Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
10 cose da sapere sulla stufa a legna e a pellet
Tempo d’autunno, tempo di stufe. Come scegliere l’impianto più adatto per la propria abitazione? E cosa scegliere tra una stufa a legna e a pellet? E poi: è possibile fare risparmio energetico contando su una stufa? Quanto è ecosostenibile? Proviamo a rispondere ad alcune delle domande più frequenti, basandoci su un’utile guida: il sito web energiadallegno.it realizzato da Aiel (Associazione italiana energie agroforestali).
1. Quali criteri occorre considerare nella scelta di una stufa, a parte quello estetico?
L’Aiel prescrive innanzitutto di rivolgersi a un progettista o a un rivenditore di fiducia per calcolare quanto calore serve e, quindi, sapere di che potenza dovrà essere la stufa. Altrettanto importante è valutare le caratteristiche costruttive della propria abitazione. L’isolamento termico e il tipo di infissi sono due fattori fondamentali. Giusto per fare un esempio: se la nostra casa ha un isolamento medio e soffitti alti non più di tre metri, è sufficiente una stufa di 9 kW per riscaldare un ambiente. Per andare su un esempio più specifico, nel caso di un’abitazione di classe energetica G, una stufa con 9 kW di potenza è in grado di riscaldare fino a 50 m²; nel caso invece di un’abitazione in classe C, la stessa stufa da 9 kW è in grado di riscaldare più di 100 m².
Fonte: energiadallegno.it/Aiel
Tra i consigli per l’acquisto di una stufa l’Associazione consiglia di accertarsi che l’impianto abbia la marcatura CE e che venga allegata la Dichiarazione di Prestazione (DoP). Nel caso di una stufa a legna è bene sia dotata di certificazione UNI EN 13240 che conti su un rendimento maggiore del 75% e a basse emissioni (CO <1.000 mg/m3; Polveri < 80 mg/m3); nel caso invece di una stufa a pellet deve contare sulla certificazione UNI EN 14785, un rendimento maggiore dell’85% ed emissioni di CO inferiori a 250 mg/m3 e polveri inferiori a 40 mg/m3.
2. Installazione: quali sono gli aspetti da prevedere?
Innanzitutto occorre verificare la possibilità di aprire una presa d’aria. Inoltre non ci devono essere materiali combustibili nelle vicinanze della stufa né la presenza di una presa elettrica (nel caso della stufa a pellet).
3. Stufa a legna o pellet: quale scegliere?
È bene considerare almeno due fattori: il rivenditore più vicino e la possibilità di acquistare materiale di qualità come il pellet certificato ENplus o la legna da ardere certificata Biomassplus.
4. Quali gli incentivi disponibili per l'acquisto di una stufa?
A oggi sono tre gli strumenti incentivanti a disposizione: conto termico ed ecobonus suddivisi tra detrazioni fiscali al 65% – riqualificazione energetica – e detrazioni al 50% in caso di ristrutturazioni edilizie. Per maggiori specifiche sulle varie misure rimandiamo al sito di Aiel e alle guide dell’Agenzia delle entrate per le detrazioni in tema di risparmio energetico e di ristrutturazioni edilizie.
5. Chi deve occuparsi della manutenzione (e della installazione)?
Vi ricordate la nota pubblicità di un’agenzia di viaggi: “Turisti fai da te? Ahi ahi ahi”. Ecco lo stesso vale ancor di più per chi volesse improvvisarsi installatore e manutentore. L’installazione di una stufa deve essere effettuata da uno specialista abilitato dalla Camera di Commercio ai sensi di un decreto ministeriale (37/2008) e che ha seguito i corsi di aggiornamento o di qualifica per installare gli impianti alimentati a fonti di energia rinnovabili. Lo stesso installatore, al momento dell’installazione, rilascia due documenti che il proprietario della stufa dovrà conservare: la dichiarazione di conformità e il libretto d’impianto. Come per l’installazione, anche la manutenzione deve essere effettuata da uno specialista abilitato anch’esso dalla CdC e ai sensi dello stesso decreto. La verifica viene fatta una volta l’anno. Sia l’installazione sia la manutenzione sono aspetti basilari e da non trascurare non solo per contare su una stufa in piena regola ma anche per la propria incolumità se si pensa che ogni anno si registrano ben 10.000 incendi provocati dall’installazione non conforme dell’impianto fumario e dalla sua mancata manutenzione.
