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Efficienza energetica, nel residenziale l’Italia c’è

Secondo l’Enea, nel residenziale si segnala la maggiore riduzione nei consumi energetici: qui si è già superato il 60% degli obiettivi attesi al 2020
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Secondo una famosa filastrocca “Mattone su mattone viene su la grande casa”. Beh, in Italia, i veri mattoni sono quelli della efficienza energetica che in edilizia stanno costruendo un grande traguardo, in parte già raggiunto: ridurre i consumi energetici rispetto agli obiettivi posti nel 2020 a livello UE. Il nostro Paese, nel settore residenziale, oggi evidenzia non solo risultati in linea con il trend di risparmi previsti per il raggiungimento dell’obiettivo al 2020, ma ha già superato abbondantemente la metà dell’obiettivo finale (per la precisione il 61%). Lo segnala l’edizione 2016 del Rapporto annuale Efficienza energetica (RAEE) dell’Enea, presentato in questi giorni e giunto alla sua quinta edizione.

 

Risparmio energetico: nessuno come il residenziale

Il settore residenziale nel 2014 ha registrato la maggiore riduzione nei consumi energetici: -15,0% rispetto al 2013 con un consumo totale pari a 25,5 Mtep. Il calo, si legge sempre nel rapporto, ha interessato tutte le fonti energetiche, in particolare, rispetto al 2013: • il consumo di gas naturale (che copre oltre il 40% dei consumi del settore) si è ridotto del 19,8% • il consumo di legna (copre il 22,1% dei consumi del settore) si è ridotto del 14,6% • il consumo di energia elettrica (copre il 21,7% dei consumi del settore) si è ridotto del 4,1% Se si ragiona in termini generali, la performance in efficienza dell’Italia è decisamente migliorabile dato che “rispetto all’obiettivo previsto per il periodo 2011-2020 incluso nel PAEE 2014, i risparmi energetici conseguiti al 2015 sono stati pari a poco piu? di 5 Mtep/anno di energia finale, equivalenti a circa un terzo dell’obiettivo finale” e che tali risparmi derivano per oltre il 40% dal meccanismo d’obbligo dei Certificati Bianchi. Ma a livello settoriale, il residenziale ha già superato il 60% dell’obiettivo atteso al 2020. Obiettivi superati anche se si considera il settore residenziale pubblico e, in particolare l’obbligo di riqualificazione energetica del 3% della superficie degli immobili occupati dalla Pubblica Amministrazione centrale. Bene, nel biennio 2014-2015 risultano realizzati, in fase di realizzazione o programmati interventi su 120 immobili, per una superficie utile complessiva di 855.235 mq, di cui oltre 468.000 nel solo 2015, anno in cui l’obiettivo del 3% è stato ampiamente superato.

Una miniera ancora da esplorare

Il Rapporto si sofferma anche a segnalare come la proposta di revisione della Direttiva 30/2010, cosi? come gli interventi previsti su Ecodesign e Direttiva 27/2012, siano mirati a ripensare in modo radicale il ruolo dell’efficienza energetica in vista dell’obiettivo indicativo fissato al 2030. “Un focus particolare, in questo processo, è posto sul settore edifici, che rappresenta circa il 40% dei consumi finali dell’Unione Europea”. Ed è qui la miniera ancora da esplorare: infatti, il potenziale di efficienza energetica è vasto in questo ambito. “Solo una piccola quota è sottoposta a ristrutturazioni importanti e si prevede che più dei due terzi del totale sarà ancora in uso nel 2050”.

Ristrutturazioni e nuove costruzioni, occasioni di crescita e di lavoro

La miniera da esplorare riguarda un patrimonio edilizio da risanare molto vasto, dato che per oltre due terzi è stato costruito prima del 1976, anno di entrata in vigore della prima legge italiana in materia di energia che si è occupata anche di edilizia. C’è da considerare la Strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale (STREPIN), che stima un potenziale di risparmio al 2020 di circa 5,7 Mtep/anno, “con investimenti da sostenere nel settore residenziale pari a 13,6 miliardi di euro l’anno per interventi globali e 10,5 miliardi di euro l’anno per interventi parziali; per gli interventi nel non residenziale gli investimenti si stimano in 17,5 miliardi di euro l’anno” spiega il rapporto, che considera anche i risparmi attesi dall’applicazione dei requisiti NZEB nonché dalla promozione delle ristrutturazioni profonde che comportino la trasformazione in NZEB degli edifici esistenti: qui la stima di risparmio energetico nel periodo 2015-2020 è pari a oltre 10 ktep per il settore residenziale e non residenziale.   Ma già al presente il settore delle costruzioni è un autentico volano economico e occupazionale: esso, infatti, ha fatto registrare nel 2015 un valore della produzione pari a 165,5 miliardi di euro, di cui 119 miliardi (72%) dovuti alla manutenzione del patrimonio esistente, sia ordinaria (36 miliardi) sia soprattutto straordinaria (83 miliardi), cresciuta notevolmente di importanza negli ultimi anni. Basta guarda nel confronto tra 2007 e 2015: nel primo anno considerato la manutenzione straordinaria nel suo complesso valeva il 47% degli investimenti in costruzioni; nel 2015 è salita al 66%, con una punta del 76,7% nel comparto residenziale. I risvolti occupazionali sono significativi: ai 3,2 miliardi di euro ascrivibili agli interventi di riqualificazione energetica incentivati con le detrazioni fiscali del 65%, corrispondono 39.000 addetti diretti e 59.000 complessivi, compresi gli indiretti. “Per il periodo 2007-2014 l’impatto occupazionale complessivo è stimato in 257.000 lavoratori diretti e 386.000 se si considera anche l’indotto”: significa una media di circa 50.000 occupati l’anno, con un trend in forte crescita negli anni più recenti.  

Autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.

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