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Enel: “300 milioni di euro per la rete di ricarica elettrica”

Enel punta sulla mobilità elettrica e investe sulle colonnine di ricarica pubblica

Un’infrastruttura tale da assicurare una “vita normale” a chi possiede un’auto elettrica. È la sfida che Enel lancia al nostro Paese, indietro nelle politiche sulla mobilità elettrica rispetto ai colleghi europei.
Insieme alla mancanza di incentivi incisivi, il mercato dell’auto elettrica stenta a decollare per lo scarso numero di colonnine di ricarica pubblica. Per questo Enel ha deciso di investire 300 milioni di euro su tutto il territorio nazionale a cui andranno ad aggiungersi i fondi europei e un contributo da parte di chi utilizza l’Electric Vehicle.
L’azienda tiene a sottolineare il fatto che l’investimento “non graverà sulle bollette” degli italiani.
L’ambizioso piano strutturale è realizzato in collaborazione al Politecnico di Milano e, dopo essere stato presentato al ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio, partirà tra pochi giorni, ad aprile.

 “Immaginando un parco auto di 360 mila auto elettriche, ci vorrebbero 12 mila colonnine – dice Starace (Amministratore Delegato di Enel) riferendosi ai risultati dello studio condotto col Politecnico di Milano, e aggiunge – Enel, insieme ad alcune delle principali case automobilistiche è in prima linea nello sviluppo di offerte e servizi integrati per i clienti e di una infrastruttura di ricarica capillare, come quella che stiamo realizzando lungo l’asse autostradale italiano. Inoltre siamo i primi al mondo ad aver sviluppato una tecnologia, il Vehicle to Grid, che utilizza i veicoli elettrici anche per garantire maggiore efficienza e stabilità alla rete di distribuzione consentendo, allo stesso tempo, di generare ricavi per i proprietari

I modelli più recenti sfornati dal settore e-mobility sono in grado di percorrere lunghe tratte, possiedono più di 300 km di autonomia. Una distanza che basta a soddisfare i bisogni degli italiani se consideriamo che il percorso medio coperto da un singolo individuo è al di sotto dei 60 km giornalieri.
Ma il lento sviluppo dell’asse autostradale (a cui fa riferimento Starace) è comunque una delle cause che maggiormente non invogliano all’acquisto. In Italia, le colonnine di ricarica veloce (22 kW) oltre ad essere poco diffuse, sono concentrate nelle città piuttosto che in autostrada.
Situazione da imputare anche alla lentezza burocratica italiana. Sono, infatti, stati spesi solo 6300 euro dei 50 milioni di fondi messi a disposizione dall’Europa.

Sempre più aziende si fanno avanti con nuove proposte per lo sviluppo del settore
Intanto lo sviluppo del comparto prosegue e, anzi, sembra accelerare.
Sono sempre di più le case automobilistiche che puntano sull’imminente esplosione del mercato dell’elettrico e, in questi giorni, è Nissan Italia ad avanzare le proprie proposte per bocca del suo Amministratore Delegato Bruno Mattucci.
La roadmap che Nissan fornisce è chiara e semplice e punta ad eliminare le distorsioni (di mercato e non) presenti all’interno del quadro italiano. Si va dall’introduzione di nuovi incentivi diretti al consumatore (in modo da avvicinare il prezzo d’acquisto a quello delle auto a combustibili fossili) a quelli indiretti di riduzione delle imposte. Dalla diffusione della tecnologia “Vehicle to Grid” (obiettivo anche di Enel, permette alla mobilità elettrica di integrarsi alla rete energetica nazionale) alla creazione di un’infrastruttura efficiente ed efficace. Il tutto unito ad una tariffa agevolata per l’allacciamento di nuove utenze e all’eliminazione del fenomeno della “sosta selvaggia” (sosta davanti alle colonnine di ricarica da parte di chi tutto possiede fuorché un’auto elettrica).

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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