6. Quali i criteri di scelta e di acquisto della legna?
Il primo aspetto è quello di acquistare legna da ardere certificata Biomassplus. Per tre buoni motivi: il legno di partenza ha origine legale e si possono rintracciare tutte le fasi del processo produttivo. A livello di ecosostenibilità “il ciclo produttivo del biocombustibile immesso sul mercato genera un risparmio di emissioni di CO2 equivalente pari almeno al 70% rispetto al gas naturale, a parità di energia producibile”. In termini di qualità del prodotto e del processo produttivo, è controllata periodicamente dall’organismo di certificazione. Con “legna da ardere” si definisce legno sottoposto ad un processo di essiccazione o stagionatura finché non raggiunge un contenuto idrico inferiore al 20%, ottimale per la combustione. In generale, la legna non è tutta uguale ma si differenzia per classi di qualità (in base alla norma ISO 17225-5): A1, A2 e B. La legna sul mercato si trova fresca o essiccata, in bancali o sfusa. Nel primo caso è bene pensare che, appena tagliata, la legna contiene circa il 50% di acqua e non può essere usata in stufa o in caldaia; “la legna va essiccata o stagionata per portarla a un tenore idrico inferiore al 20%” segnala Aiel.
7 . Per il pellet come ci si regola?
Innanzitutto per pellet ci si riferisce a un prodotto derivante da un processo di essiccazione e compattamento della materia prima proveniente da biomasse legnose (segatura e trucioli di legno vergine non contaminato). La certificazione ENplus è l’unico elemento in grado di offrire garanzie certe sulla qualità del prodotto pellet. Si tratta della certificazione di riferimento a livello internazionale: il pellet ENplus è l’unico controllato lungo tutta la filiera, dalla materia prima alla consegna al consumatore finale. Non solo: è prodotto con la stessa qualità in tutti gli stabilimenti produttivi nel mondo. Come fare a capire se il sacco da 15 kg di pellet è certificato ENplus? Basta controllare che sia riportato correttamente il marchio qualità specifico: si troverà il marchio, il codice identificativo, l’indicazione della classe di qualità del pellet certificato e l’indicazione della norma ISO 17225-2 riferimento di base per le classi di qualità ENplus.
8. Le stufe a legna e/o pellet sono sistemi energetici ecosostenibili?
Partiamo dalla biomassa legnosa: essa può dirsi sostenibile dal punto di vista ambientale quando è prodotta da una gestione forestale sostenibile. Per quanto riguarda le stufe e, in generale, i sistemi di riscaldamento a biomasse legnose Aiel sta promuovendo la nuova certificazione di qualità Aria Pulita con cui saranno certicati le stufe, gli inserti per camino e le caldaie fino a 35 kW di potenza che dimostreranno di avere i requisiti necessari in termini di resa ed emissioni. In poche parole, gli apparecchi con questo “marchio” saranno in grado di garantire basse emissioni di polveri dal camino, nel pieno rispetto della qualità dell’aria e della salute delle persone e dell’ambiente, ed elevato rendimento. Tra l’altro, il Conto Termico, a differenza degli ecobonus, premia maggiormente gli impianti “puliti”: difatti, più bassi sono i valori di emissione del particolato primario PP dalla stufa e dalla caldaia, maggiore è l’incentivo.
9. Oltre che all’ambiente in cui sono collocate, le stufe riescono a riscaldare gli altri locali?
Le stufe e i caminetti sono in grado di veicolare il calore prodotto anche in altri ambienti della casa attraverso il collegamento all’impianto di distribuzione dell’acqua calda (Nota bene: è la stufa, e non la caldaia, a produrre l’acqua calda che circolerà poi nei termosifoni o nell’impianto a pavimento) oppure mediante la canalizzazione dell’aria calda prodotta.
10. Quanto costa riscaldare casa con la legna o col pellet?
Prendiamo in considerazione una abitazione di 100 m2. Per riscaldarla occorrono 12 MWh circa di energia. Con la legna da ardere si spenderanno 36 euro/MWh, col pellet dai 57 ai 60 euro (rispettivamente se si tratta di prodotto sfuso o in sacchi da 156 kg). Per scaldare una casa di questa metratura a metano ci vogliono 70 euro, 119 euro per il gasolio e 229 euro nel caso del GPL.