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Anche con 2°C livello del mare in aumento di almeno 2 metri

Nel passato il fenomeno dell’innalzamento dei mari, collegato al cambiamento climatico, è stato sottostimato, sostiene un nuovo studio pubblicato su Nature

Via via che la scienza approfondisce gli studi sui cambiamenti climatici veniamo posti difronte a previsioni, fatte nel corso degli anni, che spesso hanno sottostimato gli effetti negativi generati da tale fenomeno, di cui l’attività antropica è di sicuro il responsabile. È il caso della fusione del permafrost, è il caso della capacità di assorbimento della CO2 da parte delle nostre foreste tropicali, ed è il caso dell’innalzamento del livello del mare.
Secondo infatti lo studio “Estimating global mean sea-level rise and its uncertainties by 2100 and 2300 from an expert survey” pubblicato l’8 maggio sulla rivista Nature, se la superficie terrestre dovesse scaldarsi fino a 3,5°C, cosa più che probabile continuando a questi ritmi, gli oceani potrebbero salire di molto entro fine secolo. Inoltre, entro il 2300, che potrebbe sembrare un periodo molto lontano ma queste stime vengono effettuate per aiutarci a comprendere meglio il comportamento del fenomeno nel tempo, i livelli del mare potrebbero crescere di oltre cinque metri, ridisegnando pesantemente le coste del pianeta.

Attualmente la temperatura media globale è di circa 1,1°C rispetto all’era preindustriale. Il rapporto fa presente che pur restando entro il limite dei 2°C dell’Accordo di Parigi il livello del mare potrebbe arrivare a toccare due metri di aumento medio, ben al di sopra di quanto stimato dagli ultimi lavori dell’Ipcc, l’ente scientifico che fa sa supporto alla Conferenza Onu sul cambiamento climatico.
“Nei suoi studi l'Ipcc tende ad essere molto cauto e conservatore, motivo per cui ha dovuto correggersi verso l'alto già diverse volte – ha dichiarato l’autore dello studio Stefan Rahmstorf, dell'Istituto di ricerca sull'impatto climatico di Potsdam -. Basti pensare che le proiezioni sul livello del mare nel rapporto di valutazione Ipcc del 2014, erano già del 60% superiori a quelle della precedente edizione”.
Il rapporto inoltre fa chiarezza sugli effetti derivanti dall’innalzamento dei mari, fenomeno che non metterebbe solo a rischio l’esistenza delle città costiere e la sussistenza di milioni di persone che vivono di attività svolte sulle coste, ma che renderebbe più devastanti gli uragani e i periodi di siccità. “Sono i centimetri in più dell'acqua dell'oceano che rendono le tempeste da cicloni tropicali sempre più forti, mortali e distruttive”, ricorda infatti lo studio.

Nel corso del ventesimo secolo, l'innalzamento del mare è stato causato principalmente dalla fusione dei ghiacciai e dall'espansione delle acque oceaniche per via della loro temperatura sempre maggiore (per un fatto fisico: qualsiasi corpo sottoposto a riscaldamento si dilata). Ma negli ultimi due decenni il driver principale è diventato la fusione delle due calotte glaciali della Terra. La Groenlandia e l'Antartide occidentale, infatti, stanno perdendo almeno sei volte più ghiaccio oggi rispetto alla media degli anni '90. Basti pensare che dal 1992 al 2017 hanno perso circa 6,4mila miliardi di tonnellate di massa di ghiaccio.
Nell'ultimo decennio, il livello del mare è aumentato di circa quattro millimetri all'anno ma il ritmo sembra in aumento. Le calotte glaciali della Groenlandia e dell'Antartide occidentale contengono abbastanza acqua ghiacciata per sollevare gli oceani, in media, di circa 13 metri. Se poi dovesse fondersi del tutto anche l'Antartide orientale (che al momento risulta quello che subisce meno le variazioni di temperatura), avverte infine lo studio, il livello del mare potrebbe addirittura innalzarsi in media di 50 metri.

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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