edilizia5-1130x300.jpg

In stazione passa il treno della rigenerazione

L’intesa FS Italiane-Banca Etica per riqualificare 450 stazioni impresenziate è un’iniziativa di rigenerazione green e sostenibile del patrimonio esistente

C’è la stazione di Codola, costruita a fine Ottocento in corrispondenza del primo traforo ferroviario realizzato dai Borboni, che dal 2007 Rete Ferroviaria Italiana ha concesso alla cooperativa sociale Desy per farne un ostello per turisti, ma anche per ospitare richiedenti asilo politico, artisti in servizio civile europeo e persone in condizione di emergenza abitativa. C’è poi la stazione ferroviaria nel comune palermitano di Isola delle Femmine divenuta la sede del tour operator Addiopizzo Travel specializzato nell’organizzazione di itinerari in strutture che hanno detto no alla mafia. E c’è ancora l’ecostazione di Ceccano, in provincia di Frosinone, la cui facciata (qui in foto) è ricoperta da un grande murales realizzato da un artista locale nell’ambito delle attività dell’associazione Centro Studi Tolerus che in questi spazi promuove progetti di educazione ambientale, oltre a tenere pulito lo scalo e il piccolo parco annesso. Nell’appartamento al primo piano ottenuto in comodato d’uso gratuito da RFI nel 2007, Tolerus ha realizzato servizi utili alla cittadinanza, dal centro di documentazione/biblioteca sulle tematiche ambientali all’area adibita a museo e ad esposizione temporanee a un laboratorio didattico e a tanto altro ancora.

Sono alcuni esempi dei cinquanta progetti di rigenerazione di stazioni ferroviarie, raccontati nel volume Stazioni ferroviarie: come rigenerare un patrimonio, i cui spazi sono stati concessi in comodato d’uso gratuito o in locazione agevolata ad associazioni ed enti locali.

E oggi questi progetti che intendono dare o ridar vita alle stazioni proseguono con la notizia proprio di questi giorni del Protocollo d’intesa firmato da FS Italiane e da Banca Etica.

L’obiettivo, in questo caso, è finanziare e dar vita a progetti per riqualificare e reimpiegare con finalità sociale, ambientale e culturale circa 450 stazioni impresenziate, quelle cioè dove il personale non è presente in servizio, e le linee ferroviarie dismesse del network di RFI.

Rigenerazione territoriale e greenway passano dalle stazioni

Questo progetto, come ha ricordato Renato Mazzoncini, AD e DG di FS Italiane, è l’ulteriore operazione avviata dal Gruppo FS Italiane per riqualificare e riorganizzare gli spazi e le aree delle principali stazioni italiane non più funzionali alle attività ferroviarie. «Le stazioni ferroviarie, infatti, non sono più solo luoghi dove iniziano o finiscono i viaggi – ha affermato in una nota – È fondamentale quindi migliorare l’efficienza, il valore e l’integrazione con la città delle stazioni ferroviarie, sia grandi sia medio/piccole, per renderle poli di attrazione e di servizi per il territorio e non solo efficienti poli trasportistici». Grazie a progetti come questi, che s’innestano nel filone della sostenibilità sociale e ambientale, FS Italiane «vuole facilitare e favorire, anche attraverso comodati d’uso, attività associative del Terzo settore e del mondo no profit», ha evidenziato.

Ferrovie dello Stato coinvolgerà Banca Etica nella selezione dei soggetti destinatari delle aree oggetto di riqualificazione e comunicherà ai soggetti selezionati le linee guida per usufruire dei servizi di Banca Etica. Banca Etica, invece, favorirà, attraverso bandi dedicati sul proprio network di crowdfunding, la raccolta fondi per sostenere i progetti di riqualificazione, promuoverà eventi culturali per presentare progetti e offrirà servizi creditizi e bancari integrati.

A oggi si contano circa 1.700 stazioni impresenziate di RFI che FS Italiane ha concesso tramite contratti di comodato d’uso gratuito alle associazioni e ai comuni affinché siano avviati progetti sociali che abbiano ricadute positive sul territorio e per la qualità dei servizi offerti nelle stesse stazioni.

Inoltre, tra gli obiettivi del Piano Industriale 2017-2026 del Gruppo FS c’è anche il programma di valorizzazione dei binari non più utilizzati, per la loro riconversione in greenway, permettendo così

di arricchire la rete di mobilità sostenibile italiana e di recuperare i tracciati che percorrono paesaggi ricchi di storia e bellezze naturali”.

Autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.

Ultime pubblicazioni