, giornalista scientifico. 

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