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Rinnovabili in salsa cinese

In Cina aumenta la produzione energetica da rinnovabili ma non è sufficiente. Il Pil è in calo e aumentano le emissioni

La Cina punta anche sulle rinnovabili e non lo fa solo in chiave di una prospettiva futura. La produzione di energia rinnovabile in Cina alla fine di settembre, infatti, è aumentata a 1.440 miliardi di kilowattora, una crescita dell'11%. Lo ha dichiarato l'Ente nazionale per l'energia del colosso asiatico.

Li Chuangjun, vicedirettore dell'ufficio delle nuove fonti di energia e delle fonti di energia rinnovabili dell'Ente ha spiegato in una conferenza stampa che nei primi nove mesi dell'anno la produzione di energia idroelettrica ha superato gli 893,8 miliardi di kWh, in crescita del 7,9%, mentre quella di energia eolica è stata pari a 291,4 miliardi di kWh, in crescita dell'8,9% su base annua.

Secondo Li, nello stesso periodo il dato per l'energia fotovoltaica ha raggiunto 171,5 miliardi di kWh, con una crescita del 28,1%, mentre l'energia da biomasse ha generato 80,4 miliardi di kWh di elettricità, un aumento del 19,4% rispetto a un anno fa.

Tutto ciò prova il fatto che le rinnovabili, assieme al nucleare, sono una delle opzioni energetiche sulle quali stanno puntando a Pechino, anche se non hanno ancora fermato la realizzazione delle centrali a carbone.

Il problema della Cina, infatti, è che le proiezioni circa i consumi energetici futuri puntano a un netto rialzo. Nei primi sette mesi del 2019, i consumi elettrici della Cina, un indicatore essenziale dell'attività economica, sono aumentati del 4,6% su base annua. In particolare, i consumi di energia elettrica nel settore primario sono aumentati del 5,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, mentre quelli del secondario sono cresciuti del 2,8% sempre su base annua, mentre i consumi del terziario sono saliti del 9,1%. I consumi energetici delle utenze residenziali, infine, sono invece aumentati dell'8,8%, sempre su base annua.

Il tutto nonostante il Pil cinese sia in una fase di rallentamento. Nel 2018, infatti, il Prodotto interno lordo del dragone asiatico ha segnato un 6,6% di aumento che è la percentuale più bassa dal 1990.

Non è un caso che in questo quadro Pechino abbia confermato la realizzazione di ben 226 GW di centrali a carbone che serviranno sul breve periodo come base load per la produzione elettrica. In questa maniera la Cina potrebbe "assorbire" con i costi energetici ridotti eventuali shock commerciali dovuti ai cali dei mercati finali o a questioni geopolitiche. Il tutto a discapito del clima.

Nel 2018, infatti, la Cina ha emesso 9,5 miliardi di tonnellate di CO2 -su un totale di 33,miliardi di tonnellate - con un aumento del 2,5% annuo. Le rinnovabili all'economia asiatica non bastano.

Autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983. Il sito web di Sergio Ferraris, giornalista scientifico. 

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